Prove tecniche di banlieue a Rosarno
Fiamma Tricolore Coordinamento Veneto Â
Gli scontri di queste ultime ore a Rosarno riportano prepotentemente alla ribalta il dramma apocalittico dell'immigrazione, con buona pace di chi non vuol vedere, di chi non vuol sentire, delle troppe "anime belle" che ci ammorbano col loro pietismo peloso.
Chi sostiene, incoraggia e difende l'immigrazione si pone su di un piano delittuoso nei confronti del nostro futuro, proiettandoci a velocità supersonica verso la catastrofe che il capitalismo globale ha disegnato per tutti (noi e gli stessi immigrati): un "paradiso" fatto di multirazzismo, odio, guerre tra poveri divisi per etnie, clan, tribù.
Dissociati e disgregati anche culturalmente, sulla strada della scomparsa delle identità . Sempre più americani, sempre meno europei.
È giunta l'ora di fermare l'immigrazione, senza indugi ma in maniera responsabile, sensata e soprattutto con risposte strutturali.
È tempo di individuare cause e colpe e di puntare l'indice verso le responsabilità a monte, che hanno una matrice capitalista, progressista, comunista e clericale!
Le politiche immigratorie finora approntate dai vari governi di centrodestra e di centrosinistra, spesso autentiche sanatorie mascherate, hanno mostrato di avere il fiato corto, la loro fallacità è sotto gli occhi di tutti!
La Fiamma Tricolore chiede al Governo di liberarsi di tutte quelle influenze "catto-comuniste di destra", finiani in testa, per instaurare un rapporto politico e costruttivo con quelle forze politiche che hanno avuto la lungimiranza di avvertire gli Italiani del "problema immigrazione" prima ancora che la Lega Nord nascesse.
E mentre Bankitalia ci istruisce sulla positività del fenomeno immigratorio, le cifre più tiepide ci parlano di un tasso di disoccupazione all'8,3%...
I giovani italiani (scusate, i bamboccioni) ringraziano per il meraviglioso mondo a venire... Auguri!
Piero Puschiavo
Segreteria Nazionale
Fiamma Tricolore - Destra Sociale
Immigrati nel vicentino e in Calabria
Il PSI e SEL della provincia di Vicenza esprimono solidarietà agli immigrati del vicentino e preoccupazione per quanto è accaduto e sta accadendo in Calabria ai lavoratori immigrati in quella regione. La Calabria, come il Veneto, è terra di migranti. Dispiace e stupisce dover constatare come nei luoghi in cui la Magna Grecia si sviluppò e fiorì, non si sappia comprendere e stimolare quella enorme ricchezza culturale ed economica rappresentata dall'immigrazione.
Gli immigrati che lavorano nella prospera ma mal utilizzata regione calabrese, purtroppo dominata dalla ‘ndrangheta, spesso vivono in condizioni di grande disagio. In case di cartone, in tende da campeggio, senza acqua, senza luce, senza riscaldamento o bagni. Gli immigrati sopportano queste condizioni per una manciata di euro al giorno, la paghetta settimanale di uno dei nostri figli.
PSI, SEL Vicenza auspicano che al più presto, in Calabria torni quella serenità necessaria ad una serena e costruttiva convivenza tra simili.
La tolleranza, nell'accezione volteriana del termine, è il segnale di quell'evoluzione a cui tutti gli uomini veri guardano come ad un obiettivo esistenziale da conquistare. Non c'è cultura dove non c'è tolleranza e non esiste vera ricchezza dove non c'è cultura.
Anche a fronte di quanto sta accadendo in alcuni comuni del vicentino, che non deve essere sottovalutato, lanciamo un appello a questa tolleranza, affinchè mai venga a mancare il rispetto verso gli altri in quanto manifestazione vivente di un agire, di un vivere, di un esistere degno di essere condiviso.
Luca Fantò
Segretario provinciale PSI Vicenza
Tomaso Rebesani
"Sinistra Ecologia e Libertà " Coordinamento provinciale di Vicenza
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Rosarno: ci si arricchisce con gli irregolari
"Chi ha sempre criticato le politiche sui respingimenti dei clandestini deve ricredersi: con l'immigrazione clandestina c'è chi si è' arricchito a danno di tutti"
"La rivolta degli extracomunitari in Calabria porta alla luce molte contraddizioni: chi oggi critica il ministro Maroni, il quale ha rimarcato come punto chiave delle problematiche dell'immigrazione sia il fenomeno della clandestinità , sono le stesse persone che contestavano nell'estate scorsa le politiche di controllo e pattugliamento delle frontiere marittime con le azioni di contrasto contro il traffico di clandestini dalle coste africane".
