Lavoro e ambiente, le emergenze del Veneto
Sabato 13 Marzo 2010 alle 17:32Redazione di VicenzaPiù
Il programma della FdS, esposto da Irene Rui e pubblicato sul n. 186 di VicenzaPiù, dal oggi in edicola a 1 euro e disponibile da domenica nei punti di distribuzione in cittÃ
Rifondazione e Comunisti Italiani tornano a presentarsi insieme alle elezioni.
Puntando sull'intervento pubblico per sostenere lavoro e interventi sociali.
E opponendo un no deciso alle grandi opere
di Irene Rui
La lista Federazione della Sinistra (FdS), raggruppa Rifondazione e Comunisti Italiani che recependo le richieste dell'elettorato, per un'unità della sinistra, si presentano insieme. Dopo anni di crescita il Veneto e Vicenza, si trovano di fronte ad una crisi economica che non da segni d'uscita. Una crisi che attacca le piccole realtà produttive e i settori più deboli del lavoro, migranti, precari, giovani, ma anche le grandi aziende e nei livelli più alti di qualificazione. La Federazione della Sinistra è per dare risposte concrete ai lavoratori, alle famiglie in difficoltà , ai migranti. Serve uno sforzo concreto delle istituzioni pubbliche e private al fine di garantire l'occupazione, di favorire il ricollocamento al lavoro, d'integrazione e di sostegno del reddito. Servono innovazione, ricerca e formazione per un modello di sviluppo compatibile con il territorio. La FdS in Veneto pone al centro della propria proposta alcuni punti qualificanti a partire dal binomio lavoro-ambiente.
Lavoro e investimenti sociali
Al contrario della strategia portata avanti per anni da Galan e soci, che ha devastato l'ambiente e sostenuto il liberismo sfrenato e sta portando verso una macelleria sociale, propone un piano del lavoro che ponga al centro dell'intervento pubblico, lo sviluppo dell'occupazione e non i profitti e/o le rendite, e che contrasti con efficacia, le delocalizzazioni e le speculazioni; un forte intervento della Regione nell'economia per sostenere con gli ammortizzatori sociali le famiglie dei lavoratori, dei pensionati e i non occupati; un potenziamento dei centri di ricerca e delle università per dare sostegno alle imprese che hanno bisogno di conoscenza e sapere; un'apertura del credito, garantito anche dal Pubblico, ad artigiani, piccole medie imprese e alle persone che intendono aprire un'attività e hanno bisogno di essere sostenute in questo difficile momento; per il potenziamento della spesa pubblica e un aumento dei servizi sociali d'ausilio alle famiglie, la FdS ritiene che gli investimenti sociali sono una risorsa positiva per uscire dalla crisi e per migliorare la qualità della vita dei cittadini; una severa lotta all'evasione fiscale, piaga intollerabile che sottrae risorse allo sviluppo del Paese. La FeS sostiene che i lavoratori migranti, e le loro famiglie, sono parte importante per lo sviluppo del Veneto e devono trovare nella nostra regione la difesa e la tutela dei loro diritti. I figli degli immigrati nati in Italia devono avere la cittadinanza italiana con la possibilità di frequentare gli istituti scolastici senza quote bloccanti.
Ambiente ed energia
Salvaguardare il territorio e tutelare l'ambiente è un prioritario ed economico. Consumare il territorio agricolo - come è stato fatto in questi anni con una massiccia urbanizzazione industriale, direzionale e commerciale - è un delitto oltre che uno spreco economico di risorse. Il Veneto dei centri commerciali, degli outlet, dei capannoni vuoti, atti a portare guadagno esclusivo alle grosse imprese immobiliari, ha comportato un depauperamento del territorio, con cause di forte inquinamento e di situazioni geologiche instabili. La FdS propone un NO alle grandi opere (Pedemontana, sistema delle tangenziali, ferrovia ad alta velocità ) - inutili e fonte, spesso, di forti corruzioni (vedi i costi per un chilometro della TAV) - ma opere che riqualificano e adeguano quelle presenti nel territorio, migliorino la vita e siano fonte di lavoro. E' per la riqualificazione del tessuto edilizio pubblico e privato esistente, partendo dai cittadini che vivono una situazione abitativa precaria, sfruttando le nuove fonti energetiche rinnovabili che possono dare un'ulteriore possibilità d'espansione e di ricerca alle nostre imprese. E' altresì per un sostegno economico ai soggetti privati e pubblici, che utilizzeranno fonti rinnovabili. Non è per i piani di sviluppo non coordinati, costosi, inutili e negativi per la difesa ambientale, ma per necessarie opere di sistemazione e recupero anche della rete idrica minore, anche come prospettiva occupazionale a tempo indeterminato. E' contraria alla svendita del territorio per fare cassa e all'utilizzo delle fonti energetiche nucleari sbagliate e antieconomiche; le risorse devono essere utilizzate per energie pulite rinnovabili e riutilizzabili, con assoluta contrarietà a qualsiasi impianto d'incenerimento e/o termovalorizzazione.
