Proseguono in Veneto gli incontri di Intesa Sanpaolo con i rappresentanti delle categorie economiche, in particolare ieri, 4 settembre, si è tenuto un appuntamento promosso dall'on. Pierpaolo Baretta, sottosegretario MEF, che ha visto la presenza di Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori, assieme a Renzo Simonato direttore regionale Veneto Friuli VG e Trentino AA e Gabriele Piccini responsabile ex Banca Popolare di Vicenza ed ex Veneto Banca.
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Dialogo aperto con categorie locali "Grande attenzione alle pmi a cui non faremo mancare il credito". Confermato il plafond aggiuntivo di 5 mld per il territorio. Verrà esteso il programma Filiere: nel Veneto sono già 36 i contratti di filiera attivati che coinvolgono oltre 620 fornitori per un giro d'affari complessivo di 4,4 miliardi I vertici di Intesa Sanpaolo sono stati oggi in Veneto per incontrare i rappresentati regionali dell'artigianato, commercio e agricoltura. In particolare Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, assieme a Gabriele Piccini (nella foto con Barrese) responsabile ex Banca Popolare di Vicenza e ex Veneto Banca e Renzo Simonato direttore regionale Veneto Friuli VG e Trentino AA, hanno incontrato il presidente Agostino Bonomo e il direttore di Confartigianato Veneto, il direttore di CNA VenetoMario Borin ed i rappresentanti di Confcommercio e Coldiretti.
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Intesa Sanpaolo rende noto che è stata istituita oggi, all'interno della Divisione Banca dei Territori, una nuova direzione regionale cui faranno capo i rami d'azienda costituiti dalle attività rilevate da Banca Popolare di Vicenza e da Veneto Banca. La costituzione di una nuova struttura dedicata nasce con l'obiettivo di garantire la piena continuità nell'operatività corrente delle attività acquisite dalle due banche venete e di rendere immediata l'integrazione di queste stesse nel Gruppo Intesa Sanpaolo.
La guida della nuova realtà è stata affidata ad interim a Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori, e si articola in due unità organizzative cui faranno capo le strutture centrali e territoriali provenienti dalle due banche integrate, denominate "ex Banca Popolare di Vicenza ed "ex Veneto Banca".
Veneto Banca ha comunicato che, facendo seguito a quanto deliberato dall'Assemblea degli Azionisti dell'Istituto il 16 novembre del 2016, è in corso di notifica l'atto di citazione con il quale la Banca dà corso all'Azione di Responsabilità nei confronti degli ex Amministratori e Sindaci (a sinistra dell'immagine in copertina Vincenzo Consoli, ndr) alternatisi in carica fino al 26 aprile 2014. "E' stato un lavoro preciso, dettagliato e approfondito: una necessaria risposta a quell'esigenza di giustizia che i territori richiedevano" ha commentato Massimo Lanza, Presidente di Veneto Banca. "Proprio per queste ragioni - ha sottolineato il Presidente - abbiamo voluto dedicargli l'adeguata attenzione". Intanto Banca Popolare di Vicenza ha annunciato, sempre oggi, la revisione della struttura organizzativa della controllata siciliana Banca Nuova.
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"L'obiettivo dell'80% era un sogno, ci siamo andati vicini e siamo contenti lo stesso". Esordisce così Gabriele Piccini, vice direttore generale di Banca Popolare di Vicenza all'indomani della scadenza dell'offerta pubblica di transazione. 66731 azionisti hanno stretto il patto, la quota di adesione sfiora il 73%, un risultato eccellente per i vertici della BPVi che ora spera di finire il progetto di fusione con Veneto Banca. "Faremo solo gli interessi degli azionisti - continua Piccini - . Il piano industriale è adeguato e attendiamo di avere l'autorizzazione della Bce. La necessità di capitale è cosa già appurata". Ora si vuole al più presto mettere una pietra sul passato.