Il presidente del gruppo regionale della Lega Nord-Liga Veneta, Roberto Ciambetti, incontrando dei lavoratori in cassa integrazione dell'arzignanese ha notato poi "l'incongruenza della incredibile presenza di centinaia di lavoratori clandestini - ha detto Ciambetti - impiegati in agricoltura in una terra dove la disoccupazione, non solo giovanile, appare endemica: è un controsenso mantenere migliaia di lavoratori magari in cassa integrazione o assicurare assistenza grazie alla rete del welfare nazionale e poi scoprire che l'agricoltura locale e i proprietari terrieri sfruttano in maniera abnorme centinaia di disperati stranieri".
L'esponente leghista poi ha rammentato come " per anni noi della Lega abbiamo messo sull'avviso dei rischi dati da frontiere groviera e non si tratta di giocare allo scaricabarile, come dice Bersani: c'è chi sulle spalle degli immigrati si è arricchito e non mi riferisco solo alla ‘ndrangheta calabrese o a chi controlla il caporalato in Campania, in Sicilia o in Puglia. C'è chi ha fatto lauti profitti e ha scaricato nella collettività i costi di una politica dell'accoglienza che in realtà fa l'interresse di pochi a danno di tutti. Trovo inquietante, infine, che sia proprio la Calabria, la terra dove la ‘ndrangheta ha sfidato proprio in questi giorni lo stato ricevendo una durissima risposta dal governo, dalla magistratura e dalle forze dell'ordine e anche dalla popolazione - ha concluso Ciambetti - a conoscere questa rivolta di immigrati: non dico che questa rivolta sia stata una prova di forza manovrata da chi è stato colpito duramente dall'azione del ministro Maroni, che ha colpito in maniera durissima la malavita organizzata con arresti eccellenti e con il sequestri di beni di malavitosi per centinaia e centinaia di milioni di Euro; dico che la disperazione di tanti clandestini può giungere utile chiunque abbia fini eversivi. E anche di questo devono rendersi conto i troppi che, alcuni di certo per malinteso senso di solidarietà , altri invece per preciso calcolo politico-economico, nella speranza magari di precostituirsi una futura base elettorale e di consenso persa oggi tra i lavoratori, hanno creato queste sacche di disperazione sia impedendo e criticando aprioristicamente una politica dura di respingimenti, controlli e repressione della clandestinità , sia favorendo una politica dell'accoglienza di manodopera anche in zone del Paese dove la disoccupazione è una piaga sociale"
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Lettera aperta al direttore su Rosarno
Alex Cioni   Â
Riceviamo la lettera di Alex Cioni e pubblichiamo per commenti e riflessioni
La rivolta di Rosarno messa in atto dagli stranieri (è una della chiavi di lettura sui complessi fatti di Rosarno su cui l'analisi va approfondita, come si vede anche leggendo, ad esempio, gli spunti de Il Secolo XIX, n.d.r.), è uno dei segnali più eclatanti del fallimento dei più tipici ragionamenti cotonati del progressismo pensiero. Eccovi il paradiso multirazzista del capitalismo globale. Stiamo diventando americani, non europei ma occidentali.
Come al solito, invece di puntare l'obiettivo sulle reali cause del fenomeno migratorio, i soliti quaraquaqua all'italiana si sono limitati a cianciare sulla necessità di accoglienza, della solidarietà e quant'altro. Giusto che una nazione che alle spalle ha una civiltà millenaria come la nostra non si chiuda in un riccio, ma sarebbe stato preferibile se classe politica (capitalisti e comunisti), intellettuali salottieri in cerca di prebende, e prelati dalle chiese deserte, si fossero impegnati ad analizzare onestamente la questione per quella che è. Invece no!
Le immagini che vediamo in questi giorni sono la migliore rappresentazione del fallimento del melting pot quale stella polare del mondo progressista, che sia di sinistra o di destra.
I fatti parlano chiaro: siamo alla banlieusizzazione delle nostre periferie, alla guerra tra poveri dove l'odio è, e sarà , l'ingrediente principale a condimento di un inattuabile paradiso multirazziale. Siamo alla deriva culturale in una società cagionevole di salute dove ci si perde in discussioni moraliste per il Balotelli di turno, mentre su una vicenda come quella che sta avvenendo in queste ore a Rosarno, ci si divide come al bar sport su chi colpevolizza gli italiani e chi gli immigrati; senza però che nessuno entri nel merito, senza che nessuno punti il dito sulle reali motivazioni di questo dramma, senza che nessun alfiere del buonismo, del progressismo, e dell'universalismo si prodighi in una seria e credibile autocritica. W l'Italia!
