Un vero maestro. Anche su ex Bertone "accordo o salta tutto", parola di Marchionne
Lunedi 11 Aprile 2011 alle 20:05 | 0 commenti
Giorgio langella, PdCI, FdSÂ -Â Sergio Marchionne ritorna a fare quello che gli riesce meglio: dire e non dire, affermare e ritrattare, promettere e smentire ... e, infine, ricattare i lavoratori.
Riferendosi allo stabilimento dell'ex Bertone (oggi Officine automobilistiche Grugliasco), dove la Fiat dovrebbe costruire la Maserati, l'amministratore delegato della Fiat, ha detto che o "si fa l'accordo" con i lavoratori "entro pochi giorni o salta tutto".
Poi ha aggiunto che la Fiat ha piani alternativi sia in Italia sia altrove. Infine, visto che all'ex Bertone il sindacato maggioritario è la Fiom, ha affermato che lascerà giudicare ai dipendenti dell'ex Bertone e che "sarebbe un vero peccato per loro non fare l'investimento lì, ma ognuno è libero di fare le sue scelte". Un nuovo referendum-ricatto in stile Mirafiori?
Marchionne è sempre uguale a se stesso. Lui impone ma fa finta che siano i lavoratori a decidere. Marchionne vuole farci credere che i lavoratori abbiano libertà di scelta. Il quesito è accettare tutto quello che lui vuole o perdere il lavoro. Proprio una "bella democrazia".
Non contento il "grande manager", quello che non riesce a vendere le automobili che produce, dichiara che preferirebbe fare la Maserati in Italia.- Sostiene "sono ottimista sul fatto che la vettura si possa fare nel nostro paese". Non si spinga troppo in là signor Marchionne. L'Italia non è "anche sua", è solo "nostra", di quei lavoratori che pagano le tasse senza sotterfugi o alchimie finanziarie. I "suoi" operai pagano, in proporzione, più tasse di quelle che paga lei, dal momento che con tre passaporti e la residenza in Svizzera, "risparmia" parecchie centinaia di migliaia di euro ogni anno che non versa all'erario. Tutto legale, certo, ma non pretenda di essere considerato un "patriota" che vuole bene al suo paese d'origine. Lei, signor Marchionne, probabilmente ama soprattutto il proprio tornaconto economico.
Per concludere, poi, è utile sapere che Marchionne, in relazione alle recenti dichiarazioni di Emma Marcegaglia sulle imprese "lasciate sole", ha sentenziato: "nella battaglia per Pomigliano e Mirafiori siamo rimasti soli". Bizzarro. Ma come? La Fiat è rimasta sola? Ma se Berlusconi e tutti i ministri, CISL, UIL, UGL, quasi tutti gli esponenti del PD, la confindustria, i maggiori organi di informazione sono "scesi in campo" e hanno "fatto il tifo" per il "metodo Marchionne". Tutti quei "signori" lo hanno appoggiato in maniera spudorata. Non si sono risparmiati a gridare che i lavoratori sarebbero stati folli se non avessero accettato le imposizioni della Fiat. Solo FIOM-CGIL, USB e comunisti sono rimasti al fianco dei lavoratori. È giusto ricordarlo e sarebbe anche bene che Marchionne fosse sincero. Almeno una volta.
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