BPVi, la procura continua ad indagare. Cappelleri "disegno spasmodico per piazzare illecitamente più azioni possibili"
Giovedi 23 Giugno 2016 alle 09:23 | 0 commenti
Compra pure le nostre azioni, l’investimento è sicuro: all’occorrenza l’istituto te le prenderà indietro pagando la stessa somma. Per la procura vicentina, Banca Popolare di Vicenza ha messo nero su bianco promesse di questo tipo ad alcuni propri clienti per un controvalore di almeno 300 milioni di euro di azioni, fra il 2013 e il 2014. Un «gioco» illegale che è al centro della maxi inchiesta condotta dal pool del procuratore Antonino Cappelleri (intervistato in merito in esclusiva da VicenzaPiù), assieme alle ipotesi di reato di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza e alle famose «baciate», le azioni cedute a clienti finanziati per le medesime somme. A motivare la nuova perquisizione della Guardia di Finanza nella sede dell’istituto vicentino, martedì scorso, ci sarebbero anche i forti indizi della procura «sull’esistenza di lettere che promettono il riacquisto per 300 milioni di euro», come riporta il decreto alla base dell’azione delle fiamme gialle.
Un numero ben superiore, quindi, a quello definito dallo stesso istituto nelle comunicazioni ai soci lo scorso marzo: all’epoca si parlava di impegni «a ripagare tutto il capitale investito» a 10 azionisti per un totale di 36,8 milioni di euro, più altre 52 lettere meno vincolanti ad altrettanti soci per 182,2 milioni. Alcune delle lettere di garanzia agli «amici» in realtà sarebbero già in mano al pool composto dai sostituti procuratori Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi.
Oltre alle lettere, a motivare la nuova perquisizione sono gli indizi sulla «concessione da Bpvi di finanziamenti a terzi per l’acquisto nel mercato secondario di azioni, e sottoscrizioni del titolo nel 2013 e 2014, per un miliardo di euro complessivo». E il tutto, come già emerso, anche grazie «i fondi di investimento Optimum Multistrategy 1 e 2, e Athena». In sintesi, oltre all’aggiotaggio e alle «baciate» il «disegno spasmodico per piazzare illecitamente più azioni possibili», come descritto da Cappelleri, in Bpvi passava pure da illecite garanzie di riacquisto delle azioni (vietato dalla Bce dall’inizio del 2013), attuate in qualche modo attraverso i fondi di investimento di cui sopra.
Con l’ingresso dei finanzieri in banca è stato notificato all’istituto che oltre ai sei indagati già noti - l’ex presidente Gianni Zonin e l’ex ad Samuele Sorato, Giovanna Dossena e Giuseppe Zigliotto (ex Cda), Emanuele Giustini e Andrea Piazzetta (ex vice direttori generali) – ora c’è anche Bpvi stessa, sotto indagine per responsabilità amministrativa. Ma soprattutto i finanzieri sono andati a caccia di mail, agende, fogli di lavoro, corrispondenza, anche copie integrali dei server dell’istituto, in generale «documentazione sui soci finanziati e degli investimenti sui fondi esteri».
La ricerca di ulteriori prove, che secondo Cappelleri ha dato risultati soddisfacenti, si è concentrata anche su alcuni maxi finanziamenti: quello da 76 milioni di euro ad Alfio Marchini (l’ex candidato sindaco a Roma), quello da 27 milioni al gruppo pugliese Degennaro, quello ai fratelli Fusillo (10 milioni).
Tutti soggetti ampiamente esposti, che secondo gli investigatori difficilmente potevano essere agevolati in modo regolare con somme simili. In parallelo, oltre che dal fronte giudiziario, i tentativi di ottenere capitale finanziato tramite lettere di garanzia stanno emergendo grazie agli stessi azionisti, che ora a fronte di promesse non mantenute vanno per le vie legali. E’ il caso del colosso immobiliare Sorgente: a fine 2014, come fa sapere il numero uno della società Valter Mainetti, la banca partecipò a un’operazione immobiliare all’estero con Sorgente che, nell’occasione, acquistò le azioni. «Il riacquisto di quelle quote, che ci era stato effettivamente prospettato, non c’è mai stato – precisa Mainetti - quindi il nostro gruppo ha dovuto contabilizzare, limitatamente a quella parte del “dealâ€, una minusvalenza. Anche per questo è in corso un contenzioso».
Intanto, fra pochi giorni la banca cambierà i propri vertici: l’ad Francesco Iorio la prossima settimana presenterà l’istituto ai futuri consiglieri in quota al fondo Atlante. Il Cda si insedierà dopo il 7 luglio, quando il consiglio sarà nominato dall’assemblea del consiglio in base alla lista di candidati proposta da Quaestio Capital.
Di Andrea Alba, da Il Corriere del Veneto
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