Alex Cioni
Membro direttivo provinciale Pdl
Continua a leggereMa ai Veneti conviene il Veneto di Zaia?
Con lo slogan "I veneti prima degli altri" Zaia vorrebbe promettere maggiori opportunità alla nostra regione. Ma basta poco per capire che il "privilegio" promesso dal candidato leghista non conviene affatto ai cittadini del Veneto.
Il principio di responsabilità dovrebbe essere un cardine dell'impegno politico. Responsabilità significa "rispondere delle proprie azioni", e in politica anche delle proprie dichiarazioni, rifuggendo l'interesse immediato, l'opportunismo del momento, il facile consenso. Significa, perciò, cercare di essere consapevoli dell'intera catena di conseguenze che le azioni possono generare. In questa ottica, le esternazioni dell'on. Zaia sulla "priorità ai Veneti" per ogni carica o servizio in Veneto, sono da guardare con seria preoccupazione. Zaia non è nuovo a prese di posizione populistiche e di facile presa. Le sue dichiarazioni non usano i toni forti di Gentilini o Borghezio, e, viste in superficie, possono anche sembrare ragionevoli. In realtà , queste proposte di Zaia implicherebbero conseguenze molto negative per tutti. Cosa penseremmo se alla nostra domanda per partecipare ad un concorso in un'amministrazione di un'altra regione, ci venisse risposto che, indipendentemente dalle nostre capacità , saremmo comunque messi dietro ai cittadini locali? Cosa penseremmo se poi questo trattamento venisse riservato anche ai nostri figli per iscriversi ad un corso a numero chiuso all'Università di un'altra regione, oppure all'impresa per cui lavoriamo nel partecipare ad un appalto per lavori pubblici?
Inoltre, i comportamenti discriminatori non sono soltanto ingiusti, ma si ritorcono anche sulla società che discrimina. Per quale ragione in Veneto dovremmo rinunciare ad avere nei nostri ospedali i medici più preparati - o i migliori ingegneri nei nostri uffici tecnici, o i docenti più bravi nelle nostre scuole e nelle nostre Università , o le imprese più efficienti per realizzare le nostre opere pubbliche - anteponendo il criterio di nascita o di residenza a quello del merito?
Con queste dichiarazioni Zaia delinea il disegno autarchico che ha in mente per il Veneto: una regione arroccata in se stessa, che rinuncia alle opportunità offerte dall'economia e dalla società aperta, per rinchiudersi nella sicurezza solo apparente di un angusto fortino sotto assedio. Una regione che, alla fine, ridurrebbe le opportunità di vita e sviluppo per tutti i veneti.
Circolo Nessuno Escluso Vicenza
Invitiamo tutti i cittadini che si riconoscono in questo scritto a manifestare la loro adesione sottoscrivendolo inviando mail con la dicitura "sottoscrivo" al sito www.nessunoescluso.wordpress.com o email [email protected]
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Gelmini copia Moretti, complice Donazzan
Tetto per gli stranieri nelle scuole dopo la sperimentazione a Vicenza e l'adesione del Veneto
Si allarga all'Italia, grazie a una nota arrivata dal Ministero che fa capo a Mariastella Gelmini, la sperimentazione introdotta con successo lo scorso anno a Vicenza dall'assessore all'Istruzione (nonché vice sindaco) Alessandra Moretti su un quota del 35% riservata ad alunni stranieri nelle prime classi delle elementari (a breve si partirà , a seconda dei quartieri, anche con medie e scuole dell'infanzia).
Dopo l'iniziale adesione della Regione Veneto (giunta di centro destra) all'iniziativa di Vicenza (centro sinistra), tramite l'omologo assessore, Elena Donazzan, che afferma di essersene fatta promotrice presso la Gelmini, con la nota ministeriale (Governo di centro destra) la sperimentazione del tetto (abbassato al 30%) viene estesa a tutta l'Italia e riguarderà da settembre 2010 le prime classi delle elementari, delle medie e delle superiori.
