Archivio per tag: Federazione della Sinistra

Categorie: Politica

Regionali: Prc e Pdci confluiscono nella FdS

Domenica 7 Febbraio 2010 alle 15:48
Redazione di VicenzaPiù     

 

Prc e Pdci, le due sigle dei comunisti separati da 11 anni, tornano uniti per presentarsi alle regionali con una lista unica intitolata alla Federazione della Sinistra.
La distinzione tra "rifondatori comunisti" e "comunisti italiani" rimane ma è attenuata come l'anno scorso alle europee (quando hanno raccolto l'1,36% in provincia).
Nel Vicentino sarà capolista della FdS Roberto Fogagnoli, esponente di riferimento del Prc a Schio, più volte candidato in elezioni varie.
Una nota sull'apertura della campagna elettorale della FdS recita così: «Tre sono i settori fondamentali su cui la Federazione della sinistra chiede il sostegno per cambiare il Veneto».
In quello sociale: intervento pubblico a sostegno dello sviluppo occupazionale, degli investimenti su ricerca e università, dei servizi sociali alle famiglie; e tutela dei lavoratori immigrati e delle loro famiglie, perché hanno contribuito alla crescita economica della regione.
Sulle infrastrutture: no a tutte le "grandi opere" (Tav, sistema delle tangenziali, Pedemontana) «inutili e dannose per l'ambiente e l'economia veneta»; e no anche al nucleare, alla privatizzazione dell'acqua e a qualsiasi impianto industriale di smaltimento dei rifiuti (inceneritori o termovalorizzatori), per avere invece investimenti sulle fonti energetiche rinnovabili.
Su Vicenza: no alla base Usa al Dal Molin e alle opere collaterali come la tangenziale nord, perché «i danni ambientali, la perdita di sovranità e l'elevato rischio di attacchi terroristici non potranno mai essere oggetto di compensazione».
Affiancheranno Fogagnoli nella lista FdS il vicentino di origine iraniana Morteza Nirou (mediatore culturale), Giuliano Ezzelini Storti (consigliere di opposizione a Recoaro), Margherita Fusari (consigliera di maggioranza ad Altavilla), Luciano Panato (comitati No Centrale e No Pedemontana, Irene Rui (esperta di politiche etniche e migratorie del Prc provinciale), Carmelo Spinali (operaio tecnico si Sossano) e Marco Sulas (operaio e studente già candidato alle elezioni politiche 2008 per il Pdci).

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Categorie: Politica

L'azione fascista di Bassano contro i martiri

Venerdi 29 Gennaio 2010 alle 06:14
Federazione della Sinistra, PdCI, Prc    

 

L'azione fascista di Bassano contro le croci che ricordano i martiri impiccati in via Basilicata non è un atto isolato né una "bravata". È uno dei risultati di una politica, anche culturale, che tende a nascondere la realtà del ventennio fascista. È figlia di una precisa volontà di cancellare la memoria di cosa è stato, un oblio che porta ad assolvere i crimini del fascismo italiano trasformandolo in "dittatura dolce".
Da troppo tempo in Italia si tenta di disconoscere le responsabilità dei fascisti italiani nella promulgazione delle leggi razziali, nelle deportazioni verso i campi di sterminio nazisti, nei massacri dei partigiani e dei cittadini inermi, nei rastrellamenti, nella distruzione della vita.
È un'azione di cancellazione della memoria storica, un sonno della ragione che genera mostri. Gli
stessi mostri che ieri a Bassano, hanno compiuto un atto criminale scoperto nel giorno dedicato alla memoria.
Non si può essere neutrali o indifferenti. È stata anche e, forse, soprattutto l'indifferenza dei "non perseguitati" a permettere le leggi razziali, i campi di sterminio, i massacri di milioni di ebrei, di zingari, serbi, politici oppositori del nazifascismo, omosessuali, testimoni di Geova, disabili o di persone genericamente ritenute "antisociali".
Per azioni come quella di Bassano non può né deve esserci giustificazione alcuna.
Dobbiamo tutti prendere posizione e gridare la nostra indignazione. La semplice condanna di queste azioni non basta. Le Istituzioni devono essere al fianco delle associazioni dei partigiani, dei deportati e reduci, dei cittadini democratici, delle forze politiche che si richiamano alla Costituzione e contrastare con la dovuta severità e la durezza necessaria chi tenta di riscrivere la storia. La memoria di quanto è successo in Italia e nel mondo a causa del fascismo e del nazismo, non è semplice commemorazione.
Deve essere nella coscienza di ognuno che la storia, quella storia di morte può ripetersi se non stiamo attenti, se non vigiliamo.
Oggi il pericolo di un ritorno al passato è altissimo. Nessuno può sentirsi assolto da una colpevole equidistanza che oggi ha, purtroppo, largo seguito.
Chi combatteva al fianco dei nazisti non è minimamente equiparabile a chi ha contribuito a liberare l'Italia dalla dittatura con il sacrificio e il martirio.
Non ci possono essere ambiguità. Le ferite inferte all'umanità dalla barbarie nazifascista non sono rimarginabili. Non possono esserlo ed è giusto così ...

