Marchionne e la Fiom Cgil, secondo Langella
Domenica 12 Dicembre 2010 alle 19:03 | 0 commenti
Giorgio Langella, FdS - Marchionne è, come sempre, stupefacente. Il "grande" manager della Fiat, quello che il "nostro grande" industriale Calearo vorrebbe fare santo subito, ci dice finalmente chi sono responsabili della crisi italiana. Sono i lavoratori iscritti alla Fiom. Infatti afferma che "la Fiom bloccherà lo sviluppo del paese" con la sua intransigenza.
Dopo aver salvato, con "abile mossa", la Chrysler grazie ai soldi investiti dal governo statunitense; dopo aver constatato come, in assenza degli incentivi statali, le vendite delle automobili Fiat siano crollate; dopo aver espressa la volontà di delocalizzare la produzione, ma solo nei paesi che lo finanziano; dopo aver lasciato ben nascosto nei suoi cassetti il piano di sviluppo della Fiat (sorgono fondati dubbi che non esista), Marchionne ci illumina: la colpa di tutto è la Fiom. Prima ci aveva detto che i tre lavoratori di Melfi licenziati (e poi reintegrati dal giudice del lavoro ma non rientrati in fabbrica per volontà aziendale) erano responsabili di chissà quali nefandezze che interrompevano la produzione, poi ci ha assicurato che la trasmissione "Annozero" era colpevole di aver dato un durissimo colpo alle vendite della Fiat con "affermazioni denigratorie". Nel frattempo, più volte ci aveva fatto intendere che i lavoratori italiani sono dei lavativi che non hanno voglia di lavorare. Adesso, finalmente, ha individuato il "nemico". Tutto è chiaro: la colpa delle difficoltà dell'industria italiana è della Fiom. E ci fa capire anche il perché. La Fiom non "collabora", non si piega ai suoi capricci, non accoglie con entusiasmo (e supinamente) i "suoi accordi". In poche parole la Fiom fa quello che dovrebbe fare un sindacato: difende gli interessi dei lavoratori e non accetta quello che vuole il padrone.
Marchionne emette sentenze con l'aria di chi è infallibile. Non ammette mai che la dirigenza e la proprietà della Fiat possano avere responsabilità . Questo è un concetto che non lo sfiora minimamente. Dall'alto della sua ricchezza materiale (ogni anno prende più di 400 volte quello che percepisce un operaio) non capisce perché mai chi prende salari da fame possa contestarlo e non essere d'accordo con lui. Non capisce che i lavoratori hanno idee e proposte, forse, anche migliori delle sue.
A qualcuno non è mai sorto il dubbio che Marchionne sia capace di dirigere un'azienda solo se ottiene aiuti statali? E che forse sono le sue scelte e la sua arroganza a bloccare lo sviluppo del nostro paese?
Marchionne è fatto così. Stupefacente, sempre e comunque, in tutti i sensi.
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