Un'altra crociata di falsa pace
Sabato 19 Marzo 2011 alle 22:42 | 0 commenti
Sarebbe interessante sapere quanti, dei migliaia di clandestini che continuano a sbarcare sulle nostre coste, siano effettivamente di nazionalità libica, e non appartengano, invece, ad altri Paesi nord-africani, che in Libia si trovavano solo per necessità lavorative. Un rapporto di indubbio sfruttamento, destinato ad alimentare l'esclusivo benessere del Rais e del suo Popolo, il cui reddito pro-capite pare fosse superiore a quello di molti Paesi europei.
Come sarebbe importante capire quanti degli insorti, definiti dalla Stampa occidentale eroici patrioti per la libertà , siano realmente nati o abbiano acquisito la cittadinanza di tale presunta Patria, e non siano, invece, egiziani, tunisini, sudanesi (etc.), che attraverso l'attuale rivolta cercano di accaparrarsi un benessere da cui erano esclusi in quanto stranieri? Una situazione, d'altronde, comune a molte parti del mondo anche cosiddetto civile. Domande a cui ,tuttavia, almeno per il momento - per ragioni di chiaro opportunismo- non è possibile ricevere risposta, salvo non voler sovvertire il significato ufficiale dell'intervento militare promosso dall'ONU d'intesa con gli interessi petroliferi e di destabilizzazione economica europea perseguiti dagli americani. Insomma una nuova crociata, non diversa da quelle pretestuose già intraprese in Iraq ed Afghanistan, a cui, allora come ora, i nostri pavidi rappresentanti di regime, hanno aderito con unanime spirito badogliano, offrendo il pieno appoggio logistico-militare dell'Italia. Per l'imminente guerra, infatti. dalle nostre basi si apprestano a partire navi e cacciabombardieri alla volta di Tripoli. Mosche di latta destinate a condire la coreografia di questo maleodorante cous cous guerrafondaio. Un'idiozia che non produrrà al nostro Paese alcun pur minimo vantaggio, poiché l'atteso bottino, bene che vada, servirà solo a compensare temporaneamente, e tra l'altro in misura del tutto irrisoria, parte degli innumerevoli debiti che abbiamo verso i nostri Alleati. Un risultato, si fa per dire, che verrà prontamente cancellato dalla conseguente ulteriore invasione di immigrati, che hanno di fatto già "islamizzato" parte delle nostre coste meridionali.
Senza ignorare il concreto rischio che il Cammelliere Pazzo scateni la sua furia beduina proprio su di noi, "prima linea" per posizione geografica e vezzo politico.
Lo stesso tiranno che, solo qualche mese fa nel corso di una spettacolare visita a Roma, con gran seguito di amazzoni, cavalli berberi ed altre attrazioni circensi, ricevette dal nostro augusto Premier un appassionato bacio sul dorso della sua mano inanellata, venendo definito grande e prezioso amico dell'Italia. Già , "prezioso" in ragione delle ricche commesse che di lì a poco gli stessi andarono a stipulare. Manna per i signori della nostra dissestatissima economia con conseguente realizzo di fondi, trasferimento di macchinari e materiali, nonchè realizzo di opere che, ora, paradossalmente, ci apprestiamo a bombardare, ancor prima che ce le abbiano pagate
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