Stop alla militarizzazione
La FdS è contraria alla militarizzazione del territorio non voluta e, non richiesta, dai cittadini, che rappresenta tra l'altro uno spreco economico e di risorse naturali quali l'acqua, e un'usurpazione della sovranità popolare. Basi di guerra che minacciano e colpiscono altre popolazioni, non appartengono alla cultura del popolo veneto, che ha sempre dimostrato tolleranza e spirito pacifico. I soldi per le spese militari possono essere spesi per attrezzature civili e sociali. No quindi alla base militare USA DAL MOLIN e a qualsiasi forma di compensazione, alle opere collaterali e al potenziamento delle strutture esistenti. I danni ambientali ed ecologici, la perdita della sovranità , l'elevato rischio per la popolazione in caso di attacchi terroristici, non potranno mai essere oggetto di compensazione.
Scuola e SanitÃ
Nella sanità si sono susseguiti tagli alle strutture, ai servizi, al personale e si è continuato con il trasferimento di funzioni e finanziamenti ai privati, la proposta è prima di tutto abolire i ticket, e bloccare la privatizzazione del servizio, contenere le spese per gli stipendi dei manager e controlli più severi nelle disfunzioni del servizio sanitario. Scuola. Le manovre della Gelmini, tagliano pesantemente gli investimenti nell'istruzione pubblica e gravano sulle famiglie riportando una scuola che tende a dividere gli studenti per censo. La Federazione della Sinistra s'impegna a garantire il diritto allo studio a tutti e a difendere l'occupazione scolastica come garanzia di qualità , e porre un piano regionale di ristrutturazione e rinnovamento del patrimonio scolastico pubblico, recuperando i contributi forniti alle scuole private. E' contraria all'introduzione della quota del 30% per i figli di immigrati, costatando che oltre ad essere un grave errore per l'integrazione e lo scambio culturale è anche un danno economico e sociale per le famiglie che si troverebbero ridotti i plessi scolastici.
Irene Rui
Federazione della Sinistra
PRC e PdCI, federazione di Vicenza
FdS:lavoro,Usa,ambiente e argine contro Lega
Sabato 13 Marzo 2010 alle 17:00Oggi, durante la conferenza stampa nella sede della Federazione in via A. Mario 12 a Vicenza, la Federazione della Sinistra (PRC e PdCI insieme) ha presentato il programma (clicca qui per leggerlo come pubblicato sul n. 186 di VicenzaPiù, dal oggi in edicola a 1 euro e disponibile da domenica nei punti di distribuzione in città ) e la lista vicentina (collegata con Giuseppe Bortolussi) per le prossime regionali.
Al tavolo della conferenza (vedi foto) c'erano Irene Rui, Mirou Morteza (iraniano di origine, ora italiano), Giuliano Ezzelini Storti e Carmelo Spinali. Erano anche presenti l'altro candidato Luciano Panato e il segretario provinciale del PdCi Giorgio Langella.
Dopo aver esposto i punti salienti del programma gli esponenti presenti hanno risposto ad alcune domande.
Pane, lavoro e lotta di classe
Venerdi 12 Marzo 2010 alle 08:01Riceviamo da Giorgio Langella e pubblichiamo
Di seguito vi invio l'intervento che avrei voluto fare al congresso CGIL di lunedì scorso, ma poi 'evitato', come da richiesta della presidenza del congresso, sia per il dilungarsi degli interventi di altri ospiti sia per la concomitanza con le elezioni politiche.
Lo sottopongo come un contributo su cui discutere perché, come da 'tradizione', sarebbe stato un intervento-saluto poco 'tradizionale'.
Giorgio Langella
Stiamo vivendo un periodo storico difficile, grave e drammatico. Sia per quello che succede nel mondo del lavoro, sia per come viene trattata la democrazia nel nostro paese. Le due cose sono correlate tra loro e fanno parte di uno stesso attacco alla nostra costituzione nata dalla resistenza. Non bisogna fare l'elenco lunghissimo delle leggi e delle azioni del governo. Bastano due esempi.
