Cena Marzotto: tante emozioni, uguali i diversi colori
Domenica 20 Giugno 2010 alle 13:43 | 0 commenti
Metti una sera a cena, ospiti del conte Giannino Marzotto, con oltre 350 persone, in rappresentanza di 50 diversi Paesi, a riempire le tavolate delle loro affascinanti diversità .
Il risultato è la "Festa dell'accoglienza", novella torre di Babele nostrana, fortemente voluta dal conte stesso, e realizzata ieri sera, sotto il porticato di villa "La Colombara" di Trissino, con l'ausilio dell'impeccabile organizzazione del circolo "Nessuno Escluso" (rappresentato nell'occasione dai fondatori Stefano Beretta, Gianfranco Candiollo, Paolo Mele e Matteo Quero).
Multietnico e saporito il menu servito dalla cucina, guidata dall'enorme (in tutti i sensi) cuoco croato Zoran: dai pesci fritti ai formaggi magri, dal cus-cus d'agnello al riso pilaff con gamberi e kurry, oltre ad una tradizionale, venetissima polenta e tocio.
Tante le presenze di spicco alla cena: i due consiglieri regionali Fracasso e Berlato Sella, il vice-presidente della Provincia Dino Secco, i sindaci Variati con la consigliera comunale Francesca Nisticò, Dalla Via, Neri, Rancan, un'impresa nominarli tutti. Il perché della serata lo spiegava il biglietto d'invito, nel quale il conte Giannino spiegava: "Io non sono un politico e non ho alcuna intenzione di diventarlo. Sono solo un cittadino rispettoso di chi lavora onestamente, pronto ad offrire la cordiale ospitalità Veneta. Come sempre hanno fatto i miei avi. Dobbiamo vivere il meglio senza perdere il bene".
E il bene delle emozioni l'hanno raccontato al meglio i 368 coloratissimi immigrati che, seduti fianco a fianco, hanno scambiato con i vicini di panca parole ed impressioni, condividendo cibo ed esperienze comuni.
Mescolando la cadenza serba a quella marocchina, tunisina, ivoriana, i costumi tipici sikh a quelli hindu, le danze indiane alla musica cinese, rappresentata dalla splendida voce della cantante e violinista Yang Song (che, con l'associazione "Orizzonti" di Padova, forma giornalmente "nuovi italiani", insegnando loro la lingua di Dante).
Quando due ragazzine del Bangladesh hanno iniziato a far volteggiare i loro corpi con movenze di rara grazia ed eleganza o quando, successivamente, sono salite sul palco le donne della comunità indiana, scatenando tutti in una danza senza freni, la commozione ha preso il sopravvento.
Perché il viaggio, l'istinto che muove verso l'altro ("fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza") non passa solo attraverso i voli transoceanici o i lunghi tragitti.
Si realizza anche chiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare da note e parole.
Quelle pubbliche di Monisha Kumar mediatrice culturale e religiosa delle donne hindu ad Arzignano: "Ogni etnia presente qui stasera è come un'onda. La sensibilità del conte e di chi ha organizzato la serata ha permesso a tante onde di muoversi all'unisono nello stesso mare".
Oppure quelle raccolte nella conversazione con la poetessa serba Rada Rajic Ristic, ambasciatrice Onu per la Pace (sono complessivamente 180mila), da 21 anni in Italia, che porta nel mondo la dolce intensità del suo viso e le sue poesie, raccolte in ben undici libri. Poesie "antropologiche universali", le definisce, che parlano dell'essere umano nella società contemporanea, della necessità del confronto pacifico fra i popoli.
Il suo regalo, che riportiamo come sigillo finale, è un estratto dai versi di "Fraternità ". Nella speranza che serate come quelle di ieri, possano gettare le basi per la cancellazione di ogni stereotipo e della paura del diverso.
"Accettateci come siamo,
perché se siamo venuti da voi
è perché avevamo bisogno
e se ci avete accolti
è perché anche voi avevate
bisogno di noi
Da questo bisogno reciproco
lasciamo che nascano il rispetto e la pace".
I COMMENTI
Per le dichiarazioni del conte Marzotto, del sindaco Variati, di Matteo Quero e di qualche altro ospite dell'avvenimento rimandiamo ai video che sarà presto a disposizione su questa stessa testata web.
Nel corso della serata abbiamo raccolto anche altri pareri, uniti dal massimo comun denominatore del rispetto reciproco e delle regole.
Il rappresentante della comunità sikh Singh Harwant, ha parlato di "felicità nel vedere banchettare insieme persone di cultura e religioni diverse, specie in un momento storico in cui le differenze sono sinonimo di guerre", mentre il leader dell'Unione Immigrati di Vicenza, Ousmane Condé ha puntato l'indice "contro l'equazione immigrato uguale a delinquente", rilevando come serate come quella di ieri possano portare ad una diversa cultura della tolleranza, "in grado di prevenire conseguenze gravi, come quelle già viste esplodere, nel recente passato, nelle banlieue francesi".
Dino Secco, vice presidente della Provincia di Vicenza, ha commentato così la serata: "Bisogna dare atto che il popolo Veneto, rappresentato dal conte Marzotto, che ha ben conosciuto l'immigrazione, e dalle tante associazioni di volontariato convenute, ha mostrato la sua faccia migliore, dando risalto alle proprie origini Cristiane e di gente portatrice di amicizia e solidarietà verso il prossimo".
Secco ha poi ripreso, facendole proprie, le parole di Marzotto sul lavoro regolare di chi arriva in Italia e sul rispetto delle norme: "Sono frasi di fondamentale importanza. Coloro che non sono in regola o che delinquono vanno respinti. A chi accetta e rispetta i principi della convivenza, al contrario, vanno garantite condizioni di vivibilità pari a qualunque altro cittadino italiano".
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