Categorie: Banche, Economia&Aziende
Giovedi 29 Settembre 2016 alle 21:36
Dal 13 agosto 2010 informiamo i nostri lettori su quello che sei anni dopo è ufficialmente diventato il disastro della vecchia Banca Popolare di Vicenza e che ora racconta con la nostra raccolta di articoli in 344 pagine "Vicenza. La città sbancata", il libro testimonianza che dopo la sua prima pubblicazione a fine giugno è arrivato alla seconda ristampa che è anch'essa in via di esaurimento. Da tempo, poi, raccontiamo la cronaca dei fatti dopo l'era di Gianni Zonin con al centro da un lato gli sviluppi della nuova gestione, ad oggi, diciamo, ben poco produttivi, e dall'altro un'inchiesta che a Roma per la situazione simile, e forse meno grave se non altro per entità complessiva e per gli intrecci con i vari poteri, Veneto Banca e il suo "uomo di riferimento" Vincenzo Consoli, è già approdata ai suoi arresti domiciliari, al sequestro di suoi beni per 45 milioni di euro e alla chiamata in causa di altri 14 esponenti dei vertici della banca di Montebelluna, sindaci inclusi.
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Categorie: Economia&Aziende
Martedi 27 Settembre 2016 alle 22:53
Di questi giorni si fa un gran (stra)parlare della fusione tra
Banca Popolare di Vicenza con
Veneto Banca, le due ex Popolari venete acquistate a 10 centesimi ad azione dal
Fondo Atlante. Tanto tempo fa la volevano proprio la popolare vicentina e
Banca d'Italia, lo sponsor maggiore di
Gianni Zonin, ma
Vincenzo Consoli dell'istituto di Montebelluna si oppose con decisione. Risultato? Bankitalia tartassò di controlli i trevigiani che ridussero le inefficienze per cui oggi stanno molto meglio della
BPVi, anche se sono ridotti pure loro (i loro soci) alla povertà e anche se Consoli ora è agli arresti domiciliari e con 45 milioni di euro sequestrati mentre Zoni gioronzola per il mondo senza problemi e senza pensieri dopo aver fatto felici i figli con le sue donazioni ogni giorno sempre più inattaccabili da improbabili e lontanissime revocatorie.
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Martedi 27 Settembre 2016 alle 09:17
Vicenza e
Montebelluna pronte alle conciliazioni sulle azioni entro ottobre. E probabilmente con una partenza in parallelo. Mentre sullo sfondo resta la «guerra fredda» sul progetto di fusione tra le due ex popolari. Da un lato il piano operativo, dall'altro le scelte strategiche. Che avanzano in direzioni sempre più divergenti, al contrario di quanto avviene sul fronte operativo. Qui per entrambe le ex popolari dovrebbe esser la volta buona per le conciliazioni. Succede a Vicenza, dove, dopo l'ennesimo cda-fiume, ieri a
Milano, si è ormai ad un passo dal chiudere gli schemi operativi. La data d'inizio non c'è ancora, ma potrebbe arrivare già nei prossimi giorni.
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Categorie: Economia&Aziende
Lunedi 19 Settembre 2016 alle 09:38
Enrico Cuccia, al momento di prendere la guida di
Mediobanca, ricevette da
Raffaele Mattioli in dono un tagliacarte con un biglietto: «Durezza e taglio uralici per i prossimi quarant'anni». Una raffigurazione del mestiere di banchiere rispettata nell'istituto costituito nel 1946 per accompagnare l'Italia nella ricostruzione. Ma che nel nostro Paese non è stata di frequente la via maestra. Come dimostrano l'esplosione delle sofferenze e la diffusione di numerosi «casi particolari» che hanno rivelato intrecci fra localismo e interessi privati. Ebbene, il mix costituito da un lato da dossier specifici e dall'altro da crisi economica, tassi-zero e tramonto di modelli di business che regolatori, tassi e tecnologia obbligano a ripensare, ha favorito numerosi cambi di vertice nelle banche.
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Venerdi 16 Settembre 2016 alle 21:47
BPVi e Veneto Banca alle prese con conti traballanti e svalutazioni per i Npl. Mps è l'operazione con cui guadagnare. Per non irritare gli investitori. Il risiko.di Giovanna Faggionato, da Lettera 43 del 15 settembre 2016
A Vicenza non tornano i conti e quindi devono tornare a Siena. Se da una parte si perde, dall'altra si deve vincere, per non far pagare i big bancari e assicurativi e le società a partecipazione pubblica che hanno investito nel Fondo Atlante. L'entrata in campo del fondo controllato da Quaestio Sgr come salvatore e socio di controllo delle due ex popolari venete e il suo impegno per acquistare e guadagnare dalle sofferenze in eccesso delle banche italiane trasformano il sistema del credito in un circuito a vasi comunicanti. I riflettori sono puntati ora su Siena, ma i destini della banca più antica del mondo sono legati a quelli degli altri istituti sotto la regia di Alessandro Penati.
