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Fiom, VicenzaPiù e Liberazione: assemblea su lavoro e libertà di stampa a Magrè col Prc

Di Citizen Writers Domenica 22 Gennaio 2012 alle 23:37 | 0 commenti

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Di Irene Rui
A Schio, oggi 22 gennaio, si è tenuta un'assemblea pubblica su lavoro, sindacati e libertà di stampa con Roberto Fogagnoli segretario del circolo "P. Tresso" PRC di Schio a fare da padrone di casa. La sala era gremita e, dopo un appello allo sciopero generale dei sindacati di Base di Luc Thibault, i relatori Morgan Prebianca della Fiom Cgil, Giovanni Coviello di VicenzaPiù e Francesco "Checchino" Antonini di Liberazione hanno provato a fare una panoramica di quello che è lo stato della democrazia odierna (photo gallery).

Prima delle conclusioni di Giuliano Ezzelini Storti segretario provinciale PRC-FdS e degli stessi relatori ci sono stati numerosi, e caldi, inteventi. In sala era presente Giorgio Langella, segretario provinciale del PdCi FdS. L'Iniziativa di oggi nata dallo stato di agitazione di "Liberazione", costretta a cessare almeno temporaneamente l'attività per il mancato rifinanziamento dell'editoria, ha toccato le varie situazioni in cui il governo Monti, in continuità con il precedente, sta minando i diritti dei lavoratori riconoscendo l'accordo Marchionne come modello da esportare in altre realtà come il settore ferroviario e avallando la forzatura industriale nell'uso di questa tipologia contrattuale in altri settori. L'accordo Marchionne che doveva fermarsi a Pomigliano si è dimostrato, come affermato dalla Fiom, un modello che si è allargato a tutta la realtà del settore auto e che Confindustria vorrebbe applicare ovunque. "D'altronde siamo di fronte - ha continua Prebianca - ad un governo che mette in discussione i referendum sui beni comuni (quello dell'acqua) e che vuole mettere in discussione i diritti acquisiti dei lavoratori. Con l'esigibilità del contratto un lavoratore che è alla catena e non riesce a mantenere i ritmi, chi decide di scioperare può essere licenziabile. E' messo in discussione inoltre il diritto alla malattia paragonata all'assenteismo. E' ostacolato il diritto di sciopero e della rappresentanza sindacale. Tant'è che si prende a modello, per sconfiggere la concorrenza, l'uso dei lavoratori come pure risorse umane comandate come in caserma, a stare a delle regole dettate dal padronato, che guarda alle esigenze del mercato e non a quelle fisiologiche dell'operaio. Come Fiom, abbiamo pensato, per stoppare il dilagare di queste forme di sopraffazione, di indire una manifestazione nazionale per l'11 febbraio a Roma, che sarà la partenza di altre iniziative. Intanto davanti a Mirafiori ci siamo accampati con un camper e abbiamo raccolto 20mila firme, ben 9.000 in più dei nostri 11mila iscritti, per un referendum contro il contratto, abbiamo aperto un gazebo per le assemblee e per comunicare iniziative. E nello stesso camper, raccogliamo come qualche decennio fa le iscrizioni al sindacato".
La Democrazia nei luoghi di lavoro passa anche per la libertà di informazione, per un'informazione non manipolata e censurata che è voce delle realtà locali, ma anche nazionali. Quello che piccole testate non asservite ai poteri forti locali come "VicenzaPiù" e testate nazionali come "Liberazione" cercano di fare. Una stampa libera, che pubblica informazioni che altri giornali non seguono, che fa notizia e non censura. Purtroppo si assiste da parte di noti quotidiani locali (vedi "Il Giornale di Vicenza", ma anche il Corriere del Veneto) in mano a Confindustria e a lobby immobiliariste a una non informazione, alla scelta dei temi non per la cronaca, ma per sostenere una posizone rispetto all'altra, si usano i comunicati stampa o le lettere manipolandole a piacimento di una tesi politica rispetto all'altra. "Basti pensare alla questione della Valdastico Sud - ha detto Coviello -. VicenzaPiù per prima ha pubblicato le foto dei rifiuti ferrosi e forse tossici depositati sotto il manto di asfalto, prima addirittura dell'inchiesta apparsa su "L'Espresso" mentre il Giornale di Vicenza ha invece oscurato il problema addiritturaa ffrontat a Venzia dall'antimafia per limitarsi a pubblicare sotto il nome di ‘inchiesta' la pura e semplice auotodifesa della Beltrame, senza contraddittorio alcuno con le documentazioni esistenti. Per non parlare di come