Il primo è il Decreto Legge (interpretativo) sulla presentazione delle liste alle elezioni regionali, controfirmato (e questo ritengo sia un atto da condannare) dal presidente della repubblica.
Il secondo esempio è la legge sul lavoro che istituisce la figura dell'arbitro per le controversie sui licenziamenti (anche quelli senza giusta causa).
Il 13 programma e lista 'PRC e PdCI insieme'
Venerdi 12 Marzo 2010 alle 00:10
Sabato 13 marzo alle ore 12.00 è organizzata una conferenza stampa per presentare il programma della Federazione della Sinistra (PRC e PdCI insieme) e la lista.
La Conferenza si terrà nella sede della Federazione in via A. Mario 12 a Vicenza
La decisione su liste non ammesse? A Noi!
Venerdi 5 Marzo 2010 alle 19:11
Tra pochi minuti, alle 19.30, si riunisce il consiglio dei ministri*. Da quello che riportano gli organi di informazione in rete, all'ordine del giorno c'è un decreto "interpretativo" in merito alla presentazione delle liste per le regionali. In pratica, con una "leggina" fatta apposta si permetterebbe alle liste governative (PDL e Formigoni) di Lazio e Lombardia di presentarsi comunque, anche senza il rispetto delle regole valide per tutti. La situazione è gravissima. Il governo, per l'ennesima volta, vuole ribadire il suo assoluto disprezzo per le regole. Uno stato democratico non può essere gestito come fosse un'azienda privata. Non ci possono essere padroni che fanno e disfano ciò che vogliono anteponendo i propri interessi ai diritti regolati dalle leggi. Non è più tollerabile che chi dovrebbe rappresentare lo stato democratico infranga sistematicamente qualsiasi legge che ritiene non utile ai propri interessi. La democrazia è una cosa seria che deve essere difesa da qualsiasi attacco. Nella decadenza morale e democratica alla quale ci costringe il governo di destra un ruolo fondamentale devono avere gli organi di informazione. Facciamo appello a tutti i giornali, alle televisioni, alle radio di non tacere e di informare i cittadini su quanto accade in queste ore a Roma. A tutte le forze democratiche chiediamo di unirsi e promuovere una grande mobilitazione popolare per contrastare qualsiasi atto anticostituzionale e sovversivo da parte di chi dovrebbe governare il paese.
Giorgio Langella
Federazione della sinistra - PdCI-PRC Vicenza
* N.d.r.: In serata è stato dato il via libera (Ansa, Adnkronos) au un cosiddetto Decreto interpretativo (approvato dal Quirinale e la vignetta aggiunta di sopra ne dà un'interpretazione satitica) che dovrebbe sbloccare le liste
Continua a leggereLa questione della lista del Pdl a Roma
Mercoledi 3 Marzo 2010 alle 00:25Giorgio Langella, Federazione della sinistra  Â
Ma cosa sta succedendo nel nostro paese?
La questione della lista PDL a Roma (che non è vero che è stata esclusa da qualcuno, semplicemente, NON è stata presentata) è indicativa dell'assoluto disprezzo per le regole da parte di chi, oggi, governa l'Italia.
Le dichiarazioni degli esponenti del PDL sono gravissime. Se il presidente del Senato Schifani (la seconda carica dello Stato) auspica che "sempre nel rispetto delle regole prevalga la sostanza sulla
forma quando la forma non è essenziale", o se Cicchitto dichiara "Ci sembra evidente che è in atto un attacco mirato alla presentazione delle liste del Pdl in modo da modificare anche per quella via i rapporti politici", di fatto, si vuole cancellare il principio universale dell'uguaglianza di fronte alla legge.
Il fatto di Roma è ben chiaro: per qualche motivo la lista NON è stata presentata e nessun forza politica, se non il PDL, ne è responsabile. Non si possono sottomettere regole e leggi alla convenienza di chi comanda.
Anche solo pensare che si possano scavalcare le regole per favorire il partito del presidente del consiglio non è da paese democratico.
L'inettitudine e l'arroganza dei personaggi che hanno le leve del potere sta facendo scivolare il nostro paese verso forme sempre più autoritarie di governo.
Vigiliamo, ne va della nostra libertà .
Giorgio Langella
Continua a leggereMaxi costi campagna elettorale: perchè?