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Categorie: Economia&Aziende
Mercoledi 14 Settembre 2016 alle 09:32
Popolare di Vicenza muove sulle conciliazioni e prepara per fine ottobre il piano di cessione delle sofferenze. Mentre l'istituto analizza le carte per eventuali ricorsi sull'ennesima tegola dal passato, la maxi-multa da 4,5 milioni dell'Antitrust per i mutui casa scontati per i soci spinti tra 2013 e 2014 in cambio dell'acquisto azioni, il cantiere è aperto a oltranza in questi giorni sui crediti in sofferenza.
L'obiettivo è definire entro fine ottobre il piano che stabilisca come vendere gli 1,8 miliardi netti in bilancio. Il socio unico
Atlante lo ha consegnato tra gli obiettivi prioritari al nuovo cda e la
Bce ha chiesto a tutte le banche piani di dismissione.
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Categorie: Banche, Economia&Aziende
Venerdi 9 Settembre 2016 alle 23:13
Vi assicuro che per una piccola, ma aggressiva, redazione come la nostra è veramente faticoso, anche se altrettanto, professionalmente, "eccitante", seguire la
Banca Popolare di Vicenza ora di
Gianni Mion anche se ci siamo allenati seguendo la...
BPVi di
Gianni Zonin da tempo, per l'esattezza dal 13 agosto 2010 come documenta "
Vicenza. La città sbancata", una selezione di ben 342 pagine di nostri articoli pubblicati da quel giorno
per raccontare la verità sulla banca e provare a tutelare i lettori che fossero soci o volessero diventarlo incantati dalle sirene di via Btg. Framarin (l'ormai ex Popolare) e di Via Fermi (la cabina di regia del quotidiano confindustriale locale). È faticoso perchè non facciamo in tempo a iniziare a sviluppare un tema che scopriamo che ci sono altri due argomenti interessanti, curiosi o scabrosi da approfondire.
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Categorie: Fatti, Economia&Aziende
Giovedi 8 Settembre 2016 alle 14:29
«
Banca d'Italia ridà a rate a Vicenza quanto ricevuto da BPVi per palazzo Repeta: affitto record dei suoi uffici per 202.000 euro annui. A Giuseppe Zanetti, vip Fiamm di Dolcetta?» così scrivevamo e "provocavamo" gli interessati sulla notizia che Bankitalia «
stando al suo sito, paga per i suoi uffici, un appartamento in centro al primo piano della Galleria del Pozzo Rosso, al civico 13, dove ha concentrato i pochi dipendenti rimasti, 202.000 euro all'anno, la cifra più alta per uno qualunque degli uffici non di proprietà in cui opera». Volevamo saperne di più, scrivevamo poi, «
sull'operatività della sede di "vigilanza", sulle dimensioni dell'ufficio e sui vicentini beneficiari del canone d'affitto» che ci chiedevamo se fosse in qualche modo «
riparatorio» per il gentile e discusso acquisto per ben per 9,3 milioni di euro da parte della
Banca Popolare di Vicenza con
Gianni Zonin presidente di Palazzo Repeta, la sede precedente di Banca d'Italia a Vicenza.
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Categorie: Economia&Aziende
Mercoledi 7 Settembre 2016 alle 09:32
L'autunno caldo è alle porte per le due ex banche popolari del Veneto. Di qua si apre un fronte sindacale assai belligerante sul versante degli esuberi del personale (
Massimo Masi della
Uilca, solo per citarne uno: «Una fusione tra Vicenza e Montebelluna produrrebbe macelleria sociale tra i dipendenti»), di là avanzano, dalla piazza finanziaria milanese, indiscrezioni giornalistiche che vorrebbero quattro fondi di investimento americani in manovra di abbordaggio per entrare a pieno titolo nella partita. E dunque: dell'interesse di
Atlas,
Centerbridge,
Warburg Pincus (private equity) e
Baupost (hedge) per i due istituti veneti si era già detto e scritto. Ora, però, secondo quanto riportava ieri il quotidiano Milano Finanza in prima pagina, i quattro fondi Usa avrebbero presentato a inizio settembre un'offerta formale direttamente ad
Alessandro Penati, dominus di
Quaestio Sgr e pertanto, attraverso il
Fondo Atlante, azionista di larghissima maggioranza delle due ex Popolari.
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Categorie: Banche, Economia&Aziende
Martedi 6 Settembre 2016 alle 21:57
Le nuove Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza fanno gola. La conferma arriva dall'offerta formale e ufficiale che i quattro fondi internazionali Atlas, Baupost, Centerbrige e Warburg Pincus, secondo quanto appreso da fonti autorevoli vicine al dossier da MF-Milano Finanza, hanno consegnato lo scorso 1 settembre nelle mani di Alessandro Penati, presidente di Qaestio, la sgr che gestisce il fondo Atlante azionista quasi unico dei due istituti di credito del Nord-Est. I soggetti interessati, che si presentano uniti in cordata e indendono procedere alla fusione delle due banche, hanno dato la loro disponibilità a immettere nel nascente polo bancario Veneto-PopVi, subito un miliardo di euro cash per supportare il piano di rilancio e ristrutturazione attuato dai nuovi vertici degli istituti e avviare la fase-due del progetto industriale che, come già confermato dallo stesso Penati e pure dai rappresentanti delle due banche, dovrebbe passare giocoforza dall'aggregazione da definire nei prossimi mesi.
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