Educazione 2.0. Fotografia di una scuola in panciolle
Domenica 4 Dicembre 2016 alle 19:43 | 1 commenti
«La scuola va cambiata». «La scuola non funziona». «Chi ci governa è incompetente». «Al Ministero della Pubblica Istruzione non sanno nulla di scuola». Piove, governo ladro! È il titolo di un libretto incartapecorito che fa bella mostra di sé nella mia libreria, il cui sottotitolo è Satire e polemiche sul costume degli italiani. Sul costume degli italiani ci sarebbe tanto da scrivere, ma su quello di coloro i quali li formano e li educano, cioè i docenti, forse non basterebbero le pagine dei giornali. Ora, gli insegnanti sono una categoria di professionisti davvero speciale, sono intellettuali al servizio dello Stato, tanto che per questa specifica funzione potrebbero, talvolta, anche passare per burocrati, semplici funzionari con il compito di trasmettere acriticamente manuali scritti da altri, non importa da chi e a quale scopo, purché il tutto sia fatto con grande disimpegno, nel rispetto dei tempi scolastici e, ovviamente, con eccellenti risultati da parte degli alunni.
Se ci aggiungiamo che questa funzione pubblica la si esercita per circa 1300 - 1400 euro al mese, almeno per me che cerco di farlo da 10 anni e dallo scorso anno ho ricevuto anche un contratto a tempo indeterminato, allora bisogna svolgerla nel migliore dei modi, così, quantomeno, si potrebbe anche arrotondare con il bonus per la valorizzazione del merito! Mettiamoci pure che, come tutti gli altri redditi sotto i 1500 euro mensili, anche io ho beneficiato degli 80 euro grazie al CREDITO ART.1 D.L. 66/2014 e s. m. i (ho copiato dal cedolino, non mi chiedete il significato), oltre ad aver ricevuto ben 500 euro virtuali per comprare materiale hardware e software, libri, per andare a teatro, al cinema, che, si sa, un computer all'anno bisogna comprarlo altrimenti poi diventano obsoleti, ma si potrebbe acquistare anche un tablet per la bambina di 2 anni, tanto anche se lo demolisce, il prossimo anno ne prendo un altro, i soldi sono virtuali e bisogna spenderli, meglio se in materiale digitale, quello è il futuro.
Sicché provo a fare due conti: il tempo indeterminato, certo a 1300 euro al mese, ma se penso ai miei coetanei laureati e sottoccupati, che lavorano nei call canter senza tutele per 1000 euro, mi bacio le manine e ringrazio Renzi; il credito di 80 euro, certo, pensare che un professionista, un intellettuale insomma, sia incluso nelle misure a favore delle fasce più disagiate di reddito mi fa sentire un po' in imbarazzo rispetto ai miei coetanei medici e ingegneri, ma loro hanno anche tante responsabilità , perciò mi bacio le manine e ringrazio Renzi; il bonus virtuale di 500 euro per aggiornamento, certo devo spenderlo solo per determinati servizi, non ci compro i pannolini e chissà se qualche esercente mi dà la lavatrice nuova camuffandola con la fattura di un computer, ad ogni modo mi bacio le manine e ringrazio Renzi; alla fine sono stato anche premiato, ho fatto domanda per vedere valorizzato il mio merito nello scorso anno scolastico, figuriamoci, da insegnante di sostegno non me lo aspettavo, eppure mi è stato concesso e adesso ho un credito di 300 euro lordi con lo Stato, certo non ho ancora visto i soldi, non credo che non ci sia copertura, di solito lo Stato promette e lo Stato dà , perciò mi bacio le manine e ringrazio Renzi; del resto, ho sentito qualche giorno fa, tra una notizia di cronaca, un inviato di guerra e una propaganda referendaria, che è stato rinnovato il contratto dei dipendenti statali e che ci spettano 85 euro lordi al mese, speriamo che non ci tolgano gli 80 netti e ci mettano gli 85 lordi, cioè una sessantina, altrimenti ci perdiamo qualcosina, anche se alla fine mi bacio le manine e ringrazio Renzi.
Eh beh, a conti fatti, non male la Buona scuola di Renzi. Certo, lo scorso anno noi precari abbiamo protestato molto perché non abbiamo proprio gli stessi diritti degli altri docenti già in ruolo, siamo come dire, più esposti ai capricci dei dirigenti, qualcuno ha parlato di sceriffi, ma sono sicuro che si tratta di una esagerazione. Ben inteso, la legge 107 del 2015 non l'ho scritta io, io l'avrei fatta un po' diversa, ho protestato lo scorso anno, quando ero precario, ho scioperato, ho firmato petizioni, ma poi la legge Renzi-Giannini, meglio nota come "La Buona Scuola" è diventata legge dello Stato e bisognava studiarla, perché sarebbe stata applicata e noi avremmo dovuto cercare di ricavarne qualcosa di buono, eppure questa affermazione mi è costata qualche amicizia tra quelli che pensavo radicali come me. Figuriamoci che abbiamo avuto anche la possibilità di abrogare la legge con un referendum, pensate che ho finanche firmato, ma evidentemente piaceva anche agli altri colleghi, pure loro avevano fatto i miei stessi conti, infatti su circa 800.000 docenti di ruolo in Italia, senza contare i precari, non siamo riusciti nemmeno a raggiungere le 500.000 firme necessarie per proporre il quesito e abrogare la legge. Io sono pure iscritto al sindacato, alla CGIL, mica a quelli più moderati, e devo dire che anche a loro probabilmente sta bene "La Buona Scuola" perché da settembre non hanno indetto nemmeno uno sciopero, che poi, alla fine con lo sciopero non è che si risolva granché, ci tolgono una giornata di lavoro e che ci perde siamo sempre noi. Del resto, nemmeno gli studenti hanno annunciato autunni caldi e inverni ardenti, in fondo i promotori delle assemblee e delle manifestazioni, le teste calde che si affacciano alla maggiore età , anche loro hanno ricevuto un bel credito virtuale di 500 euro da spendere in concerti, cinema e libri, quindi, io gli direi: baciatevi le manine e ringraziate Renzi e sperate che, dopo tutta questa zuffa sul referendum, che vinca il sì o che vinca il no, questo governo di centro-sinistra, ma anche po' di centro-destra, in grado di concedere tutti questi benefit, che sicuramente rendono onore alla professione docente, e di proporre tante riforme, anche costituzionali, non cada rovinosamente, lasciando il campo all'opposizione, che forse adesso non c'è ancora, ma potrebbe sempre organizzarsi, perché quella davvero ha progetti molto confusi sulla scuola.
Nel frattempo, se magari l'applicazione cartadeldocente cominciasse a funzionare correttamente, potrei generare un buono e andarmene al cinema a vedere un bel film, magari uno di quelli in cui si vede una classe docente unita, che non si lascia irretire da pochi spiccioli promessi o virtuali, una classe docente che prende atto della propria condizione e comincia a formulare dei progetti chiari, non solo per il bene degli alunni, fine nobile e primario della vocazione educativa, ma soprattutto per se stessi, giacché se a livello sociale un docente che se ne sta in panciolle non vale un cazzo, è difficile che riesca anche solo minimamente a guadagnarsi la stima necessaria per essere guardato negli occhi ed essere stimato dai suoi alunni!
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