Martedi 2 Marzo 2010 alle 20:21Federazione della Sinistra, Prc, PdCIÂ Â Â Â
Ma quanto spendono le liste e i singoli candidati per farsi eleggere in consiglio regionale?
Quelli che sorridono da enormi manifesti che infestano le città , quelli che chiedono il nostro voto, quelli sempre belli e ritoccati, spendono decine e decine di migliaia di euro ... (se solo un manifesto di quelli piccoli costa circa 3 euro di stampa, affissione e tassa, figuriamoci i maxi-manifesti, gli striscioni, gli spot televisivi, i giornaletti spediti casa per casa, la pubblicità sui mezzi di trasporto pubblici ...).
Perché spendono tanti denari? Ricevono finanziamenti? E da chi? Quale sarà il "ritorno dell'investimento"? Una volta eletti, chi dovranno "ringraziare"?
Noi vorremmo sapere. Vorremmo che prima e durante la campagna elettorale (e sempre) ci fosse una totale e necessaria trasparenza su quanto costa, per alcuni candidati, fare la campagna elettorale.
Ai giornali locali chiediamo di far sapere all'opinione pubblica prima delle elezioni (con inchieste approfondite) quanto spende ogni formazione politica e ogni candidato per essere eletto. Informateci su quali e quanti interessi nascondono alcune costosissime campagne elettorali.
Riteniamo che sia giusto e necessario sapere, per poter votare gli onesti, chi non deve favori a nessun potere forte (economico o finanziario). Vorremmo che fosse chiaro, ad ogni elettore, chi è realmente indipendente e dovrà rispondere solamente ai cittadini.
Giorgio Langella
Federazione della sinistra
coordinamento PdCI-PRC Vicenza
PS: la nostra campagna elettorale è auto-finanziata da iscritti e militanti e costerà , per tutta la provincia e per tutti i candidati poche migliaia di euro. Noi non dovremo rispondere a nessun finanziatore occulto e, anche per questo, non dovremo favori a nessuno
Continua a leggere
Federazione della sinistra e lista Pdl di Roma
Lunedi 1 Marzo 2010 alle 14:29Federazione della sinistra, Prc, PdCIÂ Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â
Il PDL di Roma non è riuscito a presentare la propria lista in tribunale entro le 12 di sabato scorso e, fino a questo momento, non può partecipare alle elezioni regionali per propria, palese, incapacità .
Naturalmente ci sono state proteste ed appelli (anche al presidente Napolitano) per poter ammettere, nonostante tutto, la lista. A Roma sono comparsi manifesti, firmati PDL e Lista Polverini, che invitano i cittadini a "reagire".
Questi manifesti portano scritto "Non vogliono farti votare, fatti sentire" e "Vogliono cancellare la democrazia. Fatti sentire".
Vorremmo fare due semplici domande. Chi è che non vuole far votare i cittadini? Chi è che vuole cancellare la democrazia?
Non certo chi segue e vuol far rispettare le regole.
La democrazia si basa su regole certe e le regole dicono che la lista PDL a Roma non è stata presentata senza che nessuno, se non gli stessi appartenenti al PDL, abbia fatto nulla per escluderla.
Al solito i partiti di governo tentano di confondere la realtà . Adesso tenteranno di far ammettere la propria lista con cavilli burocratici o leggine fatte ad hoc. Questa sarebbe una chiara e palese ingiustizia nei confronti di tutte quelle forze di qualsiasi indirizzo politico che hanno ottemperato alla legge e hanno presentato in tempo utile e seguendo tutte le regole le proprie liste.
Le regole devono valere per tutti. La legge deve essere uguale per tutti. L'ammissione della lista PDL a Roma sarebbe un favore in contrasto con le leggi elettorali in vigore e, quindi, un privilegio intollerabile.
Giorgio Langella
Federazione della sinistra - coordinamento PdCI-PRC provincia di Vicenza.
Fiat: più soldi ai manager e Termini chiude
Domenica 21 Febbraio 2010 alle 16:37
Una notizia: i compensi ai dirigenti di "prima fascia" della FIAT saranno aumentati. Qualche esempio: a Sergio Marchionne (amministratore delegato), per aver raggiunto un utile di gestione di 1,1 miliardi e aver tenuto l'indebitamento a 4,4 miliardi, è stato dato un bonus di 1.343.000 (1 milione e 343 mila) euro, che si aggiunge ai 3.347.000 (3 milioni 347 mila) euro percepiti per la carica ricoperta nel Gruppo. Luca di Montezemolo riceverà (per i ruoli di presidente della FIAT e della FERRARI e per il raggiungimento dei bonus legati agli obiettivi di bilancio della casa di Maranello) 5.200.000 (5 milioni 200 mila) euro. Al vicepresidente John Elkann verrà data "la miseria" di 631.000 euro. E via elargendo. Per i "grandi manager" del gruppo FIAT il monte stipendi è salito dagli 11 milioni del 2008 ai 19 milioni di euro del 2009. Otto milioni (di euro) in più. Questi aumenti verranno proposti all'assemblea degli azionisti della Fiat in calendario il 26 marzo.
