Nella sala Marzottini a Valdagno è stato presentato domenica 16 dicembre il quinto volume della collana Vicenza Papers: "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori" ma soprattutto, il suo protagonista. il valdagnese "Carnera" prima partigiano, uscito miracolosamente indenne da una fucilazione e, poi, strenuo difensore dei diritti dei lavoratori della Marzotto. I curatori del volume di testimonianze dirette, Giorgio Langella e Giovanni Caneva, insieme a Giovanni Coviello, editore del volume e fondatore di VicenzaPiù, Giorgio Fin dell'Anpi Cornedo Brogliano e Severino Galante, storico comunista, hanno condiviso le proprie emozioni con quelle del pubblico che ha affollato la sala.
Avete letto e sentito gli articoli e i servizi in ricordo di Pietro Marzotto dopo la sua morte? Avete notato come si scrive e si afferma della grandezza del "conte"? E di come si fa capire della sua democraticità del suo essere "liberale" ma, tutto sommato, di sinistra? E avete capito che tutti gli osanna e le lodi sono, di fatto, un riconoscimento alla Marzotto in quanto impresa "vicina ai lavoratori"? Un'azienda "democratica", paternalista, certo, ma che ha fatto tanto bene alla comunità . Scuole, servizi, mecenatismo...
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Oggi a 80 anni è morto Pietro Marzotto, sicuramente un grande nome dell'impresa vicentina e non solo, per giunta ammantato di quell'aura di uomo di sinistra anche se ricco per i soldi guadagnati per la sua capacità di intraprendere ma in un'epoca in cui le condizioni degli operai erano così infime che passava facilmente per un messia uno come lui che, dopo l'abbattimento giusto 50 anni fa, il 18 aprile 1968, della statua del padre Gaetano da parte di 6.000 lavoratori di Valdagno, scesi in sciopero per opporsi alle condizioni imposte dall'azienda, cominciò a mettere a loro disposizione villaggi e servizi per farli lavorare meglio (e produrre di più?).
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Il 19 aprile 1968, a Valdagno venne abbattuta la statua di Gaetano Marzotto. I quasi seimila lavoratori di Valdagno e Maglio erano scesi in sciopero e lottavano per opporsi alle condizioni imposte dall'azienda. Condizioni che peggioravano salario, salute e posti di lavoro. Di quella lotta si scrisse: "l'unità operaia-popolare ha spezzato il sistema feudale di Marzotto e ha fondato un sistema di forze nuove che ha visto legati i commercianti, gli studenti e i contadini alla classe sfruttata dei lavoratori della fabbrica; la città nuova, la Valdagno democratica nasce lì".
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Finalmente la città di Vicenza inizia ad uscire da due vecchie logiche, quella che ha dominato attraverso la Banca Popolare di Vicenza, che rappresentava il vecchio capitalismo ottocentesco, dove in origine i galantuomini si servivano della banca per incrementare i loro affari ed investimenti con relazioni soprattutto personali, che legavano il Presidente ai soci e a chiunque intendesse promuovere un giro di denaro. La seconda logica, quella che è nata a Valdagno, quando si detronizzò la dinastia Marzotto con l'abbattimento della statua del conte Gaetano Marzotto il 19 aprile 1968. La sinistra comunista iniziava un cammino che propugnava la rivoluzione ed il cambiamento violento della società italiana con movimenti, partiti e partitini, che nascono ancora oggi e di cui ne abbiamo contati quasi 350 tra ufficiali e non.
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Ciao direttore, ho letto il tuo articolo: "Matteo Marzotto siede con Achille Variati per celebrare l'ultimo flop vicentino, quello della vendita della Fiera di Vicenza. La maggioranza impedisce la discussione su fatti e scelte. Noi abbiamo conati di vomito. E voi?". Molto bene! Lo condivido in pieno. Il disgusto che provo di fronte a questi personaggi che non provano mai vergogna è, come sai, massimo. Mi basta pensare a quello che è successo alla Marlane Marzotto (dove il Matteo non c'entra, forse, ma i Marzotto sì ... Ricordi il "noi pensiamo al nostro denaro" di Gaetano Marzotto?) per ricordare l'assordante silenzio che ha coperto a Vicenza le nostre povere urla per far conoscere la vicenda. I protagonisti sono sempre gli stessi: chi ha il potere (o presume di averlo) che copre, insabbia, aiuta gli amici, chiude gli occhi di fronte a fatti, atti e personaggi infausti. Potremo cambiare qualcosa? Difficile e faticoso, ma tentare ci costa infinitamente meno (per la nostra integrità morale e intellettuale) che girare la testa dall'altra parte e adeguarsi alla "normalità " che ci vogliono imporre.
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Scusate il disturbo se ricordiamo le vittime della Marlane. Oggi, 12 ottobre 2016, dovrebbe ricominciare il processo d'appello relativo alla vicenda della Marlane-Marzotto di Praia a Mare. Una spaventosa tragedia del lavoro con oltre cento vittime dovute a condizioni lavorative a dir poco precarie e con un disastro ambientale del quale, dopo tanti anni, è difficile quantificare le proporzioni e la gravità . Quasi due anni fa, il 19 dicembre 2014, ci fu la sentenza assolutoria per tutti gli imputati eccellenti (padroni e dirigenti della marlane, della Lanerossi e della Marzotto).