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Al Toaldi Capra "Marlane Marzotto, vogliamo giustizia". E prende corpo notizia di amianto in fabbriche ex Marzotto nel Vicentino

Di Pietro Cotròn Domenica 23 Novembre 2014 alle 13:45 | 0 commenti

Ieri nella sala "Toaldi Capra" a Schio si è svolto un incontro pubblico, ancora più attuale dopo la cancellazione del processo Eternit, sul tema "Marlane Marzotto, vogliamo giustizia. Lavorare per vivere e non morire di lavoro" organizzato anche per contrastare il silenzio dei media dalle sezioni vicentine di PdCI, Usb e Sinistra Anticapitalista del Veneto e trasmesso in diretta streaming con repliche successive da VicenzaPiu.tv .

All'ultimo momento ha dato forfait Giorgio Cremaschi (sindacalista Rete 28 aprile Cgil), che ha inviato, però, un suo contributo che pubblichiamo a seguire* e che è stato ben rappresentato da Massimo D'Angelo della Filt Cgil di Vicenza e aderente sempre a Rete 28 aprile.

C'erano, poi, come da programma, Giorgio Langella, segretario regionale PdCI del Veneto, Luc Thibault (Usb, Rsu Greta), Giovanni Coviello (direttore network VicenzaPiù), Flavia Intallura (Usb, sportello immigrazione) e Daniele Faccin (operaio della Marzotto).

Tante le riflessioni fatte di fronte a una sala attenta e partecipativa, pur  se talvolta "presa" da quelle nostalgie ideologiche che la rendono meno comprensibile ad alcuni anche se apprezzabile da prte chi prova a capire l'origine di quella matrice ora smarrita a scapito della grade malata italaina: la politica.

Una notizia in più e sconvolgente è venuta fuori, con tanto di nome  cognome di chi, Bruno Cardini, l'ha "scagliata" purtroppo quando la telecanera era spenta: «c'è in corso un'indagine, non si sa ancora, è terribile, se a Schio e/o a Valdagno per 21 ex dipendenti Marzotto colpiti da mesotelioma da amianto. Le avvisaglie mediche del caso erano state segnalate, per almeno 3 operai, alle autorità competenti già nel 2009 e su VicenzaPiu.com documentate nel 2010. Ora si è mosso qualcosa, ma cosa non si sa ancora... Se alla Marlane Marzotto di Praia verrà fuori la verità per i morti da materiali tossic (e lì il soffitto è stato addirittura coibentato con l'amianto a fiocchi, nessuno ne ha parlato!), qui c'è chi già ora trema!».

 

Da Giorgio Cremaschi

Caro Luc, care compagne compagni,

Purtroppo per una serie di disguidi non mi è possibile essere presente alla vostra importantissima iniziativa.
Mi scuso e mi dispiace a maggior ragione ora che dopo la terribile cancellazione della sentenza Eternit diventa ancora più necessario levare la voce contro la strage da sfruttamento delle persone e dell'ambiente.
Quanta ipocrisia in questi giorni! Eppure l'impunità per le stragi da profitto fa parte di quel pacchetto di rivendicazioni che le multinazionali fanno, per investire in un paese. E quante volte abbiamo sentito governanti e padroni sostenere che bisogna allentare i lacci della legislazione sulla sicurezza sul lavoro perché disincentiva la crescita? E forse non sono queste le motivazioni di Renzi per il Jobact? Vi abbiamo tolto l'alibi ad investire dice alle imprese.. I diritti la sicurezza la salute un alibi per il profitto? E poi ora piangono lacrime di coccodrillo sulla prescrizione del barone svizzero, vergogna!
La verità è che dopo la strage Tyssen di Torino si era imboccata la strada giusta: il capo d'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale per i responsabili aziendali degli omicidi. Ma quella prima sentenza è stata ridimensionata in appello, e non ha avuto alcun seguito in altre stragi. La magistratura ha avuto atteggiamenti e comportamenti molto diversi, penso alla Umbria Oli dove i colpevoli sono i lavoratori. Una proposta di Guariniello di istituire una direzione nazionale sulla sicurezza sul lavoro, con gli stessi poteri della AntiMafia, è ovviamente diventata lettera morta.
Nel clima della competività a tutti i costi per reggere alla crisi la salute diventa un optional e persino un privilegio.
È in questo contesto che i lavoratori ed i cittadini assassinati di cancro per volontà di profitto non riescono ad avere giustizia. Voglio esprimere tutta la mia rabbia solidale alle persone che lottano per avere giustizia per le persone assassinate alla Marlene Marzotto e nonostante la mia assenza di oggi, di cui ancora mi scuso, mi impegno a partecipare a tutta la mobilitazione necessaria a fare sì che non si finisca come alla Eternit.
Compagne e compagni dopo un lungo periodo di passività causato anche dalle scelte di Cgil Cisl Uil e da quelle di gran parte di ciò che resta della sinistra, stiamo vivendo un risveglio di coscienze e mobilitazione. Per la prima volta il venditore di pentole di Pontassieve mostra preoccupazione. È la sua stessa arroganza che ha riaperto lo scontro, per questo bisogna usare tutti gli spazi che si aprono per andare oltre la risposta immediata. Lo sciopero del 14 novembre è stato un segnale generale, anche quello del 12 dicembre , di cui ovviamente non condividiamo la piattaforma concertativa, può e deve aprire nuovi spazi al rilancio di un vero fronte del conflitto sociale, che sia in grado di continuare e rafforzarsi. Questo é il nostro compito, per evitare che si ripetano le esperienze del passato in cui grandi mobilitazioni a direzione riformista sono state seguite da nuove affermazioni del potere del mercato e del capitale.
Per questo la lotta per la salute e per la giustizia per chi la perde nel nome del profitto è centrale in tutte le sedi . Quindi avanti e coraggio compagne e compagni
Giorgio Cremaschi


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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