Cassa Centrale Banca, una cordata di FinInt e Goldman Sachs e Alba Leasing sarebbero in corsa per l'acquisto di Claris Leasing della ex Veneto Banca, così come il Creval sarebbe interessato a Claris Factoring. Entrano nel vivo le ultime cessioni di quello che era il perimetro delle ex popolari venete, ora che è già avvenuta la vendita di Bim ad Attestor Capital e di Farbanca alla cinese Cefs (quest'ultima ancora al vaglio di Banca d'Italia). Sarebbero già arrivate, invece, all'advisor Deloitte tre offerte per Prestinuova, divisione dell'ex gruppo Banca Popolare di Vicenza specializzata nell'erogazione di finanziamenti con cessione del quinto (fonte Citywire.it).
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La banca ha finanziato l'acquisto di proprie azioni attraverso tre società veicolo. Costituite dal gruppo di Conegliano. E riconducibili alla Manaco Sa, coinvolta già in passato in controverse vicende nostrane.
Tre misteriose società lussemburghesi. Una fiduciaria che spunta a più riprese nelle cronache bancarie e giudiziarie italiane. E «investitori esteri» di cui non si vogliono rivelare i nomi. Sono questi gli elementi dell'ultimo intrigo sulle operazioni illecite della Banca Popolare di Vicenza guidata per trent'anni da Gianni Zonin. Nella lettera con cui a febbraio 2017 la Bce ha multato la banca vicentina e che Lettera43.it ha potuto consultare, le autorità di sorveglianza hanno elencato diverse operazioni con cui BPVi ha prestato denaro per acquistare azioni proprie.
«Dopo la grande crisi internazionale e la grande truffa delle ex Popolari (tra cui la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ndr), il Nordest della finanza è un campo arato su cui nessuno sa cosa seminare. Neanche gli Amenduni di Vicenza, tra i pochi sufficientemente forti per guardare al futuro con un disegno strategico»: è così che su L'Economia, il nuovio allegato a Il Corriere della Sera, scrive Stefano Righi nel suo articolo "Generali, Amenduni e i soci nascosti" da cui sintetizziamo pr i nsotri lettori alcuni passaggi. La famiglia Amenduni è, infatti e come osserva Righi, una delle poche che ancora può guardare al futuro, con la Valbruna, un gruppo da 200 mila tonnellate di acciaio prodotte e presente in 40 paesi.
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Una domanda accusa di Franco Tandin (in una video intervista a VicenzaPiu.Tv rivelava di un pegno che sarebbe stato conferito a favore dell'Istituto di Montebelluna per un controvalore di 300 milioni di euro in azioni della Effeti di Amenduni, Palladio Partecipazioni, Marchi e De Vido) aveva trovato eco anche su VicenzaPiu.com, come su altri mezzi nazionali, il giorno in cui l'assemblea di Veneto Banca, il 19 dicembre 2015, bruciava sul tempo i cugini della Popolare di Vicenza, ora in affannosa rincorsa di quella che reputavano una... tartaruga, deliberando praticamente all'unanimità la trasformazione dell'Istituto di Montebelluna in Spa, la sua quotazione in Borsa e il collegato aumento di capitale da un miliardo di euro.
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Marchi, con gli alleati di Morgan Stanley, compra l'8% di Save in mano a Popolare di Vicenza. L'accordo è stato raggiunto ieri, pur se gli ultimi dettagli hanno fatto slittare le comunicazioni ufficiali, dopo una trattativa andata avanti sull'asse Vicenza-Conegliano con al centro la terza quota azionaria della società di gestione degli aeroporti di Venezia e Treviso, socio rilevante anche nella «Catullo» di Verona-Brescia. Trattative andate a dama in meno di tre mesi, sulla prima delle cessioni delle partecipazioni di Popolare di Vicenza, che l'amministratore delegato Francesco Iorio aveva dichiarato non più strategiche, a fine settembre, presentando il piano industriale.
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Se le lamentele, sincere quelle dei picccoli soci, ma soprattutto a uso mediatico quelle politiche, per lo meno da parte di chi è nelle stanze del potere da tempo, avessero trovato riscontro ieri (19 dicembre) in "no" assembleari la Veneto Banca sarebbe andata incontro al tracollo. A votazioni avvenute, quindi, con la prevedibile maggioranza bulgara, a fare notizia è una "denuncia" fatta prima dell'assemblea da un cittadino, Franco Tandin, che, nel video VicenzaPiu.Tv qui riportato in esclusiva , rivela di un pegno che sarebbe stato conferito a favore dell'Istituto di Montebelluna per un controvalore di 300 milioni di euro in azioni della Effeti, che come capitale sociale in visura riporta 3 miloni di euro.
Ribaltone a Nordest targato Generali di V.M., da L'Espresso n. 16 in edicola, con data 24 aprile
Ormai i giochi sono fatti. Il numero uno di Veneto Banca, Vincenzo Consoli, si presenterà dimissionario alla prossima assemblea dei soci in programma per il 26 aprile. Alla fine, com'era prevedibile, l'ha spuntata la Banca d'Italia, che mesi fa aveva chiesto un ampio rinnovamento nella gestione del gruppo creditizio con base a Montebelluna, non lontano da Treviso (con una notevole presenza anche nel Vicentino, ndr).