Mentre ‘l'ideatrice originaria', Alessandra Moretti mette in guardia sulla generalizzazione del tetto, senza tenere eventualmente conto di situazioni diverse da valutare caso per caso e delle indicazioni degli organi scolastici territoriali, e si lamenta del taglio dei fondi destinati alla scuola e che sarebbero necessari anche a promuovere, come vorrebbe la stessa nota ministeriale, l'italiano nelle scuole in cui ci siano stranieri, la Cgil Veneto giudica il provvedimento come ‘calato dall'alto' e come un'ulteriore ghettizzazione.
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Provincia e finanziamenti per integrazione
La Provincia snobba i finanziamenti regionali per l'integrazione
«Buttate centinaia di migliaia di euro. I cittadini italiani sono le prime vittime della mancata integrazione»
«Oltre 200mila euro buttati nel 2009, altri 135mila rischiano di fare la stessa fine nel 2010. Delle due, l'una: o alla Provincia di Vicenza non interessa l'integrazione dei cittadini stranieri, oppure è totalmente incapace di accedere a finanziamenti già stanziati dalla Regione Veneto. In entrambi i casi, a rimetterci sono soprattutto gli italiani, perché la mancata integrazione crea problemi soprattutto a loro».
Così il gruppo consiliare del Partito Democratico in Provincia commenta il mancato accesso ai finanziamenti regionali da parte di Palazzo Nievo. La Provincia, infatti, non ha proposto nessun progetto per l'integrazione dei cittadini stranieri per cui era possibile ottenere finanziamenti da Venezia nel 2009, e non ha ancora presentato nessun progetto per il 2010.
«Che l'integrazione dei cittadini stranieri nella vita sociale, economica e culturale del nostro Paese sia un obiettivo primario ed imprescindibile per ogni amministrazione pubblica è un fatto su cui c'è poco da discutere. Questo non è un argomento di destra o di sinistra, è solo questione di buon senso. Perché, piacciano o non piacciano, gli stranieri ci sono, ed è dovere di amministratori virtuosi favorire la miglior convivenza possibile con gli italiani - afferma il gruppo provinciale del Pd, che attraverso il consigliere Matteo Quero ha presentato un'interrogazione in Provincia per chiedere spiegazioni dell'accaduto -. In questo senso, è lodevole l'iniziativa della Regione che mette a disposizione ogni anno centinaia di migliaia di euro. Ma la Provincia di Vicenza dimostra nei fatti di non volere, o non essere in grado di ottenere quei finanziamenti».
«I Comuni vicentini fanno a gara per proporre buone pratiche per l'integrazione, con mediatori culturali, corsi di italiano per studenti e adulti, incontri e altre iniziative che colmano il gap culturale che spesso rende difficile il rispetto delle regole da parte di chi è straniero - proseguono i democratici -. Al contrario, la Provincia che avrebbe il compito di coordinare gli sforzi delle amministrazioni comunali, non fa nulla per l'integrazione degli stranieri. Probabilmente perché l'agenda politica della Provincia la scrive la Lega Nord, per cui l'integrazione degli stranieri è fumo negli occhi. Chiediamo quindi al presidente Schneck: si rende conto che ad essere danneggiati sono soprattutto gli italiani, perché sono loro a subire le conseguenze di una mancata integrazione? Esiste qualche progetto di integrazione o l'argomento è stato depennato totalmente dall'agenda della Provincia? Come intende giustificare di fronte ai cittadini il fatto che centinaia di migliaia di euro già finanziati dalla Regione non sono stati incassati? Che senso ha parlare di federalismo, quando non si riesce nemmeno ad accedere a finanziamenti già stanziati da un ente superiore?»
Dopo le critiche, il Pd provinciale offre il proprio contributo: «Ipotizzando che si sia trattato di una svista, e non di un atto premeditato, di chi dirige le operazioni in Provincia - concludono i democratici - come gruppo consiliare del Pd proponiamo di aprire un confronto su questo tema ed elaborare un progetto condiviso per l'integrazione degli stranieri e per accedere ai finanziamenti regionali necessari per realizzare il progetto. A guadagnarci saranno soprattutto gli italiani, leghisti compresi».
Matteo Quero
Pietro Maria Collareda
Mauro Beraldin
Luigi Manza
Armido Besco
Ugo Retis
Grazie a Rete Migranti di Vicenza
L'autocelebrazione non rientra nel nostro stile, ma ci fa piacere, inutile negarlo, che gli altri riconoscano il lavoro e la qualità della nostra (quasi totalmente giovane) redazione.
