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Cincinnato, un esempio non solo per Renzi

Di Italo Francesco Baldo Mercoledi 7 Dicembre 2016 alle 10:56 | 0 commenti

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Mi è piaciuto il Capo del Governo della Repubblica Italiana Matteo Renzi, nel discorso pronunciato subito dopo che l'esito del referendum lo dava come perdente. Aveva scommesso, disse, nella riduzione delle poltrone, ma ciò non era avvenuto non per la contrarietà più che alla riforma della Costituzione, ma per l'avversione fortissima al suo operato come primo ministro. Aggiungeva che la sua poltrona saltava e che purtroppo si sarebbe ritornati alla condizione precedente dove sempre "i soliti" sono, cambiandosi di ruolo, i gestori della politica. E' vero, in Italia, molte facce della politica sono sempre le stesse, pochissimo ricambio e sempre sotto l'ala protettrice dei "soliti". Basti pensare tra i tanti agli on. Casini e Bindi, ecc. Nessuno di loro ha mai compiuto il gesto lodevolissimo di Cincinnato, ritornare alla propria casa, ma si sono sempre e comunque riciclati, in un modo o nell'altro; nemmeno Renzi, che pure aveva rottamato nientepopodimeno che l'on D'Alema, non è riuscito in tale intento con l'on. Bindi; nel mentre l'on Casini continua ad imperversale e non a tornarsene a casa.

Lodevole l'atteggiamento di Renzi, ma sarà un vero Cincinnato? Lui che era stato presentato dal vero gestore della politica italiana degli ultimi anni, tal, oggi, sen. a vita Giorgio Napolitano come l'antico romano "Spes unica imperii populi romani " (ultima speranza per l'autorità del popolo... italiano) Tito Livio, Annali, III,26), sarà capace di risalire l'Appennino e ritornare al casolare toscano con la moglie Agnese, da dove baldanzoso venne a Roma, chiamato, in realtà fattosi chiamare da Napolitano, bello di fama, fiorentina, e ventura, quella che sempre l'ex Presidente della repubblica gli indicò. Fece a modo suo però e si caricò sulle spalle il Nazzareno, non il Dio, ma il patto con Silvio Berlusconi, finalmente rottamato da una legge che lascia ad oggi dubbi di corretta applicazione. Pacta sunt servanda, dicevano i latini dai sette colli, ma il nostro prode non li rispettò e preferì l'attuale capo di Stato, quel Sergio Mattarella che lo garantiva. Molto fece e di fatto esautorò il Parlamento soprattutto nella riforma della Costituzione, la legge fondamentale di uno Stato che esige per sua natura il concorso pressoché unanime di coloro che la predispongono e la fanno per questo accettare ai cittadini. Non è stato così, la riforma non un granché, è risultata imprecisa, talora perfino considerata un pasticcio, ma il prode si giocò tutto, poi si ritrasse, poi nuovamente giocò se stesso, ma si ritrasse... confusione e soprattutto scontro sulla sua politica a partire proprio dai membri del suo partito che pur avevano in Parlamento votato la riforma costituzionale. I primi fucilatori di Renzi sono stati i suoi, un po' come è avvenuto nel Veneto per la candidata del Partito Democratico alle elezioni regionali.
Sappiamo come è finita, il no, l'antitesi piace molto anche a sinistra e così l'illustre vittima di se stesso in realtà, presenta le dimissioni. Farà come Cincinnato?
Lo speriamo, sarebbe una bella lezione, un po' quello che accade in molti Stati dove chi perde torna a casa e non occupa più posizioni di potere istituzionale e se fa politica non la fa come fa in Italia il sen. Napolitano che si schiera nel contenzioso direttamente, ma diventa talora un riferimento, uno che fornisce indicazioni.
Sarebbe bello, auspicabile che Matteo Renzi smettesse di fare politica attiva, ma ne sarà capace? Temo di no, e quindi lo rivedremo riciclato e riciclato a sorreggere non la politica dello Stato Italiano, ma se stesso come troppi in Parlamento, nei Consigli Regionali, nelle Province e nei Comuni, perchè a far il Cincinnato si guadagna in fama e storia, ma questa non dà pecunia, che non olet (non puzza!) da qualsiasi parte venga


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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