Bpvi e Veneto Banca, ad ottobre pronto il via alle conciliazioni
Martedi 27 Settembre 2016 alle 09:17 | 0 commenti
Vicenza e Montebelluna pronte alle conciliazioni sulle azioni entro ottobre. E probabilmente con una partenza in parallelo. Mentre sullo sfondo resta la «guerra fredda» sul progetto di fusione tra le due ex popolari. Da un lato il piano operativo, dall'altro le scelte strategiche. Che avanzano in direzioni sempre più divergenti, al contrario di quanto avviene sul fronte operativo. Qui per entrambe le ex popolari dovrebbe esser la volta buona per le conciliazioni. Succede a Vicenza, dove, dopo l'ennesimo cda-fiume, ieri a Milano, si è ormai ad un passo dal chiudere gli schemi operativi. La data d'inizio non c'è ancora, ma potrebbe arrivare già nei prossimi giorni.
Lo schema operativo con cui muoversi e gestire i 230 milioni di euro accantonati per reclami e contenziosi dei soci sulle azioni c'è. E si muove nell'alveo di riconoscere percentuali diverse di rimborso per casistiche di reclami. Con in più la volontà di privilegiare in prima battuta i piccoli soci. L'idea è partire entro fine ottobre. Un nuovo cda è fissato per l'11 ottobre: potrebbe essere quello delle approvazioni. E c'è la concreta possibilità che si possa partire insieme a Veneto Banca.
Anche qui la situazione appare in chiusura. Il presidente Beniamino Anselmi ha fissato l'avvio dei tavoli come una priorità e punta a chiudersi tra oggi e domani con l'amministratore delegato Cristiano Carrus e il suo team in una full immersion da cui uscire con le linee operative, da portare già in approvazione nel cda del 5 ottobre, e le date di inizio. «Partiremo dalle fasce più deboli. Comunicheremo tutto e ci confronteremo con Vicenza», dice il presidente. Anche qui l'idea è di far coincidere le date d'inizio.
Oltre le conciliazioni, Bpvi ha affrontato ieri anche lo stato d'avanzamento di altri due temi. Il piano di vendita dei crediti in sofferenza, dove l'obiettivo finale si assesta sulla cessione di tutto il portafoglio da 1,8 miliardi netti nel primo semestre 2017. Sarà uno degli aspetti intorno a cui ruoterà il piano industriale, compreso il nuovo possibile aumento di capitale, legato alla cessione sofferenze. Il piano arriverà entro fine ottobre. E conterrà anche il numero degli esuberi del personale. La soglia dei mille dipendenti su 5.100 anticipata dal presidente Gianni Mion nel fine settimana appare confermata. E potrebbe anzi essere superata.
Il nuovo piano industriale sarà studiato in ottica stand alone , di una Bpvi autonoma. Pur se a Vicenza la fusione con Veneto Banca torna con insistenza. Dopo i primi segnali all'indomani dell'assemblea di Montebelluna, ad agosto, a risollevarla nel fine settimana è stato il presidente Mion, trovando ancora il no infastidito di Anselmi. Mion ha ribadito che la fusione, per lui, è la prospettiva con più probabilità di successo, facendo balenare che non sia la via preferita da Atlante, che, da fondo, preferirebbe uscire presto con una vendita. «Io non penso per Atlante», ha aggiunto ieri il presidente, prima del cda. Ma ha riaffermato l'idea: «Mi sembra la soluzione migliore. Logica, perfino vecchia. Se poi sarà sufficiente procedere con le collaborazioni, mi adeguerò».
Sull'altro fronte Anselmi parla di «dichiarazioni sorprendenti». Non ha problemi ad ammettere che il nuovo piano industriale in Veneto Banca studierà anche la fusione. Ma le soluzioni si valuteranno sui numeri. Per ora la strada è un'altra: «Ci è stata affidata un'azienda da rilanciare, siamo impegnati allo spasimo a riportare i clienti in banca e a rimotivare i dipendenti. Per il resto non ho tempo», dice Anselmi. Che non prende bene le insistenze sulla fusione, con il corollario di maxi-esuberi e letture drastiche, che rischiano di minare la rimotivazione di clienti e dipendenti su cui ha scommesso Montebelluna. Dove ad esempio un accordo sugli esuberi è già stato siglato ad aprile. Sarà da riaprire? «I fondi esuberi già ci sono - chiude il presidente - auspichiamo che il governo ci aiuti. E in ogni caso ci muoveremo con una forte solidarietà ».
di Federico Nicoletti, dal Corriere del Veneto
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