Giorgio Langella
Federazione della Sinistra - coordinamento PdCI-PRC
Vicenza

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Categorie: Politica, Sindacati

Lavoro, situazione drammatica a Vicenza

Giovedi 28 Gennaio 2010 alle 23:38
Federazione della sinistra, PdCI, Prc

 

I dati del 2009 sulla situazione del lavoro nella nostra provincia evidenziano una situazione realmente drammatica.

Da gennaio a dicembre 2009, in provincia di Vicenza sono 3.134 i lavoratori coinvolti in aperture di crisi (205 ditte); 9.138 quelli coinvolti in procedure concluse di crisi aziendali (233 ditte). Ci sono state 10.556.051 ore di cassa integrazione ordinaria (corrispondenti a circa 5.737 posti di lavoro), 10.582.436 ore di cassa integrazione straordinaria (corrispondenti a circa 5.751 posti di lavoro)(1). Il numero totale delle ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria(2) della provincia di Vicenza è il più alto tra tutte le province venete.

Nella provincia di Vicenza, le aziende con trattamenti di C.I.G.S. sono 105 (85 per crisi aziendale) su un totale regionale di 307. Le ore richieste per la cassa integrazione in deroga sono state 9.581.845. Il numero dei lavoratori (previsione Veneto Lavoro) interessati alla cassa integrazione in deroga a dicembre è pari a 11.839. La mobilità ha colpito 2.283 lavoratori di imprese oltre i 15 dipendenti e 4.237 lavoratori delle piccole imprese per un totale di 6.520 lavoratori in mobilità.

Si possono fare varie considerazioni sulle cause, sulla scarsa tenuta del modello di sviluppo nel Nord-Est e di quello vicentino in particolare. Si possono fare grandi dibattiti, interpretare anche i dati in maniera positiva, per esempio rilevando il dato dell'uso massiccio di cassa integrazione come ammortizzatore sociale e garanzia per i lavoratori.

Un fatto, comunque, è da considerare: quella freddamente descritta dai numeri è la realtà. Una realtà drammatica, tragica, che getta in situazioni di estremo disagio migliaia di famiglie. I "numeri" evidenziano una profonda crisi. La progressiva crescita dei licenziamenti, della mobilità, del ricorso agli ammortizzatori sociali fotografano l'incapacità di chi governa il paese di reagire, di proporre concrete soluzioni. Se si considera, poi, che a questi "numeri" si dovrebbero sommare i licenziamenti individuali, quelli dei lavoratori precari, i lavoratori non garantiti da forme di garanzia e da ammortizzatori sociali che "escono silenziosamente" dal mondo del lavoro, il vasto "popolo delle partite iva" costretto a tentare di lavorare in proprio ma che, di fatto, lavora in totale subalternità, la situazione diventa ancora più drammatica. È una vera e propria tragedia. Ma quelli sopra riportati non sono solo freddi "numeri". Quei "numeri" sono lavoratori, persone, famiglie. Sono disperazione e progressiva mancanza di speranza nel futuro. Chi ci dice che la ripresa è iniziata mente o, probabilmente, pensa a una "ripresa" che favorisca solamente i capitalisti, gli speculatori, chi delocalizza e sfrutta il lavoro altrui.

Noi riteniamo che di ripresa si possa parlare solamente quando l'occupazione crescerà. Quando ci sarà più lavoro. Un lavoro a tempo indeterminato, sicuro, stabile, con una retribuzione giusta.

