Larghe intese stile Dc. Coro di no per Casini
Martedi 13 Luglio 2010 alle 01:30 | 0 commenti
Rassegna.it - Il segretario Udc propone un "governo di responsabilità nazionale" con tutti dentro. No del Pd e dei maggiorenti Pdl. Resta in piedi l'ipotesi di un ingresso Udc nella maggioranza, Frattini spiega tempi e modi. Bonino: "Situazione fuori controllo"
La proposta di un "governo di responsabilità nazionale" lanciata da Pierferdinando Casini non sfonda né a destra né a sinistra.
Subìto lo stop della Lega a un ingresso nella maggioranza, il segretario dell'Udc, intervistato dal Corriere della Sera, rilancia e sostiene che l'unico modo per uscire dalla "crisi politica in atto" sia un esecutivo aperto a tutti, guidato da chi sceglierà il capo dello Stato, ma per il quale "non e' possibile avanzare veti" su Silvio Berlusconi perché "ha vinto lui le elezioni". "Se fossi il premier - spiega Casini - di fronte alla gravità della crisi e alla situazione del Paese, chiederei a tutte le forze politiche una responsabilità più ampia". Il Pd accetterebbe, secondo Casini, perché sono "in molti a rendersi conto che così non si può andare avanti". La Lega e l'Idv, invece, "forse no".
Dal Pd, però, la reazione che arriva non è quella prevista da Casini. "Per rispondere alla proposta di Casini di un governo di larghe intese guidato da Berlusconi bastano due lettere: no. Anzi cinque: no, mai". Questo il commento di Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera. "Qualsiasi soluzione possibile per garantire un governo al paese che affronti le emergenze e aiuti il passaggio verso un bipolarismo moderno ed europeo - dichiara Franceschini all'agenzia Ansa - per noi non può che passare attraverso il superamento e la chiusura dell'era di Berlusconi".
"E' una discussione del tutto priva di fondamento - gli fa eco ai microfoni del Tg1 Nicola Latorre, vicepresidente del gruppo Pd al Senato -. Quel che faremo dopo si discuterà quando il governo sarà caduto, di certo tutto il dibattito di questi giorni conferma che il governo Berlusconi è al capolinea".
Si torna dunque all'ipotesi di partenza per puntellare la sempre più logorata (dall'interno) maggioranza. E' quanto si evince dalle parole di Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, secondo il quale "a questo punto rimane in corsa solo l'attuale governo eletto dal popolo con una precisa maggioranza". "Allo stato attuale delle cose - dice Cicchitto - nulla esclude che questo governo e questa maggioranza possano aprire un confronto con le parti più ragionevoli e responsabili dell'opposizione, cioè con l'Udc, tenendo anche conto del principio, ricordato dall'on. La Russa, mai dire mai".
No alle larghe intese anche dal ministro degli Esteri Franco Frattini. "Mi sembra una cosa improponibile", spiega ad Affaritaliani.it. "Non è la prima volta che l'onorevole Casini ne parla. Io credo che Casini sia portatore di valori comuni con il Pdl e che sia sbagliato e inaccettabile che la Lega ponga degli ultimatum a Berlusconi; non si tratta evidentemente di un antagonista della Lega. Si tratta di un membro del Partito Popolare Europeo come lo siamo noi. Ci troviamo alle riunioni del Ppe insieme ed è curioso che qui in Italia siamo in banchi contrapposti in Parlamento. Ma ciò detto - prosegue Frattini - un governo di larghe intese e' l'ultima cosa al mondo che potrebbe essere spiegata ai nostri elettori: sarebbe un tradimento". Frattini scarta anche l'ipotesi di un ingresso nel governo dell'Udc, ma traccia un percorso di "avvicinamento" più realistico: "Una fase in cui si sperimenta insieme un rapporto politico - ad esempio cominciando a votare insieme sull'attuazione del federalismo fiscale o sulle intercettazioni - e su questi temi concreti si potrà misurare un rapporto politico, poi vedremo".
Il deputato finiano Italo Bocchino apre invece alla proposta dell'Udc. "Il presidente Casini - dice Bocchino - offre oggi al centrodestra tutto una nuova opzione per la seconda parte della legislatura, peraltro senza mettere in discussione il mandato elettorale di Berlusconi. E' evidente che ogni scelta su come affrontare i prossimi anni di governo spetta solo a Berlusconi ma il Pdl e la Lega hanno il dovere di aprire una discussione franca sulla proposta di Casini".
