Ribaltone della finanza a Nordest targato Generali: in gioco Veneto Banca, Amenduni
Lunedi 21 Aprile 2014 alle 12:14 | 0 commenti
 
				
		
		Ribaltone a Nordest targato Generali di V.M., da L'Espresso n. 16 in edicola, con data 24 aprile
 
Ormai i giochi sono fatti. Il numero uno di Veneto Banca, Vincenzo Consoli, si presenterà dimissionario alla prossima assemblea dei soci in programma per il 26 aprile. Alla fine, com'era prevedibile, l'ha spuntata la Banca d'Italia, che mesi fa aveva chiesto un ampio rinnovamento nella gestione del gruppo creditizio con base a Montebelluna, non lontano da Treviso (con una notevole presenza anche nel Vicentino, ndr).
La recessione ha messo alle corde il bilancio, in rosso nel 2013 per quasi 100 milioni, ma il cartellino rosso della Vigilanza si spiega anche con una serie di operazioni discutibili, tra conflitti d'interessi e finanziamenti facili, individuate nel corso di più di un'ispezione.
Consoli forse rimarrà con il ruolo di direttore generale. Un incarico a tempo per favorire il passaggio delle consegne in  un banca che per almeno un quindicennio è stata guidata con uno stile  di governo accentratore, anzi, padronale, secondo i molti critici di  Consoli.
Visto da lontano, il cambio della guardia a Veneto Banca  sembra un normale avvicendamento al vertice. In realtà, il ribaltone  nell'istituto trevigiano, tra i primi dieci in Italia per dimensioni,  non è altro che l'ultimo episodio di una vicenda ben più complessa. Una  storia che sta ridisegnando la mappa del potere finanziario a Nordest.
Tutto parte da Trieste, dalle Generali, dove  il numero uno Mario Greco, insediatosi ad agosto 2012, ha scardinato il  sistema di alleanze allestito dal suo predecessore Giovanni  Perissinotto. 
Ne ha fatto le spese la holding Finint di Andrea De Vido ed Enrico Marchi, in  passato abbondantemente finanziata dal gruppo assicurativo che ora vuol  tagliare i ponti con gli amici di Perissinotto minacciando azioni in  tribunale. 
Ma la trevigiana Finint faceva parte di un network  ben più ampio che coinvolgeva altri partner come la finanziaria  vicentina Palladio, la famiglia Amenduni (gruppo Valbruna) e la stessa  Veneto Banca, che è stata a più riprese finanziata da Generali con  la sottoscrizione di prestiti obbligazionari per un valore complessivo  superiore ai 300 milioni. A sua volta l'istituto guidato da Consoli ha  fatto credito alla galassia di Finint e ha partecipato come azionista a  un veicolo societario come Ferak, che custodisce l'1,7 per cento di  Generali (e fa riferimento sempr agli Amenduni, ndr). Adesso però Greco ha deciso di voltare pagina. E così Trieste  ha messo in vendita anche i titoli targati Veneto Banca. Fine della  storia. E di un sistema di potere.
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