Il lavoro prima di tutto. Il lavoro come primo diritto costituzionale. Il lavoro come dovere costituzionale. Riteniamo che sia indispensabile mettere al centro della politica della sinistra soprattutto la difesa del posto di lavoro e lo sviluppo del lavoro e che questo debba avvenire anche grazie ad azioni decise da parte delle Istituzioni di una Repubblica che è fondata sul lavoro. Il vero problema è il lavoro e le Istituzioni non possono fare finta di nulla né possono rispondere unicamente finanziando gli ammortizzatori sociali. L'articolo 4 della Costituzione stabilisce che "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto." e che "Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società."
Non sono parole prive di senso come può ritenere il ministro Brunetta. Sono, invece, principi fondamentali del vivere democratico.

Non si può restare indifferenti né ci si può chiudere in una torre d'avorio in attesa di miracolose soluzioni, isolandosi dalla realtà e dai veri drammi della società. Bisogna agire. Noi vogliamo fare un appello a tutta la sinistra, alle forze sindacali (alla CGIL in particolare che sta svolgendo un congresso che dovrebbe avere il lavoro e lo sviluppo come centro della propria lotta), alle associazioni, ai singoli cittadini che hanno a cuore il bene dei diseredati, di chi lavora, di chi è pensionato, di chi le tasse le paga. Un appello di invito a non cedere e continuare a lottare. Una lotta che parte da quello che siamo, dalla forza che abbiamo e che rimetta al centro della politica italiana la questione del lavoro. L'obiettivo primario deve essere avere maggiori possibilità di lavoro. Un lavoro garantito, sicuro e a tempo indeterminato, con una retribuzione giusta e sufficiente a vivere nella sicurezza. La nostra lotta deve avere al centro questi diritti inalienabili. La cassa integrazione, la mobilità e gli altri ammortizzatori sociali sono utili a risolvere situazioni contingenti, ma non sono la cura, sono solo un dramma forse meno grave del licenziamento. Il nostro ambiente cade a pezzi, le nostre città sono invase da costosissime case vuote, le nostre fabbriche chiudono, ai lavoratori viene impedito di lavorare. Come nel 1949 c'è bisogno, oggi in Italia e anche a Vicenza (che fino a poco tempo fa si considerava un'isola felice), di un nuovo "Piano del Lavoro" che (ri)metta il problema dell'occupazione al centro della lotta politica. I capitalisti, in particolare quelli italiani, sta dimostrando la propria incapacità di indicare una via d'uscita dalla crisi che non sia legata all'aumento dei privilegi della casta della quale fanno parte. Non si può continuare a elargire incentivi e finanziamenti pubblici a chi espelle migliaia di persone dal lavoro. È necessario un programma di progresso che indichi nei lavoratori la vera classe dirigente del paese e che ponga all'attenzione dei cittadini anche una domanda che non si fa più da troppo tempo: di chi deve essere la proprietà e il controllo dei mezzi di produzione? Insieme possiamo tentare di costruire un programma realmente di progresso e imporlo all'attenzione di tutta la sinistra. Pensiamo che lottare per una società diversa dall'attuale, così come faceva Di Vittorio, una società dove chi lavora abbia la proprietà del proprio futuro senza, per questo, dover chinare la testa, sia una scelta per la quale vale la pena vivere.

Giorgio Langella
Federazione della Sinistra - coordinamento PdCI - PRC Vicenza


(1) Il numero di posti di lavoro "perduti" è calcolato considerando una media potenziale di circa 1840 ore di lavoro per l'anno.

(2) Nel periodo gennaio-dicembre 2009 le ore di cassa integrazione totali (C.I.G. + C.I.G.S.) sono:
ITALIA 918.146.733 (pari a circa 498.992 posti di lavoro)
VENETO 81.792.392 (pari a circa 44.452 posti di lavoro)
VICENZA 21.138.487 (pari a circa 11.488 posti di lavoro)

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Categorie: Politica, VicenzaPiù, Informazione

Lettera al GdV su collaboratori Gazzettino

Sabato 23 Gennaio 2010 alle 12:21
Giorgio Langella    

 

Riceviamo da Giorgio Langella una lettera ‘aperta' al GdV sulla situazione dei colleghi de Il Gazzettino e la pubblichiamo ringraziandolo per aver evidenziato che VicenzaPiù (soprattutto nella sua testata online) ha dato la richiesta visibilità al problema e associandoci nel chiedere un dibattito sulla libertà di stampa e di informazione

