Numeri a gogò sulle adesioni alla transazione BPVi: la confusione è madre della bugia
Mercoledi 22 Marzo 2017 alle 13:59 | 0 commenti
La confusione è madre della bugia. Quante sono state finora le adesioni all'Offerta pubblica di transazione (Opt) che le due ex Popolari venete, la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, hanno proposto agli azionisti? Più di una settimana fa i media di regime avevano "sparato" una percentuale davvero poco credibile (60%), mentre noi, che amiamo la verità , e quindi non "facciamo il tifo" per una scelta che gli azionisti dovrebbero prendere in coscienza e senza indebite pressioni, avevamo avanzato dubbi sulla veridicità di quel dato. Si "giocava" certamente sulle cosiddette "manifestazioni di interesse". Gli azionisti, infatti, soltanto per avere un conteggio esatto dell'eventuale ristoro, sono costretti a firmare un documento denominato "manifestazione di interesse" che non obbliga assolutamente successivamente ad accettare l'offerta transattiva della Banca (ci mancasse!) e che quindi non ha alcuna valenza.
Il Vice direttore generale vicario, Gabriele Piccini, lo scorso 14 marzo, aveva annunciato in pompa magna che "fra gli azionisti che hanno già firmato l'Offerta pubblica di transazione (Opt), quelli che hanno ormai preso appuntamento per farlo e coloro che hanno comunque dato una manifestazione di interesse in tal senso si era raggiunta la quota del 60%."
Quindi giungeva alla conclusione che ... "Bpvi contava perciò su quest'ultima settimana, prima della scadenza fissata al 22 marzo, per arrivare alla soglia fatidica dell'80%"
Beh, per quanto abbiamo sopra evidenziato, quella informazione mancava di una precisazione FONDAMENTALE: quante erano le adesioni effettive già sottoscritte e quante le manifestazioni di interesse firmate?
Anche un bambino riesce a comprendere che è indispensabile conoscere come deve essere suddiviso quel dato: c'è una differenza abissale se quel 60% di "adesioni" è formato da un 59% di "vere" adesioni ed un 1% di manifestazioni di interesse, anziché il contrario.
Alla fine, ribadiamo, conteranno solo le effettive adesioni e, ad oggi, quel numero è sconosciuto a tutti (tranne che ai vertici della Banca). A nostro avviso non sarebbe stato un danno se al termine di ogni giornata fosse stato comunicato il numero di adesioni effettivamente sottoscritte, magari corredato dal numero di manifestazioni di interesse firmate, ma ci saranno stati sicuramente ottimi motivi per cui ciò non è stato fatto.
Ieri poi, nell'edizione online del Corriere del Veneto è apparso un articolo dal titolo "Banche venete, record di adesioni. Offerta d'acquisto verso il 70%".
Stranamente nessun altro mezzo di informazione ha riportato la medesima notizia.
Andando oltre il titolo, si sostiene che le adesioni (a questo punto si dovrebbero assolutamente intendere "già davvero sottoscritte") "si attesterebbero attorno al 64%, a cui si aggiungono un 2% circa di soci irrintracciabili, a fronte di un 20,5% di soci che hanno detto no alla proposta di transare. I due istituti veneti dispongono ancora di una platea di indecisi pari al 14% circa delle azioni nel perimetro della transazione su cui far leva."
Il "giornalone", però, non cita la fonte dalla quale avrebbe avuto dati così precisi limitandosi a parlare genericamente di "indiscrezioni", ed avanzando l'ipotesi che le due Banche venete si appresterebbero a "decidere una mini-proroga dell'offerta fino a sabato".
Insomma il dubbio che tutto ciò abbia come scopo quello di spingere gli indecisi dell'ultima ora a recarsi "in zona Cesarini" presso la loro filiale per aderire all'offerta ... non viene solo ai malpensanti.
Ma anche alla... Consob da noi sollecitata.
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