Parco della Pace, il nodo della "ruralità" e gli altri problemi dell'eredità di Variati... in tutti gli altri parchi già attivi
Lunedi 29 Maggio 2017 alle 21:53 | 0 commenti
A volte ritornano. La discussione sul Parco della Pace è stata una delle costanti dell'Amministrazione Variatima ora che il sindaco si prepara a lasciare però la questione diventa impellente, anche perché l'area verde è finita nel rapporto Icomos-Unesco. Per questo la scorsa settimana Achille Variati è tornato al tavolo composto da comitati e associazioni: c'erano da spiegare gli appunti mossi dagli esperti e coinvolgere nella progettazione dell'area "che deve avere un carattere più rurale" i diversi spiriti che da sempre seguono le vicende del Parco. Sulla carta, insomma, tutto fila liscio. Sul piatto però restano aperte alcune problematiche non ancora risolte e di cui comitati e associazioni continuano a chiedere conto.
Partiamo dalla ruralità "storica" a cui dovrebbero attenersi le nuove opere nel parco, questione su cui Giancarlo Albera del coordinamento dei comitati è stato chiaro: "L'area non è mai stata rurale, prima c'era un aeroporto, non prendiamoci in giro". Poco male: il Central Park alla vicentina non sarà , c'è da starne certi, un pugno su un occhio nel paesaggio cittadino. Difficile inoltre fare peggio della caserma Del Din, per rimanere in zona. Concettualmente, però, i contenuti del parco restano tutti da decidere. Nel sito del Comune è da tempo reperibile la cartina che spiega come le diverse aree verranno suddivise. Nei 66 ettari di terreno troveranno posto un'area wildness, una zona umida (composta da laghetti e boschetti), una zona intrattenimento con un anfiteatro per spettacoli e concerti, un'area dedicata alla memoria, un percorso pedonale, una zona dedicata ad orti e vivai, un giardino centrale e i campi sportivi. Tanta roba, ma con un unico difetto: le possibilità di azione sono limitate, Unesco dictat: niente cemento.
Tutti gli spazi, in teoria, sono costruibili seguendo questa norma, se pur con difficoltà , ma "se per lo spazio concerti si può pensare a delle strutture mobili in legno e lo stesso per per gli eventuali punti ristoro - spiega Albera - occorre pensare in anticipo alla manutenzione di tutti questi spazi e strutture. Servono coperture, non solo per il primo anno ma per sempre".
Anche l'eventuale museo della pace in questo senso resta un mistero. Giovanni Marangoni, di cristiani per la pace, è chiaro: "credo sia giusto che all'interno del Parco ci sia un museo che richiami il tema della pace oltre ad uno spazio dedicato anche alla storia stessa del parco che, ricordiamolo, era un aeroporto. In questo senso dovrà trovare posto anche una testimonianza del movimento che ha portato alla creazione dell'area"...
Al momento per il Parco della Pace è previsto un budget di 6,8 milioni di euro. Non pochi per iniziare, ma in termini di programmazione serve comprendere quanto l'area verde peserà sulle casse comunali anche dopo che i lavori saranno ultimati.
Non è l'unica questione ancora aperta, ma tralasciando per un attimo i tecnicismi (servitù militari, accessi, parcheggi in via Dal Molin, ecc), il cittadino potrebbe aver qualche dubbio sulla reale capacità attrattiva del parco e sulla sua futura gestione. Negli otto anni di Variati, infatti, gli spazi verdi già esistenti sono stati una spina nel fianco dell'amministrazione. Parco Querini a causa dell'alluvione, dei conigli e di quel chiosco che rispetto ad altri simili non trova una sua collocazione né una sua attrattiva imprenditoriale. Il bando per gestirlo, quest anno, infatti è andato deserto. Di Campo Marzo non serve dire molto ma i tanti tentativi per animare la zona e strapparla allo spaccio hanno avuto fortune alterne. Fallimentare, in attesa degli alpini, l'esperienza Caffè Moresco, ma non tanto meglio sono andati i campi da beach volley apparsi per un'estate e poi spariti nel dimenticatoio. La pista del pattinaggio sul ghiaccio in inverno non si fa più e ora l'Amministrazione e il consigliere comunale con delega ad hoc Stefano Dal Pra Caputo incrocia le dita per la buona riuscita della prossima edizione di Festambiente. Parco delle Fornaci, nonostante un inizio difficile va meglio. Lo spazio per gli skater è un punto di riferimento per molti giovani e il chiosco estivo posizionato all'interno per il terzo anno consecutivo sembra andare al meglio. Il bilancio generale della gestione dei parchi cittadini complessivamente, quindi, non è certo positivo e allora cosa succederà con il gigantesco (sopratutto se messo a confronto con quelli esistenti) Parco della Pace? Tornare indietro, non si può, non avrebbe senso né per i bilanci, né politicamente.
Ma le idee sul futuro, dovrebbero essere almeno un po' più chiare. mandando al diavolo, forse, la ruralità .
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