Martedì sarà l'ultimo giorno per aderire all'offerta pubblica di transazione della Banca Popolare di Vicenza. Ieri le sottoscrizioni hanno raggiunto quota 66%. Intanto, l'agenzia canadese di rating Dbrs ha confermato la valutazione (B sul lungo termine, R4 sul breve) con la notazione «sotto osservazione con implicazioni negative» e ha declassato Veneto Banca portando il rating allo stesso livello di BPVi. La notizia è arrivata il giorno dopo che le dichiarazioni della presidente della vigilanza bancaria della Banca Centrale EuropeaDaniele Nouy avevano messo in allarme il Veneto. «In casi particolari il consolidamento può anche prendere la forma dello scioglimento delle banche se diventano non sostenibili», aveva detto giovedì.
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La confusione è madre della bugia. Quante sono state finora le adesioni all'Offerta pubblica di transazione (Opt) che le due ex Popolari venete, la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, hanno proposto agli azionisti? Più di una settimana fa i media di regime avevano "sparato" una percentuale davvero poco credibile (60%), mentre noi, che amiamo la verità , e quindi non "facciamo il tifo" per una scelta che gli azionisti dovrebbero prendere in coscienza e senza indebite pressioni, avevamo avanzato dubbi sulla veridicità di quel dato. Si "giocava" certamente sulle cosiddette "manifestazioni di interesse". Gli azionisti, infatti, soltanto per avere un conteggio esatto dell'eventuale ristoro, sono costretti a firmare un documento denominato "manifestazione di interesse" che non obbliga assolutamente successivamente ad accettare l'offerta transattiva della Banca (ci mancasse!) e che quindi non ha alcuna valenza.
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La Fondazione Roi, tanto ringraziata ieri dal vice dg della Banca Popolare di VicenzaGabriele Piccini, con alla sua presidenza Ilvo Diamanti si è prestata al gioco della Popolare. Diamanti ha pronunciato un "sì" che vale 4 milioni 158 mila euro, il valore del potenziale incasso della onlus a fronte dell'adesione, deliberata dal Consiglio di amministrazione, all'offerta di rimborso a 9 euro per azione formulata dalla BPVi. Oggi, in una nota, il senatore del Movimento 5 Stelle Enrico Cappelletti e Liliana Zaltron, consigliere comunale M5S, ha dichiarato che la decisione della Fondazione Roi di aderire all'offerta di BPVi e l'atteggiamento del sindaco di Vicenza Achille Variati, che come succede spesso tace e non prende posizione, non sono altro che uno specchietto per le allodole.
«Le adesioni dei soci BpVi vicine al 60%»: ecco l'ennesima bugia del quotidiano confindustriale locale sul tradizionale "sponsor" della Banca Popolare di Vicenza in ciò aiutato dalle dichiarazioni chiaramente equivoche del vice direttore generale vicario Gabriele Piccini, anche se poi rettificate dalla stessa BPVi in una nota dell'Ansa non certo recepita dal titolo e da gran parte del testo del GdV, con non poche responsabilità , della stampa e dell'Istituto, che invitiamo ad accertare da parte delle autorità competenti, già da noi sollecitate ieri ad intervenire sull'assedio alla libertà di scelta dei 94.000 azionisti spinti con ogni mezzo ad accettare di accontentarsi del 15% di quanto perso e regalato ai gestori e agli amici dei gestori dell'Istituto di via Btg. Framarin.
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A Vicenza le bugie o le false verità storicamente abbondano. L'ultima è la "(sovra)stima" del 60% fatta dal vice dg vicario Gabriele Piccini delle adesioni alla transazione proposta dalla BPVi, che, manifestazioni di interesse escluse, si attesterebbero al 40%, la metà dell'obiettivo di Fabrizio Viola e Gianni Mion. che, tramite un'Ansa si sono affrettati a mettere una toppa all'ennesimo tentativo di "forzare" la volontà dei soci truffati, a cui Gianni Zonin faceva sottoporre Mifid generosi, per le avide voglie di denaro della Banca Popolare di Vicenza, e i nuovi gestori ne seguono la strada provando a beffare per la seconda volta i soci proponendo un indennizzo iniquo con la scusa, autoassolutoria, del "meno peggio" a cui ha abboccato o ha dovuto abboccare ancheIlvo Diamantiper giunta per soldi non suoi, ma della Fondazione Roi.Continua a leggere