Tutto questo avviene mentre la FIAT annuncia la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, mentre viene chiesto il ricorso alla cassa integrazione per migliaia di lavoratori, mentre gli stessi dirigenti che si auto-elargiscono premi milionari ci dicono che i lavoratori dovranno fare sacrifici e che il costo del lavoro è insostenibile. I "grandi dirigenti" di confindustria assieme a chi governa il paese ci dicono che produrre, in Italia, costa troppo e che il principale problema dell'Italia (quello che frena la ripresa) è il sistema pensionistico. Ma un operaio metalmeccanico ha un salario mensile medio di circa 1.200 euro e chi vive il dramma della cassa integrazione guadagna circa 700 euro ... e chi è in pensione fatica ad arrivare a fine mese.
Noi non riusciamo a capire (o, forse, comprendiamo troppo bene), siamo ostinati e vogliamo porre alcune semplici domande: quale ulteriore prezzo dovranno pagare i lavoratori per dare milioni di euro ai pochi grandi manager che dirigono le imprese (troppo spesso solo) grazie agli incentivi e agli aiuti statali? C'è moralità in tutto questo? È giusto che il sistema produttivo italiano sia governato dagli attuali "dirigenti"?
È ormai chiaro che noi lavoratori non siamo nella "stessa barca" di "lorpadroni". È solo la solita, vecchia consuetudine padronale dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo. La crescente sperequazione tra chi "dirige" e chi lavora è solo l'ennesimo esempio di come i capitalisti intendono il concetto di giustizia sociale. È l'indicazione chiara che "lorpadroni" vogliono far ricadere la crisi, quella che essi stessi hanno creato, solo e interamente sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati. Questa è solo una delle tante storie che avvengono in un paese del capitalismo reale. Noi non ci stiamo e gridiamo tutta la nostra indignazione, ma non basta. Facciamo appello a tutte le forze sociali e politiche democratiche di unirsi per costruire un'alternativa a quanto succede, oggi, in Italia. Organizziamoci.
Giorgio Langella
federazione della sinistra - coordinamento PdCI-PRC Vicenza
Continua a leggere
La crisi continua? La colpa è dei comunisti
Sabato 13 Febbraio 2010 alle 11:35Giorgio Langella    Â
Cronache da un paese del capitalismo reale.
Una settimana, al solito, passata di corsa a inseguire un lavoro che sembra diventare sempre più difficile e "povero".
Intanto:
• da un po' di mesi impiego poco più di due ore per fare il tragitto, per me abituale, Vicenza-Como (c'è meno traffico di camion rispetto a qualche tempo fa)
• una fabbrica tessile del comasco (una di quelle grandi) ha messo in cassa integrazione circa 450 lavoratori per 8 settimane
• tante piccole aziende, quelle che formano il tessuto produttivo del territorio, resistono lottando giorno per giorno (un imprenditore mi dice che hanno finito i soldi e che domani non si sa se e come continuare)
e così via.
Ma non (ci avevano detto che) c'era la ripresa? A vedere quello che succede in giro sembra proprio di no.
E infatti, puntuale, arriva la notizia: nel 2009 la produzione industriale è calata del 17,4% (il risultato peggiore dal 1991) E poi: "Sceso a sorpresa il Pil nel quarto trimestre" del 2009. Da +0,1 diventa -0,2. Un calo del 4,9 in un anno, il dato peggiore dal 1971 (e cioè da quando è iniziata la serie storica). Non è l'errore di uno 0,3% a preoccupare, è il segno che passa da positivo a negativo. Ma, ci dicono, a gennaio la cassa integrazione è calata rispetto al mese di dicembre. Forse. Ma, ed è solo un esempio, la mobilità in provincia di Vicenza ha colpito, nel gennaio 2010, oltre 930 lavoratori (che si aggiungono alla cifra drammatica di oltre 6500 lavoratori in mobilità nel 2009).
