Seconda udienza processo Marlane Marzotto: nessun ministro ne ha denunciato i ritardi
Venerdi 12 Ottobre 2012 alle 19:38 | 0 commenti
Riceviamo da Giorgio Langella, segretario regionale PdCI FdSÂ
Si sta svolgendo al tribunale di Paola la seconda vera udienza del processo Marlane-Marzotto. Dopo la testimonianza di Luigi Pacchiano (ex operaio che è sopravvissuto a quello che accadeva nello stabilimento di Praia a Mare e che ha iniziato oltre 15 anni fa ad agire per arrivare ad ottenere giustizia), è stata la volta di Emilio Osso e di Alberto Cunto.
Il primo, tecnico esperto in materie ambientali, ha deposto in relazione al disastro ambientale provocato dal sotterramento di rifiuti tossici e pericolosi nelle vicinanze della fabbrica calabrese. Il secondo, ex operaio della Marlane e rappresentante del sindacato Slai-Cobas, ha testimoniato quanto ha vissuto e subito negli anni di lavoro.
Le testimonianze rese hanno confermato le accuse di "scarsa" sicurezza, di condizioni di lavoro a dir poco "precarie" e il ritrovamento di sostanze pericolose nelle vicinanze dei capannoni dello stabilimento.
Questa udienza dimostra che il processo sta andando avanti secondo il calendario fissato dai giudici e che, forse, esiste una speranza di arrivare in tempi non troppo lunghi (da oggi) a un verdetto che faccia giustizia. Una buona notizia, finalmente, perché il processo Marlane-Marzotto ha subito fin troppi rinvii. Basta ricordare che doveva avere inizio ufficialmente un anno e mezzo fa dopo oltre 15 anni di istruttorie, lentezze burocratiche, tentativi di insabbiamento e quant'altro. E che in questo anno e mezzo ci sono stati ulteriori rinvii per cavilli procedurali, eccezioni, scioperi degli avvocati. Un'attesa eterna. Oggi c'è una speranza per chi attende da troppi anni verità e giustizia.
Ricordando l'iter processuale di questa tragedia del lavoro, non si può che sottolineare la dichiarazione del ministro degli esteri Terzi sul rinvio del processo che si svolge in India a carico di due marò italiani. Un ritardo, certo, che allunga l'attesa per un giudizio su quanto accaduto il 15 febbraio scorso (otto mesi fa). Un ritardo che, certamente, pesa come un macigno su chi è accusato di omicidio come lo sono i due militari italiani. Siamo "sconcertati e allibiti dal caso" ha affermato il ministro parlando (evidentemente) a nome del governo. Terzi ha diritto (e, forse, anche il dovere) di protestare.
Ma, anche noi, abbiamo ogni diritto di chiederci perché nessun ministro mai si è dichiarato "sconcertato e allibito" per il ritardo decennale del processo Marlane-Marzotto? Perché le famiglie dei lavoratori morti e ammalati, le associazioni ambientaliste calabresi, i sindacati Slai e Si Cobas, il PdCI vicentino e calabrese, qualche giornale locale come Vicenzapiù sono stati lasciati soli nella richiesta di ottenere verità e giustizia? Perché ci sono state indifferenza e silenzio da parte della stragrande maggioranza delle forze politiche e dell'informazione italiana? Ci sono forse due pesi e due misure? Oppure la vita di oltre cento lavoratori e un bellissimo territorio che si sta scoprendo devastato e compromesso valgono meno, molto meno, dei militari arrestati in India?
Forse sarebbe bene pretendere processi brevi e giusti per tutti i cittadini anche in Italia. Forse sarebbe necessario indignarsi in ugual misura quando a qualcuno viene negato il diritto costituzionale ad ottenere giustizia. Questo è quanto hanno chiesto e chiedono i lavoratori della Marlane-Marzotto e le loro famiglie. Solo questo.
PdCI - FDS Vicenza
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