In una conversazione con Repubblica, il ministro leghista Roberto Calderoli ribadisce invece il veto ai centristi: "Se ci alleassimo con Casini ci troveremmo di fronte all'assurdità di tornare alle coalizioni fatte dopo il voto". Se porti al governo "l'antagonista", prosegue l'esponente del Carroccio, il partito che a marzo in molte regioni si è schierato con il Pd "attaccandoci", finisce che "tradisci il mandato elettorale". Calderoli chiede inoltre "un chiarimento immediato, dopo la manovra e prima delle vacanze estive" tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente della Camera Gianfranco Fini, cofondatori del Pdl, perché, "non è possibile andare avanti così per tutta l'estate". Nel caso in cui le tensioni non si dipanino, avverte, "andremo alla conta e sono convinto che il problema sarà molto ridimensionato". Se così non fosse e il governo cadesse, aggiunge, "l'unica alternativa è il voto".
"Noi non siamo interessati a entrare in questo governo". Così replica Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc. E aggiunge: "Penso che nessuno dei dirigenti Udc abbia in mente di entrare nel governo Berlusconi". Cesa spinge invece sul tasto delle larghe intese: "Stiamo parlando di una cosa diversa, stiamo chiedendo al presidente del Consiglio, a fronte delle difficoltà che vive il Paese, di prendere atto della situazione e di fare un appello alle opposizioni, compreso il Pd, e a chi vuole aderire a questa idea". Questo perche', secondo il segretario dell'Udc, "se andiamo ad elezioni con questo sistema, il giorno dopo avremo la stessa identica situazione. Non affrontare seriamente il discorso delle riforme sarebbe irresponsabile".
Le altre reazioni
"Un governo di larghe intese non serve all'Italia, men che mai se a guidarlo dovesse essere Berlusconi. Il cavaliere ha vinto le elezioni a capo di una maggioranza e ha il dovere di governare. Chi e' stato sconfitto elettoralmente ha il dovere di praticare un ruolo altrettanto nobile ed utile in democrazia che e' quello dell'opposizione": è quanto afferma Nello Formisano (Idv), vicepresidente della commissione Bicamerale per la semplificazione. "Se il governo non dovesse essere in condizioni di andare avanti, la via maestra- conclude-, nelle democrazie occidentali, e' rappresentata dal ritorno alle urne".
"In questo mese di luglio penso che non accadrà proprio nulla. Vedo che cercano di far entrare Casini in maggioranza semplicemente per rendere meno determinante il peso di Fini, ma il problema vero in questo momento è la Lega, che non è più il monolite che si pensava. Noi diciamo no a governi tecnici e ad elezioni anticipate, il governo ha una maggioranza amplissima, la usi per governare". Lo dice, a Radio Radicale, la vicepresidente del Senato Emma Bonino. "Certo- prosegue- nel Pdl se ne scoprono di tutti i colori, con cene francamente imbarazzanti, esalazioni mefitiche, chi spia chi, e dall'altra parte la Lega che diventa sempre più influente. Il ‘ghe pensi mi' non ha proprio risolto alcunché. Secondo me un'ipotesi di salute pubblica esiste, ma la situazione è fuori controllo. Ci sono faide interne nel Pdl e anche dentro la Lega".
No a ‘suk' e ‘papocchi', subito al voto: lo afferma Luigi de Magistris, eurodeputato IdV. "Berlusconi - dice - pensa di poter governare il Paese attraverso le cenette a casa Vespa, come se il Paese fosse una delle sue attività economiche. Riunisce i più illustri rappresentanti delle lobby finanziarie nostrane, benedette da sacre presenze, e poi procede ad aprire un suk politico che fa impallidire la Prima repubblica, barattando incarichi governativi per corrompere Casini e liquidare Fini nella speranza di dare respiro ad un esecutivo agonizzante. Mentre la Lega nello stesso tempo gli rompe le uova nel paniere sparando ad alzo zero sull'UdC. Siamo davanti ad un quadro scoraggiante e indegno per una democrazia moderna. Visto che la maggioranza è nel baratro politico e ha raggiunto i minima moralia (da Brancher a Verdini e chissà chi altro in futuro), sarebbe meglio che la parola fosse riconsegnata agli elettori e alle urne, piuttosto che pensare ad annessioni ‘casiniste' per epurare il dissenso interno oppure a ‘papocchi' come le larghe intese, le quali altro non sono - conclude - che soluzioni di irresponsabilità nazionale".
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