Opinioni | Categorie: Politica

Dimettersi non è da tutti

Di Alessio Mannino Venerdi 6 Novembre 2009 alle 20:14 | 1 commenti

Gerardo Meridio e Massimo CalearoI politici italiani, quando dovrebbero dimettersi, non lo fanno. E quando non devono farlo, salta fuori qualcuno che chiede che lo facciano. Perché il nostro paese vive così: ignaro di regole, senso dell'opportunità, rispetto per le istituzioni. E financo del pudore.
L'Ipab versa in condizioni pessime: rette troppo alte, bilancio in perdita, lavoratori scontenti, carenze strutturali. Solo per i suoi dieci anni di mal gestione, il presidente Gerardo Meridio avrebbe già dovuto aver fatto le valigie. Invece è stato riconfermato, con un autentico blitz in zona cesarini, dall'ex sindaco Hullweck. Come se non bastasse, il consigliere del Pdl Meridio nel 2007 si era pure autoriformato lo statuto per garantirsi la presidenza perpetua. Travolto dallo scandalo Ristocenter (la società fallita che la procura berica accusa di aver tentato di sbolognare all'Ipab il casale di Longara per farci un nuovo centro anziani, dopo averlo girato ad una fiduciaria dietro cui c'è l'ex presidente di Aim, Beppe Rossi, arrestato assieme ad altri), Meridio ha inscenato il balletto: mi dimetto per correttezza anche se sono innocente, anzi no, non mi dimetto proprio perché non c'entro niente. Il suo cda (Lorenzo Casetto, Salvatore Risuglia, Diego Beltramelli, Alessandra Barbieri Danchielli, Francesco Rucco, Valeria Porelli e Gianluca Brunello) giovedì 5 novembre lo sfiducia, dopo aver perso un pezzo il giorno prima: il leghista Luigi Bastianello, l'unico ad essersi dimesso. Il sindaco Achille Variati strepita con la Regione: intervenisse a fare piazza pulita, perché devono andarsene tutti, dal primo all'ultimo. Ha ragione Achille: fuori, via, raus. Ma che poi non sostituisca alla lottizzazione di centrodestra una di centrosinistra, altrimenti siamo punto e daccapo.

Massimo Calearo ha smesso i panni di Amleto dei poveri e al fin si è deciso: lascerà il Partito Democratico tornato con Bersani al vecchio modello socialdemocratico e si imbarcherà con Rutelli e l'Udc nell'ennesimo partito centrista. Non potremmo sopravvivere senza una nuova formazione "moderata e riformista", ci fa sapere l'ex deputato Pd. C'è chi ha commentato che uscito Calearo, Bersani è già riuscito a fare la prima cosa di sinistra. A noi, più semplicemente, che l'ex presidente di Federmeccanica e degli industriali vicentini non si senta bersaniano dentro ma senta il bisogno di "esserci" comunque (sic) ci interessa quanto sapere con chi vanno a letto Berlusconi e Marrazzo: cioè zero. Il suo ex partito non era meglio con lui dentro, con le americanate di Veltroni, né sarà meglio con lui fuori, con un D'Alema padrone di continuare gli inciuci di sempre (altro che socialdemocrazia). Ci fa restare di stucco, però, la richiesta della neosegretaria del Pd veneto, la bassanese Rosanna Filippin: «mi auguro che Calearo abbia verso gli elettori del Pd il rispetto di dimettersi da deputato». Informiamo la signora Filippin che un parlamentare risponde ai cittadini tutti, non ai partiti che grazie ad un'infame legge elettorale hanno dato l'ultimo giro di chiave alla gabbia in cui tengono prigioniera la nostra democrazia di facciata. La Costituzione, che qualche volta meriterebbe un ripassino, all'articolo 67 afferma che «ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». Spiegazione: Calearo, come ogni altro eletto dal popolo (chiamiamoli così per carità di patria), non ha nessun obbligo di dimettersi se cambia casacca. Saranno proprio gli elettori a giudicare, con l'arma del voto. Il fatto è che quest'arma è stata messa nelle condizioni di non nuocere proprio dai partiti, Pd compreso, che hanno sequestrato il potere di decidere chi eleggere e chi no mediante le liste bloccate e, prima ancora, con l'occupazione di ogni ganglio della vita pubblica. Si chiama partitocrazia, e la sopportiamo da sessant'anni. Solo che un tempo candidava gente dello spessore di un Rumor o di un Bisaglia. Oggi ci si accontenta di Calearo.

 

Alessio Mannino

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Commenti

Inviato Sabato 7 Novembre 2009 alle 08:46

per quanto riguarda l'ipab, sia questa un'occasione di svolta del modo di governare le pubbliche istituzioni; con il prossimo, ormai necessario, cambio del cda, va cambiato pure il modo di affidare gli incarichi. basta contentini politici, chiari ripaghi di favori ricevuti e altrettanto chiari intendimenti di renumeramenti! si cerchino, ce ne sono tante, persone capaci, responsabilie e volontari, dei probi viri.
una scelta di questo tipo oltre ad essere un risparmio economico per l'ente diverebbe pure un ottimo esempio anche per altre situazioni, si darebbe corso ad un'invertenza destinata ad un arricchimento morale. oramai il fondo l'abbiamo toccato, iniziamo a risalire!
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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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