Il Comitato “Vicenza per il No” è "abusivo" secondo il documento della Cgil sul referendum: non è bastata la reprimenda di Susanna Camusso
Martedi 18 Ottobre 2016 alle 18:30 | 2 commenti
Nel bilancino referendario del 4 dicembre, oltre ai voti del centrodestra tra diversi "outing" per il Sì ai quali si è aggiunto lo storico adepto berlusconiano Arrigo Sacchi, sono ancora in bilico molte preferenze del principale sindacato italiano, la Cgil. Se da un lato è arrivata più di una critica negativa sulla riforma costituzionale che ha portato l'Assemblea generale del sindacato a invitare a votare No, viene lasciata a iscritti e dirigenti "libertà di posizioni individuali diverse, trattandosi di questioni costituzionali". Lo si legge nel documento ufficiale preparato l'8 settembre 2016 (clicca qui per visualizzare l'originale). Ma è la parte finale di questo documento che presenta un risvolto ancor più interessante. E riguarda direttamente il Comitato "Vicenza per il No".
"La CGIL e tutte le sue Strutture nel preservare la propria autonomia, non aderiscono ad alcun Comitato".
"Vicenza per il No" oltre ad essere sostenuto da Anpi, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Centro sociale Bocciodromo, No Dal Molin e Rifondazione Comunista, ha tra i suoi principali rappresentanti anche la Fiom, i metalmeccanici Cgil.
E non è una presenza secondaria. Il comitato, infatti, è "trainato" da Maurizio Ferron, segretario provinciale Fiom di Vicenza, che ha condotto sia la conferenza stampa di presentazione del 31 agosto che quella recente per lanciare l'arrivo di Marco Travaglio nel vicentino. Una conferenza quest'ultima che è stata indetta addirittura nella storica sede cittadina Cgil in via Vaccari, nel quartiere dei Ferrovieri (foto).
Insomma una "abusiva" campagna per il No, secondo i dettami del sindacato, che aveva già avuto un'appendice durante l'affollata assemblea provinciale degli iscritti. In quell'occasione aveva dovuto alzare la voce anche la segretaria nazionale Susanna Camusso, arrivata a Vicenza per partecipare all'assemblea, con una "tirata d'orecchie" al segretario provinciale Giampaolo Zanni che aveva propagandato il suo sostegno alla bocciatura della riforma.
Chissà se ora la segretaria nazionale interverrà di nuovo, o se la vicenda passerà sotto traccia in barba alle direttive e alla posizione di quegli iscritti che non hanno intenzione di bocciare la riforma.
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