Filctem Cgil: salute e sicurezza, il caso Marlane Marzotto di Praia a Mare. Processo dal 19
Lunedi 18 Aprile 2011 alle 23:08 | 0 commenti
Cgil Vicenza, Filctem Vicenza - Il 19 aprile si aprirà a Cosenza il processo che dovrà accertare le responsabilità in merito ad almeno 40 lavoratori dipendenti della Marlane-Marzotto di Praia a Mare che sono morti per tumore provocato dalle sostanze utilizzate e dalle condizioni dell'ambiente di lavoro nello stabilimento che era prima di proprietà ENI-Lanerossi dal 1969 e poi di Marzotto dal 1987 fino alla chiusura del 2005.
Nella prima udienza del 16 ottobre 2010 il giudice della Procura di Paola ha rinviato a giudizio 14 persone, tra cui i dirigenti Marzotto che si sono succeduti in quegli anni, con l'accusa di omicidio colposo plurimo per carente rispetto delle misure di sicurezza contro il rischio delle sostanze chimiche e tossiche. L'accusa riguarda anche il disastro ambientale per le sostanze nocive scaricate nell'ambiente, una situazione che continua ad essere potenziale fonte di rischio per i cittadini della zona.
Si tratta di accuse molto gravi: per questo la CGIL nazionale (a firma prima di Guglielmo Epifani e poi di Susanna Camusso) e la FILCTEM nazionale e regionale si sono costituite 'Parte civile' a fianco delle famiglie e dei lavoratori colpiti e sostengono pienamente l'azione della Magistratura per l'accertamento della verità e delle responsabilità .
La Filctem di Vicenza, oltre all'attività sul tema della salute e sicurezza dentro agli stabilimenti vicentini della Marzotto, segue la vicenda Marlane in contatto con la Cgil calabrese e nazionale.
Quindi, il 19 aprile, alla prima udienza, la nostra Organizzazione.Â
Ci aspettiamo che anche la Marzotto, uno dei più grossi gruppi tessili europei, faccia tutto quanto è nelle sue facoltà per favorire la verità e la giustizia e far emergere le responsabilità .
Nel sud in particolare ma non solo, per troppo tempo si sono imposti pesanti ricatti occupazionali e ciò ha fatto tacere molti che avrebbero dovuto parlare. Ma è il tempo di fare chiarezza, nella vicenda Marlane come nelle molte altre vicende avvenute in ogni territorio, dove si sono anteposte le logiche economiche e dello sviluppo a quelle del lavoro e dei diritti indisponibili, primo tra tutti quello alla salute. Oggi, la crisi pesante che attraversa l'economia, rischia di scaricare - ancora una volta - costi irricevibili sul lavoro.
Gli ultimi dati ufficiali di Inail danno gli infortuni e i morti sul lavoro leggermente in calo rispetto all'anno precedente (ma minori sono state anche le ore lavorate, a causa della crisi!). Sono invece in aumento le malattie professionali, segno di un peggioramento delle condizioni di lavoro e di un rischio che può essere molto subdolo perché queste sono malattie che mostrano i loro effetti anche dopo molti anni.
Per questo la salvaguardia della vita e della salute devono essere assolute priorità per tutti i soggetti:
• per la Marzotto di Valdagno così come per tutte le aziende, grandi e piccole. Formazione, investimenti e controlli costanti su queste problematiche devono diventare una costante, in particolare verso i neo-assunti, i lavoratori temporanei, gli immigrati. Gli appalti al massimo ribasso sono nemici della sicurezza sul lavoro, quanto la precarietà e i ritmi di lavoro compressi.
• per gli Spisal che devono essere attrezzati a prevenire e a reprimere, dove necessario, comportamenti illeciti o irresponsabili.
• per il sindacato e i Rappresentanti dei lavoratori per la Sicurezza così come per i lavoratori tutti, che devono pretendere informazione, formazione, controllo degli ambienti, strumenti, attrezzature e dispositivi di anti-infortunistica nei luoghi di lavoro.
Noi crediamo di svolgere negli stabilimenti Marzotto del territorio, un minuzioso lavoro. E i nostri uffici sono a disposizione per la tutela individuale delle persone nei casi di infortunio e in quelli in cui si ravvisano nessi tra malattie professionali e ambienti nocivi/pericolosi.
Ma è la prevenzione l'azione principale che un Sindacato deve svolgere.
Infine crediamo che la rete degli RLS debba rafforzarsi e che dalla relazione tra loro e con gli Enti competenti si possa preservare e rilanciare la cultura della sicurezza.
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