Se pochi giorni fa, ad esempio, Roberto Ciambetti, Capogruppo in Regione della Lega Nord, ci ringraziava per lo spazio dato alle sue opinioni (cosa che facciamo comunque, sempre e con tutti quelli che ce le inviano e sono disposti a discuterne e farne discutere), siamo, se possibile, ancora più contenti se a riconoscere il nostro sforzo di fare informazione (di libero confronto) non sono i potenti di turno ma un'Associazione di chi crede nella vita, nell'integrazione e nel futuro di un mondo che non può essere ‘global' solo per gli interessi economici, dimenticando l'essenza dell'umanità .
Continua a leggerePsi, Sel, Verdi su dichiarazioni Sen. Franco
Psi Vicenza, SEL Vicenza, Verdi Vicenza    Â
Il senatore Franco ha in mente la revoca della cittadinanza per coloro che non si siano dimostrati degni
Ovviamente nella mente del Senatore Franco i requisiti per essere degni della cittadinanza italiana, saranno a sua cura, la qual cosa ci preoccupa e non poco.
Nel luglio 2009 la nuova amministrazione comunale di Montecchio Maggiore ha deciso, per quanto le è dato dalle competenze di cui dispone, di rendere ulteriormente pesante la vita dei molti immigrati che risiedono a Montecchio colpendo uno dei bisogni essenziali di ogni famiglia: la casa. Spacciandolo per un atto teso alla maggiore sicurezza e vivibilità l'amministrazione ha reso più difficile l'ottenimento del certificato di idoneità all'alloggio, documento indispensabile al rilascio del permesso di soggiorno, ai ricongiungimenti familiari e a tutta una serie di atti necessari esclusivamente ai cittadini immigrati. In questo modo molti immigrati residenti a Montecchio rischiano di non riuscire a ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno, diventando così clandestini.
Sembra che il Senatore Franco non abbia ben compreso il testo della delibera che ha per titolo, non a caso, "Nuovi parametri minimi di idoneità degli alloggi in uso a cittadini extracomunitari".
A chi poi volesse obiettare che, teoricamente, i parametri per l'idoneità alloggio valgono per chiunque, italiano o meno, vogliamo sottolineare come i vigili non vengano a controllare ogni sei mesi le dimensioni degli appartamenti e delle singole stanze in cui viviamo noi italiani mentre per i cittadini extracomunitari ciò avviene due volte l'anno.
Di qui l'idea dell'Unione Immigrati di Vicenza, certamente provocatoria, di provare per un giorno a far immaginare a noi italiani, come sarebbe Montecchio senza gli immigrati.
Il sen. Franco invece di dar fiato a quello che sembra essere un astio ingiustificato nei confronti degli stranieri, non ha trovato di meglio che rispondere minacciando velatamente il presidente dell'Unione Immigrati signor Condé della revoca della cittadinanza da lui ottenuta da pochi mesi. Questo è il clima di "amore" e di disponibilità a cui dobbiamo prepararci per questo 2010?
L'avvertimento, per quanto maldestramente mascherato, al signor Condé è un fatto gravissimo. Condé e tutti gli immigrati che stanno lavorando onestamente nel nostro Paese e si stanno impegnando per ottenere il rispetto di diritti elementari come quello alla casa, troveranno sempre il nostro sostegno ed aiuto.
Noi aderenti a Sinistra Ecologia e Libertà , PSI e Verdi della provincia di Vicenza siamo certi che tutte le persone ragionevoli sapranno fare altrettanto.
Ciro Asproso
Esecutivo dei Verdi Vicenza
Luca Fantò
Segretario provinciale Partito Socialista Italiano - PSE Vicenza
Tomaso Rebesani
Sinistra Ecologia Libertà di Vicenza
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Davide Vittorelli risponde al sen. Franco su immigrati e Montecchio
Riceviamo e pubblichiamo
Sperando di trovare spazio nel vostro quotidiano (su web), saluto e ringrazio.
Davide Vittorelli
Vi scrivo al riguardo delle dichiarazioni del senatore Franco sul: "caso Montecchio".
Il Senatore, affermando che: "gli immigrati non perdono l'occasione di mostrare la loro intolleranza nei confronti delle regole della società civile", mi ha ricordato molto il toro che dava del cornuto all'asino.
Ma quale serietà può esserci nelle parole dell'Onorevole se è proprio il suo partito che fomenta lo scontro e la divisione tra culture?
Un partito, quello della Lega Nord, che in spregio a tutti gli insegnamenti civili e cristiani propone il "white christmas o Natale Bianco", suggerisce di sparare sui barconi dei disperati e fa accordi con il dittatore Gheddafi per trattenere disperati e fuggiaschi dalle guerre africane nelle prigioni libiche.