Un percorso desolante per il centro storico di Vicenza, tra i palazzi abbandonati
Mercoledi 21 Novembre 2018 alle 21:56 | 5 commenti
Una storia Infinita. Stamane, passando per contrà Porti, ho notato lo splendido portale di Palazzo Thiene chiuso. Una comunicazione di Banca Intesa avvisa i cittadini a rivolgersi nella nuova filiale (foto). Un pezzo di storia economica della città datato 1872, chiuso, cancellato. Mala tempora currunt. Proseguendo per contrà Riale, arrivo in Corso Fogazzaro, prima parte già Pozzo Rosso, vedo la bella facciata del Cinema Corso stile Impero, molto razionale, soffitto apribile per l'estate, poltrone in velluto, chiuso da anni.Â
A fianco Palazzo Caldogno, restaurato dopo il bombardamento del '44, già sede della Camera di Commercio, chiuso, la sede trasferita tra i campi dei Pomari. Più avanti ancora l'angolo di Palazzo Repeta già sede della Banca d'Italia, chiuso, sprangato. Proseguendo mi imbatto in Palazzo Pigatti a colonne, con quattro negozi nel sottoportico, in vendita.
Trecento metri di percorso storico cittadino nella desolazione, divenuto un deserto, balconi chiusi, colombi sulle finestre. Nessuna protesta dalle associazioni commercianti, per lo scempio, nessuna lettera ai media dai Comitati Unesco e vari, nessun cartello a rivendicare il niente, come fosse roba...di altri. Questo patrimonio dovrebbe essere restituito alla città , valorizzato, utilizzato, aperto alla cittadinanza. Insomma, chi sono i responsabili di questo “furto con destrezzaâ€?Â
E' evidente la crisi del piccolo commercio, al quale si aggiunge la fuga dal centro storico anche delle attività professionali, meno visibile, ma che si può percepire dagli infiniti avvisi "vendesi" o "affittasi" di uffici che in passato animavano la città.
In questo contesto sarebbe logico che la tassazione delle attività del centro storico fosse drasticamente abbassata , e per contro aumentata quella dei centri commerciali , anche in ragione del giro d'affari evidentemente maggiore.
La vera logica impone di capire perchè i centri commerciali abbiano (se li hanno) maggiori volumi d'affari. Perchè la gente non è costretta ad andare lì, non è obbligata ad andare nei supermercati al posto del casolino in centro, semplicemente vuole farlo.
Peraltro ci sono delle normative sulla cura e tutela dei palazzi storici, anche privati. Se vengono messi in vendita, il pubblico ha una prelazione, ad es. Basta esercitarla e sostenerne poi i costi.
Camera di Commercio o meglio Palazzo Caldogno idem senza doppioni purchè non sia un Auchan o cineserie varie che, hanno sconvolto il territorio vicentino, ci sono più osterie che residenti. Palazzo Repeta già banca d'Italia parlavano di Hotel 5 stelle. Bene, ma le stelle erano...comete! Possibile che non ci siano idee. Magari utilizzandolo per una mostra permanente delle opere in Possesso dell'Ipab (quadri) che pochi hanno visto? Palazzo Pigatti (privato) dallo stemma di famiglia più gatti (cimitero monumentale) lascerei al libero commercio, purchè non siano cineserie varie "tre braxi 1 franco". Insomma, cari amici, le idee ci sono. Ma le polemiche inutili abbondano.
Certo, ci sono tante belle idee, ma chi ci mette i soldi?
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