Video esclusivo, Tandin a Veneto Banca: ha finanziato Ferak di Amenduni, Marchi & c. su pegno di 300 milioni in azioni Effeti? Per sottoscrivere magari azioni VB o BPVi?
Domenica 20 Dicembre 2015 alle 14:22 | 0 commenti
Se le lamentele, sincere quelle dei picccoli soci, ma soprattutto a uso mediatico quelle politiche, per lo meno da parte di chi è nelle stanze del potere da tempo, avessero trovato riscontro ieri (19 dicembre) in "no" assembleari la Veneto Banca sarebbe andata incontro al tracollo. A votazioni avvenute, quindi, con la prevedibile maggioranza bulgara, a fare notizia è una "denuncia" fatta prima dell'assemblea da un cittadino, Franco Tandin, che, nel video VicenzaPiu.Tv qui riportato in esclusiva , rivela di un pegno che sarebbe stato conferito a favore dell'Istituto di Montebelluna per un controvalore di 300 milioni di euro in azioni della Effeti, che come capitale sociale in visura riporta 3 miloni di euro.
La finanziaria vicentina, con sede in Viale Mazzini 31, valorizzata a 300 milioni da inizio anno, in base al documento mostrato da Tandin, sarebbe tutta "in mano" della Banca trevigiana che proprio ieri ha deliberato un aumento di capitale fino a un miliardo di euro, di cui, fa notare Tandin, «quel pegno a fronte, evidentemente, di un finanziamento di un importo correlato, è poco meno di un terzo». Ma...
Ma di chi è Effeti spa? Lo rivela con qualche marginale imprecisione Tandin (che oltre che alla famiglia Amenduni siacita altri nomi, tra cui quello della Beltrame, che non ci risulta sia nella proprietà ) ma ecco, da semplici visure, la catena di controllo della Effeti spa, clicca qui, che è controllata al 100% (la quota ceduta in pegno alla Veneto Banca) dalla Ferak, una spa con oltre 427 milioni di euro di capitale.
E la Ferak spa, clicca qui, ha come presidente del Cda Maurizio Amenduni Gresele e come soci per il 23,99% la nota Palladio Partecipazioni dell'ex socio di riferimento, oltre che suo Ad, Roberto Meneguzzo "dimissionato e dismissionato" per le note vicende legali della Palladio Finanziaria, per una quota sempre del 23,99% la Sviluppo 56 di Conegliano (che, clicca qui, appartiene, tramite la Sipi Investimenti, clicca qui, alla Finint di Enrico Marchi e Andrea De Vido, proprietari della Save (aeroporti veneti) con connessioni anche con Matteo Zoppas), per il 4,71% la Pegaso spa, clicca qui, controllata dalla famiglia Amenduni tramite le Acciaierie Valbruna, che, però, hanno il peso maggiore in Ferak grazie alla quota del 33,51% posseduta direttamente.
Ci sono poi in Ferak, che, ricordiamo, in base al documento esibito da Franco Tandin, avrebbe dato in pegno 300 miloni di azioni pari al 100% della Effeti alla Veneto Banca, oltre ad altri soci minori tra cui Gianfanco Zoppas, proprio la stessa banca trevigina col 9,99% delle quote.
Tandin si chiede di quale importo sarebbe il finanziamento concesso ad Amenduni & c. a noi piacerebbe anche sapere come sia stato possibile per la Veneto Banca, socia di Ferak, accettare in pegno azioni possedute dalla Ferak stessa?
La domanda sul come e sul perchè non è di tipo legale (perchè se è stato fatto, il tutto rientrerà nelle nome del codice) ma di tipo sostanziale in un momento in cui i piccoli soci hanno dimostrato una encomiabile, anche se obbligatoria, fiducia nei nuovi vertici: il nuovo corso di Bolla e Carrus faccia luce sull'episodio con trasparenza per non far venire a Tandin e ad altri come lui il dubbio che l'eventuale finanziamento con pegno a garanzia non servirà a sottoscrivere l'aumento di capitale della Veneto Banca stessa.
O, peggio ancora e per ironia della sorte, della cugina Banca Popolare di Vicenza.
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