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Per Banca Popolare Vicenza e Veneto Banca obiettivo di cessione totale degli Npl" titola
Il Sole 24 Ore il lucido articolo odierno di
Katy Mandurino che, però, presenta un passaggio che ha indotto in grave errore chi prova a scrivere localmente su Internet di economia e finanza non solo senza saper leggere un bilancio, umano, ma senza neanche saperlo, o volerlo, scaricare, diabolico, dal sito ufficiale della
Banca Popolare di Vicenza nel caso non ne avesse seguito almeno le ultime vicende. Senza voler pensare a un addomesticamento pro
BPVi (ma tutto è possibile se una "
Voce" non è realmente indipendente) del mezzo che da tempo ci scopiazza, male, e che altrettanto fa con l'
Ansa, che noi paghiamo e altri no, fa specie leggere la sintesi che fa dell'articolo di Mandurino sulla questione
NPL: "
Per Montebelluna si tratta di circa 7,7 miliardi di euro da cartolarizzare. Meno grave su questo fronte la situazione di BpVi. Certo, il cda che si riunirà il 5 settembre non si troverà di fronte ad una buona semestrale, ma gli npl qui pesano "solo" per 1,9 miliardi").Â
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Leggendo un articolo di
Federico de Wolanski, che, su
La Tribuna di Treviso col titolo "I
l Csm apre un fascicolo su Dalla Costa", riferisce che la prima commissione del
Consiglio superiore della magistratura ha aperto un fascicolo sul procuratore di Treviso
Michele Dalla Costa per una possibile "incompatibilità ambientale" del
procuratore della Repubblica di Treviso nello scandalo
Veneto Banca nell'ambito dell'inchiesta condotta come noto dalla
Procura di Roma. Questioni analoghe, c'è da dire, sono state poste anche a Vicenza dove dubbi sono emersi in passato sull'operato della
Procura di Vicenza, per lo meno prima che ad assumerne la guida fosse l'attuale procuratore capo
Antonino Cappelleri, dubbi poi rafforzati dai vari incarichi conferiti a un ex procuratore capo,
Antonio Fojadelli, e a familiari di Pm ora non più in servizio nella galassia di
Gianni Zonin (
Banca Popolare di Vicenza, sue controllate e aziende della sua, ex?, casa vinicola).
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Piero Puschiavo di
Progetto Nazionale ci segnala una fitta commistione tra Vicenza e Rimini che ha fatto oggetto di una interrogazione a risposta urgente avanzata l'11 agosto da
Luigi Camporesi,
consigliere comunale di Obiettivo Civico - Vincere per Rimini Fare - Progetto Nazionale (ora fioccano le solite minacce di denunce mentre solo la
Voce di Rimini ha scritto subito titolando sull'interrogazione, come nella foto, ndr) al sindaco
Andrea Gnassi e a
Gian Luca Brasini, l'assessore alle Risorse Finanziarie del
Comune di Rimini, nella cui giunta siede come assessore all'innovazione
Eugenia Rossi di Schio, vicentina di nascita e formazione, professoressa associata all'
Università di Bologna (dove
insegna anche l'ex assessore vicentino Umberto Lago) con
un ottimo curriculum scientifico accademico e Coordinatrice del Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Energetica e supposta (dall'interrogante Camporesi) parente di
Alvise Rossi di Schio, ex consigliere del Cda della
Banca Popolare di Vicenza. Gli "incroci" appaiono di interesse pubblico per il consigliere comunale riminese e per l'opinione pubblica locale e vicentina perché è vicino anche l'assorbimento della
Fiera di Vicenza nella
Fiera di Rimini, apparentemente molto più solida ma che Camporesi dipinge come molto "problematica".
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Dopo che per
Veneto Banca la
Procura di Roma ha accelerato i suoi passi con i domiciliari per Vincenzo Consoli, il sequestro dei suoi beni e l'iscrizione nel registro degli indagati di altri 14 presunti corresponsabili della sua mala gestio (inclusi i sindaci della banca) tocca alla magistratura di Vicenza cercare, documentare e punire le indubbie e pesanti responsabilità di chi (i cosiddetti "banchieri" e i politici loro sponsor e/o da loro sponsorizzati) ha gestito la
Banca Popolare di Vicenza, che con Veneto Banca è una delle tre tipologie di banche in crisi (le altre due sono quella del "gruppo" Etruria, Marche, Ferrara e Chieti e quella del più grande ma singolo MPS).
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Si può fare, approfittando delle "slow news" ferragostane, qualche riflessione sulle diverse evoluzioni delle tre tipologie di crisi bancarie (il "gruppo" Etruria, Marche, Ferrara e Chieti, la coppia
Banca Popolare di Vicenza e
Veneto Banca, il più grande ma singolo
MPS) che hanno "colpito" finora l'Italia e a cui, in misura diversa, ma sempre consistente, hanno contribuito indubbie e pesanti responsabilità di quelli che (i cosiddetti "banchieri" e i politici loro sponsor e/o da loro sponsorizzati) hanno gestito le tre tipologie di banche in crisi. Qui da noi, in particolare, dovrà cercarle, documentarle e punirle la magistratura di Vicenza, il cui forte impegno del pool designato da
Antonino Cappelleri va stimolato e supportato di più sia dai soci traditi dalla
BPVi (per Veneto Banca la Procura di Roma ha già accelerato) che dalla stampa locale, quella indipendente, ovviamente, dopo che quella schierata ha fatto solo disinformazione nel caso migliore o si è mostrata "collaborazionista" con chi ha causato perdite agli azionisti per circa 11 miliardi complessivi e danni indotti al territorio che la Repubblica tempo fa ha valutato in 40 miliardi.
