Un paese strano: riforma costituzionale della giustizia da un premier imputato
Venerdi 11 Marzo 2011 alle 10:31Il cattivo funzionamento della giustizia costa alle imprese 2,6 mld di euro
Venerdi 11 Marzo 2011 alle 00:04Cgia di Mestre - La stima e' stata calcolata dalla CGIA di Mestre che ha sommato i costi legati ai ritardi e alle spese a carico delle aziende nelle procedure fallimentari e ai costi riferiti ai ritardi della giustizia civile di 1° e di 2° grado.
Il cattivo funzionamento della giustizia italiana costa oltre 2,6 miliardi di euro alle imprese italiane.
Continua a leggereIl Cdm approva la riforma della giustizia
Giovedi 10 Marzo 2011 alle 21:05Continua a leggere
Zaia: al Veneto adeguate risorse per la giustizia
Sabato 29 Gennaio 2011 alle 13:47Riforme da fare: come volevasi dimostrare
Mercoledi 31 Marzo 2010 alle 12:00
di Giorgio langella
Dice Berlusconi: "il voto ha premiato il mio governo, adesso farò le riforme" (dai giornali).
Ma quali sono le riforme che si devono assolutamente fare? Presto detto: quella sulla giustizia e quella sul fisco. La prima è la più importante (per Berlusconi), a partire dalla questione "intercettazioni". Infatti il ministro Alfano ha annunciato ieri in televisione (a Ballarò) che chiederà l'immediata calendarizzazione del ddl intercettazioni al Parlamento. Alfano ha precisato che, con le nuove regole, non si vieteranno le intercettazioni (ci mancherebbe) ma queste saranno permesse solo per "evidenti indizi di colpevolezza" e saranno limitate nel tempo. Ora, se gli indizi di colpevolezza sono evidenti, perché si dovrebbero fare intercettazioni e non arrestare gli indiziati? E poi, le intercettazioni non dovrebbero servire a trovare gli indizi e le prove di reato? È evidente che questo ddl ha la massima priorità ... per il presidente del consiglio.
Per quanto riguarda il fisco l'obiettivo è di limitare la pressione fiscale. Per quali redditi e per chi? La proposta in campo è quella delle due aliquote che, in pratica, favorisce i benestanti a scapito di chi ha redditi bassi. È anche logico pensare che, visti i conti pubblici italiani, i cittadini che vivono di salario o pensione dovranno continuare a versare soldi forse non sotto forme di tasse, ma pagando di più i servizi essenziali (sanità , scuola ecc.).
Ma c'è proprio bisogno di queste "riforme" o quello di cui ci sarebbe necessità è una vera e propria "rivoluzione" del sistema produttivo, di quello bancario, di quello fiscale nel senso di colpire con durezza gli evasori e di ripudiare il ricorso ai vari condoni e scudi fiscali? Una "rivoluzione" che preveda, con l'aumento dei salari e delle pensioni, un benessere diffuso. Non sarebbe meglio e prioritario pensare a rivoluzionare l'attuale mercato del lavoro con l'abolizione del precariato e la garanzia per giovani (e meno giovani) di avere un lavoro sicuro in tutti i sensi? Non sarebbe meglio pensare a un piano del lavoro a livello nazionale che, con l'intervento diretto dello stato, permettesse di mettere in sicurezza l'ambiente e il territorio, di fare le manutenzioni ordinarie e straordinarie delle reti di comunicazione, di quelle di distribuzione (pensiamo solo a come è ridotta quella dell'acqua), di quelle di trasporto (ferrovie e altro)? Quanti nuovi posti di lavoro si potrebbero creare? E quanti se ne potrebbero mantenere stabilendo regole di contrasto alle delocalizzazioni?
Ma il governo e la maggioranza di destra parlano di necessità delle "riforme istituzionali". Vogliono l'elezione diretta del primo ministro (o del presidente della repubblica) e la baratteranno, internamente al governo stesso tra PDL e Lega, con il "loro" federalismo. Vogliono controllare la magistratura. E soprattutto non vogliono essere controllati. Sono "riforme" che servono a "lorpadroni" per diventare sempre più potenti e ricchi.
Come volevasi dimostrare.