 

Il GazzettinoAl direttore de "Il Giornale di Vicenza"

Vicenza, 22 gennaio 2010

Egregio Direttore,

come Lei certamente sa, lunedì 18, martedì 19 e mercoledì 20 gennaio alcuni collaboratori del Gazzettino di Vicenza hanno scioperato per il diritto ad essere trattati con dignità.
Ma cosa chiedono questi otto lavoratori? Molto poco. Vorrebbero ottenere un trattamento economico dignitoso (oggi stentano a raggiungere compensi di 300-400 euro al mese!) e vedere riconosciuta la propria professionalità. Chiedono di incontrare la dirigenza del loro giornale per dialogare, per capire quale potrà essere il loro futuro.
Sono normali rivendicazioni di normali diritti. Ma, i lavoratori scesi in sciopero, hanno anche chiesto solidarietà e un minimo di visibilità. La solidarietà è stata loro data da esponenti provinciali, regionali e nazionali di diversi partiti politici (dai comunisti alla lega), da sindacati, da qualche giornalista (a titolo personale).

VicenzaPiù n. 179 da oggi in edicolaLa visibilità, invece, è stata loro negata. Nulla è trapelato nei giornali locali che, tranne VicenzaPiù, sono rimasti del tutto indifferenti alla loro giusta protesta.
Di conseguenza, questi lavoratori, sono diventati protagonisti invisibili di uno sciopero invisibile perché nascosto all'opinione pubblica.

Nulla è stato scritto nel Suo giornale (tranne una riga "persa" in un articolo del 20 gennaio 2010 che trattava la nomina del nuovo presidente dell'Associazione vicentina della stampa).

Nulla è stato riportato, nel Suo giornale, delle prese di posizione solidali ai lavoratori del Gazzettino che sono state inviate anche al Suo giornale con la chiara intenzione di dare un minimo di visibilità allo sciopero.

Nulla.

Il Giornale di VicenzaNon ci sembra un modo giusto di fare informazione. Ci sembra, invece, che il silenzio, da parte del Suo giornale e di tutta la stampa vicentina, su questa vicenda sia emblematico di una maniera conformista di fare informazione. Un silenzio che, di fatto, occulta le notizie "scomode"; quelle notizie che evidenzierebbero un malessere diffuso nel mondo del lavoro (dalle fabbriche agli uffici, alle redazioni dei giornali) dovuto alle condizioni di precarietà (disoccupazione crescente, retribuzioni misere, mobilità e cassa integrazione che non garantiscono una vita decente, insicurezza) che i lavoratori vivono e che sta diventando la caratteristica principale della "società del benessere" italiana.
Ci sembra che la libertà di informazione subisca duri colpi non solo quando esiste una palese censura, ma anche quando si tacciono le notizie. Forse il non poter leggere, ormai troppo spesso, notizie sulle condizioni di lavoro che stiamo subendo, ci porta a errori di valutazione, ma, crediamo che sarebbe utile, comunque, approfondire lo stato di salute dell'informazione vicentina e nazionale.
Concludiamo chiedendo a Lei di farsi promotore sulle pagine del Suo giornale di un dibattito pubblico, aperto, libero, schietto e, se necessario, anche duro su una questione che riteniamo fondamentale per la democrazia: la libertà e la trasparenza dell'informazione.

Distinti saluti

Giorgio Langella
Federazione della Sinistra - coordinamento PdCI-PRC
Vicenza

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Categorie: Politica, Informazione

Presidio per la libertà di informazione

Venerdi 2 Ottobre 2009 alle 13:03

Federazione della Sinistra

La Federazione della Sinistra - coordinamento PdCI-PRC
della provincia di Vicenza, invita i cittadini a partecipare
Sabato 3 ottobre 2009 dalle ore 15 presso la sede di Via
Mario, 12 (Vicenza), al presidio per la Libertà di
informazione in difesa della Costituzione. Parleremo della
Costituzione e della libertà di informazione, delle
notizie che si dicono e di quelle che si tacciono, della
situazione dell'informazione nella provincia di Vicenza.

Naturalmente, i lavoratori degli organi di informazione
vicentini, sono invitati a partecipare e a portare il loro
contributo.

Cordiali saluti

Federazione della Sinistra - coordinamento PdCI-PRC della
provincia di Vicenza

 

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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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