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Libero Quotidiano conferisce la medaglia di latta all'azienda della famiglia Zonin nel titolo proposto per l'articolo del suo
Nino Sunseri sulla sponsorizzazione di
Casa Italia alle
Olimpiadi di
Rio de Janeiro da parte dell'azienza vinicola di Gambellara la cui proprietà , oltre che la governance, è stata "girata" ai figli Domenico, Francesco e Michele da
Gianni Zonin, ex presidente della fu
Banca Popolare di Vicenza, ufficialmente per passare per tempo il testimone ai figli, di fatto per costruire una prima linea di tutela dei suoi beni nel caso fossero aggrediti da provvedimenti di sequestro cautelare tipo quelli adottati dalla
Procura di Roma nei confronti del dominus di
Veneto Banca,
Vincenzo Consoli. Queste misure non sono ancora state reputate necessarie nei confronti di Gianni Zoin, il dominus della banca, una volta, vicentina, da parte del pool del
Procuratore capo di Vicenza,
Antonino Cappelleri, che ritiene indispensabili altri accertamenti rispetto a quelli finora effettuati a Vicenza.
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Ci è arrivata una mail con questo cortissimo ma significativo testo: «Ho letto sull'
Ansa.it questa notizia: "
GdF di Pordenone sequestra beni per 2,5 milioni a rom"
. Quando, secondo lei, si potrà leggere un titolo analogo riguardante Gianni Zonin?». La notizia in dettaglio riferiva che la
Guardia di Finanza di Pordenone ha sequestrato 12 ville di pregio, 3 terreni edificabili, un appartamento e un locale commerciale per un valore di 2,5 milioni di euro nella disponibilità di due famiglie rom, residenti tra la provincia pordenonese e quella veneziana, che al fisco risultavano nullatenenti. Ora, a parte la coincidenza col fatto che anche Gianni Zonin, ex presidente della
Banca Popolare di Vicenza, è nullatenente o quasi avendo "donato", da grande e affettuoso padre di famiglia, i suoi beni ai suoi tre figli, che li custidiscono e li amministrano con pari affetto, la nostra risposta è stata questa: «
Mai leggeremo, o ci converrà leggere, una così malvagia notizia di sequestro a Gianni Zonin, perchè, caso mai lo disponessero, poi il titolo sul probabile e riparatorio dissequestro sarà molto più grande». Come è già avvenuto per
le indagini sul suo conto ad inizio millennio, almeno chez nous (a casa nostra, sui media indigeni, cioè, ndr)
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Uno stimato avvocato di Vicenza, di cui non riportiamo il nome per motivi di riservatezza professionale, ci scrive una lettera che pubblichiamo volentieri perchè dà alla nostra redazione un riconoscimento per la pubblicazione di “
Vicenza. La città sbancata†che compensa e supera di gran lunga omertà , ostracismi, censure e minacce altrui, una su tutte la
citazione dell'ex presidente della
Fondazione Roi, tal
Gianni Zonin, per danni milionari credibili e gonfiati come il valore della azioni della
BPVi piazzate a decine di miglaia di risparmiatori a 62,50 euro durante la gestione sua e del suo Cda della
Banca Popolare di Vicenza per poi rivelarsi pezzi di carta da 10 centesimi e forse meno. Pubblichiamo la lettera anche perchè, a tutela dei diritti alla conoscenza dei suoi rappresentati, pone altre domande alla gestione attuale, a cui le giriamo, dopo un nostro contributo informativo in fondo alla lettera stessa, anche se nella prima fase la triade
Gianni Mion,
Salvatore Bragantini e
Francesco Iorio non sembra molto ricettiva nel dare trasparenza su certe informazioni. Di seguito lettera, domande e una prima nostra documentazione sulle questioni poste dal legale vicentino.
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In vista dell'assemblea del 8 agosto 2016 di
Veneto Banca s.p.a. presso Villa Spineda Volpago del Montello, il
Coordinamento associazioni banche popolari venete "Don Enrico Torta", ha emesso un fermo e duro comunicato di "contestazione" della partecipazione alla stessa di soci ridotti a contare meno di nulla, partendo dall'
esposto contro la legittimità delle decisioni assunte dall'Istituto di Montebelluna a partire dall'assemblea di trasformazione in spa tenuta il 19 dicembre 2015 la cui validità sarebbe messa in discussione proprio dai provvedimenti restrittivi e cautealri adottati dalla magistratura romana contro
Vicenzo Consoli, ex ad e diretore generale di Veneto Banca. Di seguito vi proponiamo la nota del
Coordinamento Associazioni Soci Banche Venete Don Enrico Torta.
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Il giudice Marco Patarnello, in magistratura dal 1989 e che è stato vicesegretario del Csm mentre ora si occupa al Tribunale di Roma di misure di prevenzione antimafia, sequestro e confisca di patrimoni illeciti, ha inviato una lettera, pubblicata il 5 agosto su la Repubblica e che vi proponiamo a seguire, in cui lamenta come nelle indagini sui patrimoni mafiosi è sempre ambiguo il ruolo degli Istituti di Credito, grandi o piccoli che siano. Un lettore, segnalandocela, la accompagna con queste considerazioni: «Chissà cosa emergerà su Banca Nuova con una raccolta molto alta e con forti legami con gli ambienti locali (la banca è controllata al 100% dalla Banca Popolare di Vicenza, il suo Cda con Marino Breganze presidente è ancora intonso e il suo direttore generale in carica ha ricevuto in pompa magna Gianni Zonin solo poco tempo fa, ndr). Ma forse potrebbe anche non emergere nulla, se nessuno ci guarda...».
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