Durante il suo viaggio a Bruxelles, Berlusconi indica dov'è la colpa di questa situazione disastrosa: sono le pensioni che, dice, "pesano sempre di più sui bilanci degli Stati", sono i pensionati. Lui e il suo governo, i capitalisti che lo appoggiano, tutti quei "lorsignori" che hanno utilizzato lo scudo fiscale, non hanno mai nessuna responsabilità . Del resto, non sono forse gli "eletti dal popolo" e, come confermano i loro sondaggi, hanno un gradimento talmente alto da risultare imbarazzante? Per questo, non possono essere sottomessi a nessun giudizio e devono essere immuni a qualsiasi accusa.
Ci sono ombre sulla protezione civile e sul comportamento di Bertolaso? La colpa è dei magistrati che indagano. Gli eroi (e Bertolaso è un "eroe"), con tutto quello che fanno per la "gente", non possono essere sfiorati neppure da un sospetto. Sono intoccabili. La cosa drammatica è che invece di contestare le accuse, difendono se stessi dicendo che non possono essere accusati perché così ha stabilito la "volontà popolare" e perché sono "amati dalla gente". Alcuni dirigenti della protezione civile vengono indagati per gravi fatti di corruzione? L'attenzione dell'opinione pubblica viene presto indirizzata verso l'aspetto "sessuale" della vicenda e il fatto, da grave e serio, si trasforma in pettegolezzo.
Intanto, nelle aule parlamentari, si discute (e si vuole approvare) una legge che trasforma la protezione civile in una società per azioni. Un'azienda che risponderà direttamente e solo alla presidenza del consiglio. La "protezione civile spa" si occuperà di tantissime cose. Tanto sono diventati "emergenza" anche i mondiali di ciclismo, quelli di nuoto, il G8 alla Maddalena, le cerimonie per i 150 anni dell'unità d'Italia e quant'altro. Manifestazioni previste da tempo, normalmente pianificabili. Ma, con la scusa dell'emergenza, si possono superare quelle regole democratiche che "lorsignori" chiamano lacci e lacciuoli, quei vincoli che impediscono di usare lo Stato come fosse un'azienda privata. Soprattutto si può fare quello che si vuole, senza che si controlli come viene utilizzato il denaro pubblico. C'è l'emergenza e, quindi, la necessità di dover "correre" scavalcando qualsiasi legge. Forse, anche il festival di Sanremo potrebbe essere considerato "emergenza"? (A proposito, che ci va a fare Bersani a Sanremo? È la "politica (avan)spettacolo", quella politica con pochi contenuti e tanta apparenza che è così di moda ... o, forse, sono solo canzonette).
E continuando: Steno Marcegaglia (presidente dell'omonimo gruppo e papà di Emma) è indagato dalla magistratura nell'ambito dell'inchiesta su un traffico illecito di rifiuti pericolosi; Marchionne (amministratore delegato del gruppo Fiat) dichiara che, senza incentivi, la produzione calerà di 350.000 vetture e che, certamente, ne risentirà l'occupazione (ma non avevano dichiarato che la Fiat non aveva avuto neanche un euro dallo Stato e che non ne aveva bisogno?).
E così via con tante notizie di fatti, fatterelli e fattacci che descrivono una società corrotta, individualista, cattiva ...
Intanto, da inizio anno, sono morte 123 persone per mancanza di sicurezza nel lavoro. E poi, ed è notizia di ieri 12 febbraio 2010, un giovane operaio si è impiccato nel magazzino dove lavorava a Vinovo (Torino). Era il suo ultimo giorno di lavoro prima della cassa integrazione che preludeva alla mobilità e alla chiusura dell'azienda nella quale lavorava.
Ma bisogna essere ottimisti perché va tutto bene. E' la sinistra che non sa sorridere più. Il pessimismo frena la ripresa, anzi la ripresina, che è dietro l'angolo.
I comunisti sono (siamo) tutti cupi, tristi. Non vogliamo "le riforme" (da quella della giustizia per salvare Berlusconi & soci, a quella che fa diventare la protezione civile una società per azioni, da quella della scuola che, di fatto, abbassa l'età dell'obbligo a quella che alza l'età pensionabile...).
Ci sarebbe la ripresa, ci dicono, ma viene frenata da quei "cattivi" dei comunisti.
Come sempre, per "lorsignori" la colpa è del comunismo.
Giorgio Langella
federazione della sinistra - coordinamento PdCI-PRC Vicenza
Continua a leggere