Giorgio Langella (Federazione della sinistra, PdCI, Prc Vicenza)
Concia e corruzione, tra rassegnazione e impunità
Sabato 20 Febbraio 2010 alle 12:19Articolo pubblicato sul numero 183 di VicenzaPiù, in edicola a 1 euro e disponibile da domani nei punti di distribuzione in cittÃ
L'inchiesta della Guardia di Finanza nel settore della concia è impressionante fin dai numeri: 128 le imprese coinvolte, 21 il numero degli imprenditori destinatari di provvedimenti restrittivi e 178 il numero complessivo degli indagati. Finora la Gdf ha accertato movimenti di denaro contante verso gli istituti di credito e società fiduciarie di San Marino per oltre 17,3 milioni di euro. Oltre 1 miliardo di euro l'imponibile sottratto all'erario, con un'evasione solo ai fini Iva di circa 245 milioni di euro.
Indignazione scomparsa...
Sono numeri davvero notevoli. Eppure nonostante le dimensioni della vicenda, non ho percepito significativi moti di indignazione o di sdegno. Sembra quasi che tutto quanto possa scivolare nel dimenticatoio della rassegnazione. Ed è proprio la rassegnazione una delle maggiori nemiche della speranza di poter sconfiggere la corruzione. In un Paese rassegnato, trova la strada spianata chi vuol far passare leggi dannose per i più e favorevoli per pochi. Poi ci sono quelli che sentenziano pubblicamente che l'evasione fiscale e la corruzione sono una cosa normale in un generale clima di magna-magna. Anzi meritano comprensione: al Sud Italia non rubano forse ugualmente se non di più? Ma non ho neppure sentito voci di intellettuali o della cultura indignarsi più di tanto per lo scandalo arzignanese.
Sciopero dei lavoratori della giustizia
Giovedi 4 Febbraio 2010 alle 21:24
Venerdì 5 febbraio i lavoratori giudiziari sciopereranno e scenderanno in piazza per chiedere una giustizia rapida ed efficiente, per la valorizzazione e la riqualificazione del personale, per investimenti adeguati ed un progetto di rilancio che riporti al centro il servizio pubblico, contro i tagli indiscriminati, per nuove assunzioni.
Lo sciopero, promosso da Fp-Cgil, Rdb, Flp e Uilpa, a Vicenza culminerà in una corteo che avrà inizio alle 9,30 in Contrà Santa Corona davanti al tribunale per poi finire di fronte alla Prefettura.
Viviamo un tempo in cui la retorica e la propaganda hanno travolto i fatti. Gli uffici dei palazzi di giustizia troppo spesso vengono dipinti come dei covi di fannulloni, per giunta politicizzati, causa dei mali del paese. Sono al contrario strutture necessarie, direi basilari, per la difesa dello stato di diritto, che versando da troppo tempo in stato di abbandono necessitano di investimenti in strutture e personale.
Venerdì 5 Febbraio la Funzione Pubblica Cgil di Vicenza parteciperà a questo sciopero cosciente del fatto che in ballo non c'è soltanto il sacrosanto diritto dei lavoratori a condizioni di lavoro più dignitose, ma la difesa della nostra carta costituzionale, dei suoi valori.
Le formule propagandistiche come il "processo breve", che dietro un abbaglio nascondono un disastroso allentamento delle maglie del sistema giudiziario, la cancellazione di migliaia di processi, tra cui tutti quelli legati anche se non direttamente ai reati di mafia, altro non sono che fumo negli occhi, menzogne utili a
nascondere una verità troppo scomoda per essere raccontata.
Una verità che i cittadini presto potrebbero sperimentare sulla propria pelle.
La segreteria FP-CGIL di Vicenza
PROMEMORIA
I lavoratori del Ministero della Giustizia venerdì 5 febbraio scioperano e a Vicenza vi sarà una manifestazione con corteo dal Tribunale alla Prefettura. Le segreteria di FP-CGIL UIL-PA FPL e RDB-CUB hanno organizzato un presidio presso Tribunale di Vicenza venerdì mattina (05/02/2010) dalle ore 09.30 che proseguirà con un corteo che si concluderà alle ore 12.00 davanti alla Prefettura. I rappresentanti sindacali hanno chiesto un incontro verso le 11.00 con il Prefetto per esporre le ragioni della protesta.
Lo sciopero è a sostegno della vertenza sulla mancata riqualificazione e contro il nuovo Ordinamento professionale siglato dall'Amministrazione e dalla minoranza delle OO.SS che demansiona e dequalifica i lavoratori, separa le funzioni con il conseguente peggioramento del servizio ed il rallentamento dei tempi dei processi.
Nessuna riforma della giustizia è possibile senza la valorizzazione del personale, nuove assunzioni, investimenti adeguati ed un serio progetto di riforma che assicuri la modernizzazione, l'efficacia e la funzionalità del sistema.
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