25 aprile, l'equidistante è dalla parte del fascismo
Sabato 24 Aprile 2010 alle 10:57 | 0 commenti
Giorgio Langella, Federazione della sinistra - Con un comunicato, "Giovane Italia, movimento giovanile del PdL" di Vicenza ci dice alcune cose sul "suo" 25 aprile. I giovani del PdL, "lorsignorini", affermano che non esiste differenza alcuna tra chi ha liberato l'Italia dal nazi-fascismo e coloro che, come recita il comunicato in questione, "sono caduti combattendo con lealtà e fedeltà nella Repubblica Sociale Italiana". In altra parte dello stesso scritto affermano che "Non è possibile che nelle nostre piazze sventolino bandiere di partiti e sindacati molto spesso rosse, durante le commemorazioni ufficiali, come se queste appartengano solo ad alcuni".
E finiscono annunciando che hanno "deciso di celebrare il giorno di San Marco commemorando con una Santa messa tutte le vittime della guerra civile, sia i "caduti per la libertà " sia i soldati morti per difendere "l'onore d'Italia", senza ostracismo alcuno".
Riteniamo che sia indicativo (e anche educativo) leggere con attenzione le parole e le frasi che "lorsignorini" hanno usato. Le parole, infatti, possono essere pietre. E queste lo sono. È bene sapere come questi "giovani italiani" considerano la democrazia. Democrazia significa non cancellare la storia. Democrazia non significa neppure accomunare tutti e tutto in un grigiore camuffato dal "vogliamoci bene". In democrazia bisogna avere il coraggio di distinguere. La nostra democrazia è stata conquistata da persone che si organizzarono e presero le armi per scacciare l'occupante nazista e i suoi servitori fascisti. Giovani e meno giovani si ribellarono e diventarono partigiani. Furono quei partigiani che, nelle montagne, nelle fabbriche, nelle campagne, nelle città misero in gioco le proprie vite e combatterono per quegli ideali di uguaglianza e solidarietà che sono le fondamenta della nostra Costituzione repubblicana. Furono i partigiani che permisero all'Italia di riprendersi l'onore che il fascismo aveva svenduto. Chi combatteva per la repubblica sociale italiana non commise solo un "errore", non si trovò dalla parte sbagliata per caso. Scelse la parte di chi aveva promulgato le leggi razziali, di chi aveva perseguitato gli ebrei, i comunisti, i democratici, gli zingari e chiunque fosse "diverso". Scelse, semplicemente e coscientemente, la parte degli assassini di Marzabotto, della Piana di Valdagno, di Bassano del Grappa ...
Chi, oggi, vuole cancellare le differenze e riscrivere la storia con l'inganno di parlare a nome di un sedicente "partito dell'amore", non è equidistante. Non può esserlo perché è, chiaramente, dalla parte del fascismo. Con questi "giovani del PdL" non ci possono essere né contiguità né compromessi. È bene saperlo.
Giorgio Langella
Federazione della sinistra - PdCI-PRC provincia di Vicenza
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