Manovra: Regioni e governo, l'accordo non c'è
Sabato 10 Luglio 2010 alle 19:19 | 0 commenti
Rassegna.it - Fumata nera il 9 luglio. Errani: "L'incontro con il presidente del Consiglio ha avuto un esito molto negativo". Le Regioni provano a contrattare i tagli settore per settore, a partire dalla Sanità , ma il governo mette il veto
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di Aldo Garzia
Continua il braccio di ferro fra Regioni e governo.
Ieri (9 luglio) i presidenti delle Regioni si sono trovati spiegare il mancato accordo con il governo sulla manovra economica dopo l'attesissima riunione con Giulio Tremonti. Â
All'incontro erano presenti anche i ministri Raffaele Fitto, Renato Brunetta, Ferruccio Fazio, Andrea Ronchi, Umberto Bossi e Roberto Calderoli, oltre ai sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti.
Tra i governatori: Vasco Errani, Roberto Formigoni, Luca Zaia, Michele Iorio, Renata Polverini, Nichi Vendola e Gianni Chiodi.
È stato Errani, presidente della Conferenza delle Regioni e governatore dell'Emilia Romagna, a motivare le ragioni della fumata nera: "L'incontro con il presidente del Consiglio ha avuto un esito molto negativo. Abbiamo contestato i numeri relativi al contributo al debito e ai consumi intermedi".
Le Regioni hanno avanzato l'ipotesi, pur accentando l'entità del saldo proposto dal governo sui risparmi, di ricontrattare i tagli settore per settore, a iniziare da quello sanitario. Il governo ha replicato ricordando che sull'insieme della manovra è stato chiesto il voto di fiducia del Parlamento per non venire meno agli impegni sulla stabilità finanziaria.
Il presidente della Conferenza delle Regioni ha ricordato di aver chiesto al governo la formazione di una commissione, a costo zero, per verificare la qualità della spesa con l'impegno a far sì che venissero penalizzati gli enti locali non impegnati a ridurre le uscite considerate non di qualità . Quanto al varo della commissione, c'è stato il via libera di Berlusconi ma questa scelta non influisce sui tagli contenuti nella manovra (4 miliardi nel 2011) che diventeranno immediatamente operativi.
Errani, con l'assenso degli altri governatori di centrodestra e di centrosinistra, ha affrontato il tema della restituzione delle deleghe, eventualità già ventilata alla vigilia dell'inconro: "In queste condizioni, non possiamo governare. Siamo qui a ribadire, con ancora maggiore convinzione, la richiesta di mettere all'ordine del giorno della conferenza Stato-Regioni la riconsegna delle deleghe. Perché non siamo in grado di esercitarle".
I governatori di centrosinistra e centrodestra, in modo trasversale, alzano bandiera bianca: con il taglio sui trasferimenti di risorse alle Regioni non possono più esercitare le proprie competenze su trasporto pubblico, famiglia, non autosufficienza, fondo sociale, fondo per le imprese. Precisa Formigoni: "Quando noi abbiamo ribadito la richiesta di restituire le deleghe, è chiaro che questo deve essere sostenuto da una legge. Può essere anche un emendamento alla manovra".
"Abbiamo manifestato - dice Nichi Vendola, governatore della Puglia - la nostra disponibilità a monitorare le spese, ma a questo punto faranno il federalismo con il morto. La vera crisi sarà quando non potremo garantire i diritti ai cittadini". "I saldi della manovra dovranno restare invariati e la scelta del governo di porre la fiducia è un atto di coraggio. Se il Parlamento non ci approverà questa manovra, andremo a casa", ha ribadito Berlusconi nel corso dell'incontro.
Al termine del vertice con le Regioni, si è svolto quello con Province, Comuni e Comunità montane. Sergio Chiamparino, sindaco di Torino e presidente dell'Anci (l'Associazione che raggruppa i Comuni), ha annunciato la buona notizia della giornata: "Il governo si è impegnato a portare in Parlamento entro il 31 luglio il decreto attuativo che prevede il trasferimento delle imposte a Province e comuni". Quindi c'è stato accordo tra esecutivo, Comuni e Province.
Il ministro Tremonti, che ha partecipato alla conferenza stampa conclusiva dei rappresentanti dei Comuni, ha fatto il punto sulle due riunioni a Palazzo Chigi: "Nessun emendamento. La manovra resta invariata e immodificabile nei soldi e nei saldi. Bisogna dare atto a Comuni e Province di essere lungimiranti". Sulla rottura con i governatori, il ministro dell'Economia è ottimista: "Sono convinto che una volta votata la manovra ci ritroveremo attorno a un tavolo anche con le Regioni".
Restano invariati i tempi previsti per il varo della manovra. La discussione inizia nell'Aula del Senato martedì prossimo, il voto di fiducia è previsto per giovedì 15 luglio.
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