Letti e riletti per voi del 3 giugno: Zonin si salva dai sequesti e Consoli contrattacca, a Vicenza giudici "incazzati" e sotto scorta
Sabato 3 Giugno 2017 alle 20:14 | 0 commenti
Con Consoli ci sono altri 14 indagati e la Giustizia è ancora lontana dall'obbiettivo di individuare una verità fattuale oltre che penale. Intanto però, il tribunale di Roma ha sequestrato molti dei beni dell'ex manager e quelli dei suoi famigliari. Un rischio che non sembra correre Gianni Zonin. Alla posizione dell'ex capo supremo di Banca Popolare di Vicenza dedica un articolo il Mattino di Padova: "I titoli finanziati salvano Zonin dai sequestri". Secondo quanto riportato dal giornale patavino, la discussa richiesta della procura di sequestro di oltre 106 milioni di euro riguarda solo i beni della Bpvi e l'ex direttore generale Samuele Sorato e l'ex vicedirettore Emanuele Giustini, mentre nessun problema, almeno apparentemente, ci sarebbe per l'ex presidente ma la scelta del non sequestro non è di semplice interpretazione: "Zonin ha scaricato le responsabilità sui manager, a cominciare da Sorato. Una versione che la Procura ritiene in qualche modo credibile. Per il momento si tratta di ipotesi visto che le motivazioni dei sequestri sono contenute in quel provvedimento al centro dello scontro in atto a Vicenza e nato dalla decisione del gip Barbara Maria Trenti di trasmettere per competenza alla Procura di Milano.Â
La decisione della togata, come riporta Valentino Gonzato su Il Giornale di Vicenza, ha anche delle conseguenza concrete sulla vita del Gip, una donna sempre più sotto assedio. "Il giudice per le indagini preliminari Barbara Maria Trenti... è stato messo sotto protezione. Il provvedimento d'urgenza è stato emesso mercoledì dal questore Giuseppe Petronzi. L'obiettivo è tutelarla, anche se al momento il magistrato non avrebbe ricevuto alcuna minaccia concreta. Misure analoghe potrebbero essere prese anche a garanzia degli altri magistrati che si occupano del dissesto della banca."
Da Borgo Berga non filtrano commenti, ma intanto parla un altro togato l'ex procuratore di Vicenza, Antonio Fojadelli che sulle pagine de Il Corriere del Veneto si difende dalle critiche a mezzo stampa mossegli dall'attuale procuratore generale Antonino Condorelli: "le indagini di oggi pagano lo scotto dell'inerzia manifestata dai loro predecessori".
Fojadelli non si sottrae allo scontro e all'intervistatore, Andrea Priante, dice: "La prima inchiesta sulla Bpvi fu aperta nei primi anni duemila...non venne individuato alcun illecito ma si puntò il dito sulla gestione padronale di Gianni Zoni...La magistratura fece il suo dovere. Semplicemente non furono evidenziati aspetti illegali...un procuratore deve attenresi alla legge".
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