il GdV ha trattato il caso delle tessere del Pdl di Sergio Berlato attaccandolo sistematicamente facendo riferimento alla Procura con argomentazioni non sostenibili neanche legalmente. Salvo poi relegare tutte le informazioni relative nelle pagine della Regione quando gli avversari galaniani e sartoriali, ai cui interessi sono collegabili le ‘simpatie' confindustriali, hanno visto smontate le proprie tesi dagli stessi organismi centrali del partito. Un vero giornalista dà le notizie e poi le commenta, legittimamente, con le sue opinioni. Le notizie solo il dovere, la loro manipolazione o, peggio, il loro occultamento è la negazione della deontologia professionale. Malgrado gli enti ci abbiano tagliato la pubblicità, per la nostra scomodità, siamo arrivati a superare sul web 130mila utenti medi unici al mese e distribuiamo almeno 10mila copie del nostro quindicinale, questo grazie al dato che possiamo sbagliare, ma facciamo informazione senza padrini. E' così' che aumentano i nostri lettori, è così che apprezzano i nostri mezzi le aziende che fanno solo i conti sulla diffusione dei media senza volerli condizionare".
"Il fondo dell'editoria ha bisogno di essere riformato - ha iniziato Francesco Antonini -. Ci sono infatti,quotidiani che non ne avrebbero diritto poiché in grado di autosostenersi con le vendite e la pubblicità come il "Corriere della Sera" che inve prende 20milioni di euro, "Il Sole 24 Ore" che ne prende 16, "La Repubblica" che ne prende 10. Quotidiani o settimanali che hanno come editori cooperative fantoccio per ricevre finanziamenti e poi magari sono distribuiti come "panini"-inserto all'interno di giornali nazionali e rubano i fondi a giornali seri come "Liberazione" o "Il Manifesto". Quotidiani in cui i giornalisti prendono 7 euro ad articolo quando è pagato bene, ma anche 4 - 4,50 euro, mettendo a rischio la propria vita, come nel caso del collega di Parma con la sua inchiesta sulla mafia, ma a volte non avendo nemmeno le risorsa economiche per fare le telefonate per fare il proprio lavoro. Ci sono poi i falsi free-lance, coloro che risultano non assunti, ma lavorano presso le testate ogni giorno, e ai quali è dato l'ordine di seguire una notizia rispetto all'altra. Noi di "Liberazione" - afferma Checchino - siamo tutti contrattualizzati. La vicenda di "Liberazione" si collega a doppio filo a una rivolta sociale che non è quella dei forconi, in cui tra l'altro ci sono infiltrazioni di destra e militari, ma quella della miriade di vertenzialità dei movimenti presenti in Italia, da Pomigliano, alla Fiom per le varie realtà lavorative. Ma anche dei NO TAV, dei Comitati per i Beni Comuni, contro la privatizzazione dell'Acqua, degli indignados fino ai movimenti dei migranti. Liberazione è la voce del popolo, di queste realtà, ma è anche la voce di Rifondazione Comunista, un partito che assaggia sulla sua pelle la censura mediatica, anche se ultimamente abbiamo avuto diversa visibilità. Liberazione ha saputo portare alla luce notizie che altri hanno trattato con omertà, con faciloneria, basti pensare all'alluvione di Genova, in cui per primi abbiamo focalizzato la vera causa di quel disastro. Per non parlare delle vicende Cucchi e Aldovrandi. Liberazione è uno strumento più che mai utile oggi, uno strumento che va usato come una opportunità politica per le battaglie contro le destre, per smascherare chi sta dietro (l'estrema destra) ai finti attentanti malavitosi come quelli di Roma chi sta dietro ad appalti. E a livello politico è uno strumento per riconquistare la voce dell'opposizione al governo Monti..". L'assemblea si è conclusa con un ampio dibattito e con riflessioni fatte ai relatori, riflessioni che riguardano la democrazia nei luoghi di lavoro, la libertà di stampa e di espressione senza dover incorrere in intimidazioni di sorta, i mezzi con cui sostenere il quotidiano Liberazione. Si è sentito un forte calore nei confronti dei due quotidiani - web locale e cartaceo nazionale - in quanto simbolo di una informazione che non si trova in altri. C'è stata una forte condivisione della volontà di far tornare Liberazione il più presto possibile in edicola, oltre che a viaggiare su web, poiché uno strumento utile alla lotta. La giornata si è conclusa con un pranzo partecipato a sostegno del quotidiano comunista.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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