Crolla il castello dei Mastrotto: Bruno e Santo adesso collaborano. Morelli: "Vi becchiamo!"
Venerdi 26 Agosto 2011 alle 17:24 | 0 commenti
"Con l'operazione Twin Trust faremo recuperare all'erario italiano alcune centinaia di milioni". La scoperta della gigantesca evasione internazionale dei Mastrotto inorgoglisce il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Antonio Morelli, oggi ottimista come non mai sulle capacità delle Fiamme Gialle di poter svelare ogni forma di illegalità , anche la più complessa: "Sappiamo che questi trust sono forniti 'chiavi in mano'. Il messaggio che deve passare a chi ci prova adesso è questo: vi becchiamo perchè abbiamo tutte le potenzialità per riuscirci" (qui il nostro video servizio, qui la "difesa" del gruppo Mastrotto e qui il video della GdF)
Twin Trust è stata descritta dai finanzieri come "un'operazione unica nel suo genere". Nel caso dei Mastrotto infatti è emerso che i due trust con sede all'Isola di Man non erano veri trust dal momento che non era rispettato il principio che prevede l'autonomia gestionale. "In pratica - ha spiegato il comandante del nucleo Paolo Borelli - chi, secondo il modello del trust, conferisce ad un terzo, dovrebbe esimersi dalla gestione del fondo del trust stesso. Ciò non accadeva nel caso dei Mastrotto, che invece continuavano a gestire l'impero economico sottostante. Le imprese estere interposte - quattro società di capitali con sede in Lussemburgo - erano anch'esse amministrate in Italia". Si tratta di società che adesso sono state ricondotte a tassazione nel territorio italiano, mentre i due soci sono risultati detenere un rilevantissimo patrimonio nei trust esteri. Parallelamente a questa inchiesta ne è in corso anche una penale visto che le indagini traggono origini da una corruzione rilevata ad uno dei due fratelli e al direttore del gruppo conciario: nel 2008 infatti avevano consegnato, tramite un noto commercialista, a funzionari dell'Agenzia delle Entrate una somma in contanti paria 300 mila euro per "alleggerire" l'accertamento conseguente ad una verifica intrapresa dalla Guardia di Finanza di Venezia. Al 2006 invece risale la dazione di una tangente di 60mila euro per chiudere un'attività ispettiva dell'Agenzia delle Entrate. Da "Twin Trust" è emerso poi che le corresponsioni fuori busta erano sistematiche e ingentissime (9 milioni di euro e circa 800 lavoratori irregolarmente retribuiti l'anno). "La società verificata ha sostanzialmente ammesso le proprie responsabilità - hanno precisato i finanzieri vicentini - e ha inteso provvedere spontaneamente al versamento nei confronti dell'Inps di oltre 800mila euro a titolo di ritenute previdenziali non operate e non versate".
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