"Luca Zaia ha capito che l'occasione per il Veneto di realizzare il progetto di vera autonomia è adesso ed è pienamente consapevole che, nel caso di un Governo Berlusconi-Salvini, i sogni dei Veneti sarebbero infranti. Il centrodestra ha infatti dato vita finora ad esperienze iper-centraliste, mentre il Governo Gentiloni in pochi mesi è arrivato con serietà e impegno a definire una bozza di accordo con ben tre regioni." Lo dice Laura Puppato, candidata al collegio uninominale per il Senato di Belluno, Montebelluna, Castelfranco, Noale e Martellago.
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Da qualche anno Maria Cristina Caretta, presidente nazionale di Confavi, la Confederazione delle associazioni dei cacciatori, accresce il suo impegno estendendolo da quello associativo al suo schieramento in ambito politico nelle fila di Fratelli d'Italia per cui si candida all'uninominale della Camera mentre Sergio Berlato è capolista del plurinominale: "abbiamo spinto Sergio in Regione e ora io e lui vogliamo dare sempre più peso alla nostra categoria in ambito istituzionale. E FdI è l'unico partito che ha inserito al punto 13 del suo programma la tutela della caccia nel rispetto dell'ambiente".
Dopo tanto penare, anche mediatico, stamatina sul sito ufficiale del Partito Democratico sono state pubblicate le liste dei candidati del Pd, che ora molti chiamano PdR (il Partito di Renzi). Prima di fare qualche piccola annotazione lato Vicenza (qui l'elenco completo del Veneto con l'avvertenza che la colonna in alto a sinsitra è per il proporzionale alla Camera dei deputati e quella a destra è per l'analogo plurinominale al Senato) è corretto fare un appunto ai colleghi della stampa che hanno parlato in questi giorni a volume tenuto sempre alto del "dramma" delle liste Pd per le politiche 2018.
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Pubblicato alle 18.30, aggiornato con video integrale alle 22.54. Oltre alla solita Maria Elena Boschi spunta la new entry Berlusconi "garante" per un prestito a Denis Verdini (qui video integrale)
Roma, servizio chiuso alle 19.42. Due audizioni, quella degli ex amministratori delegati di Banca intermobiliare Pietro D'Aguì e soprattutto quella dell'Ad di di Veneto BancaVincenzo Consoli, ammesse con scetticismo per la loro condizione di indagati, irrompono con forza nello scenario storico dei fatti che a fatica la commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche sta cercando di ricostruire e piazzano potenti mine sulla credibilità di figure in teoria insospettabili.
Pubblicato il 15 alle 18.55, aggiornato il 16 alle 00.06. Premetto che quello che leggerete è frutto di mie considerazioni che si basano su alcuni fatti, abbastanza per scrivere e riflettere sull'ipotesi di cui al titolo, ma troppo pochi per avere certezza che la mia valutazione sia riscontrabile con certezza. Detto questo è noto a tutti come il "sistema" finanziario che regola a suo ignoto piacimento il mondo di oggi, sempre meno fatto di volti noti e sempre di più popolato di trust, fondi e finanziarie, nel 2011 decise che era finto il tempo di Silvo Berlusconi.
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Riceviamo da Roberto Fogagnoli, segretario provinciale vicentino del Partito della Rifondazione Comunista, la seguente nota relativa al "rosatellum": "Apprendiamo dai Tele e Radiogiornali, che il governo ha posto la fiducia sulla legge elettorale. E' vergognoso! La legge con cui gli Italiani dovranno votare il prossimo anno per il rinnovo delle camere, sarà blindata, la Camera dei Deputati non la potrà discutere, tutte le opposizioni saranno cancellate, è l'ennesima porcata del potere."
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Premessa: rivendico, per esser stato uno dei pochissimi a schierarsi, immediatamente e con foga, contro i bombardamenti della Libia, di poter commentare, ed in maniera autorevole, i retroscena svelati di recente dall'ex Presidente della Repubblica sull'adesione del nostro Paese alla guerra contro un Paese sovrano come la Libia. Mi riferisco in particolare a quel "Consiglio di guerra" informale tenutosi il 17 marzo del 2011 al Teatro dell'Opera a margine delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia al quale parteciparono l'ex Presidente Giorgio Napolitano, l'ex Premier Silvio Berlusconi, l'ex Ministro della difesa Ignazio La Russa, l'ex Ministro degli Esteri Franco Frattini oltre al consigliere diplomatico Bruno Archi.
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"Se tutti parteciperanno, parteciperemo anche noi". Lo ha dichiarato, come riferisce Radiocor, l'a.d. di Banca Mediolanum, Massimo Doris, in merito alla possibile partecipazione dell'istituto a un intervento di sistema per evitare il bail-in della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. "Diventa fondamentale la velocita' di azione - ha aggiunto a margine del 47esimo convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria -. Il costo sta salendo cosi' tanto per la lentezza nel risolvere le problematiche. L'errore e' stato, a mio parere - ha proseguito - nel novembre 2015 quando nel salvataggio delle 4 banche si e' deciso di lasciare fuori gli obbligazionisti subordinati. Per quei 300 milioni e' scoppiato il caos. Se li' si fossero salvati i subordinati, le due venete avrebbero fatto i loro aumenti di capitale e la gente non sarebbe scappata", ha concluso.
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Inchiesta su Borgo Berga, l’esito della super perizia delegata dal procuratore capo Antonino Cappelleri ha portato quest’ultimo a chiedere - senza al momento ottenerlo - il sequestro dell’intera area, tribunale compreso, ma anche ad ampliare la lista degli iscritti sul registro degli indagati, accusati a vario titolo di abuso d’ufficio e lottizzazione abusiva. Tanto che il numero da 18 è lievitato a 22 (incluso l’ex sindaco Enrico Hüllweck), o meglio 21 visto che Bruno Soave, dirigente in pensione del Comune, è mancato 10 giorni fa.
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