Archivio per tag: crisi

Disoccupazione in aumento

Venerdi 20 Novembre 2009 alle 16:03

ADICO

Continuerà ad aumentare la disoccupazione

ROMA - La disoccupazione italiana salira' all'8,5% nel 2010 e all'8,7% nel 2011: e' quanto prevede l'Ocse nell'economic Outlook. Quest'anno, secondo l'Organizzazione internazionale, la quota dei senza lavoro passera' dal 6,8% al 7,6%.
Il Pil italiano calera' del 4,8% quest'anno per poi tornare a crescere dell'1,1% il prossimo e dell'1,5% nel 2011. E' la stima dell'Ocse nell'Economic Outlook. In Italia, afferma l'Ocse, l'attivita' ha ripreso nel terzo trimestre, con il miglioramento delle condizioni finanziarie che ha "aiutato a ricostituire la fiducia e spingere la domanda interna". Ma secondo l'Organizzazione ‘'sia il timing sia la forza della ripresa sono incerte".
Salira' - secondo l'organizzazione - il debito pubblico italiano che nel 2011 sarà al 120% con un deficit che restera' sopra il 5%. Pur tuttavia - si legge - il deficit supererà il 5% e il debito salira' di quasi 10 punti percentuali nel 2009 al 115% entro fine anno", precisa l'Organizzazione che stima il deficit a quota 5,5% quest'anno, 5,4% il prossimo e 5,1% nel 2011. "Sforzi significativi di consolidamento fiscale saranno dunque necessari dal 2011 in poi, quando la crescita riprenderà"'.
L'Ocse invita poi l'Italia a considerare lo scudo fiscale una misura eccezionale. In Italia, si legge, "c'e' stato un miglioramento dell'adesione agli obblighi tributari e minor ricorso alle misure una tantum negli ultimi anni e gli sforzi contro l'evasione continuano". Tuttavia, secondo l'Ocse, l'introduzione dello scudo fiscale "dovrebbe esser visto dai contribuenti come una misura eccezionale" perche' "altrimenti i contribuenti potrebbero concludete che ulteriori amnistie fiscali sono probabili".
"In questo quadro economico aumentano sempre più le famiglie che arrancano. La povertà assoluta colpisce ormai quasi tre milioni di persone, circa il 4,9% della popolazione. Un fenomeno che investe soprattutto il Sud e le famiglie numerose e monoreddito. A questo anche lo scoraggiamento; diventa, infatti, sempre più ampia l'area di chi si non cerca più lavoro; i normali posti di lavoro vengono sostituiti da contratti instabili", spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.

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Un'analisi del disagio

Venerdi 13 Novembre 2009 alle 18:13

Caritas diocesana vicentina

UN DISAGIO "DI CONTESTO" CHE RICHIEDE POLITICHE E PRASSI NUOVE

L'analisi della Caritas Vicentina a partire da una ricerca sociologica
sulla propria esperienza attraverso i tredici sportelli
a favore delle persone e delle famiglie in momentanea difficoltà economica


Vicenza, 13 novembre 2009. La Caritas diocesana, al fine di leggere i bisogni nel modo meno inadeguato possibile, evidenzia alla società e alle comunità cristiane una trama interpretativa dei fenomeni sociali legati alle difficoltà economiche delle famiglie. E' il risultato di una duplice indagine: quantitativa, che prende in esame l'esperienza maturata in tre anni (2006-2008) nell'attività dei tredici sportelli che operano in favore delle persone e delle famiglie in temporanea difficoltà economica e qualitativa, attraverso interviste in profondità, focalizzata sul profilo umano e sociale di che soprattutto nell'ultimo anno è stato investito dalla crisi economica e lavorativa.
Un'analisi che non può prescindere da una prima constatazione: sono aumentati sia il numero degli sportelli di microcredito presenti sul territorio, che il numero delle persone che vi si sono rivolte, segni questi di un disagio crescente che ha bisogno di risposte alternative rispetto a quelle offerte dalle istituzioni che non paiono essere adeguate al profilo dei nuovi bisogni.

Il profilo delle persone ascoltate e i bisogni espressi
A rivolgersi agli sportelli per richiedere un prestito a causa di momentanee difficoltà economiche, nel triennio 2006-2008, sono prevalentemente gli uomini (58,3%). Il 58,4% delle persone in cerca di aiuto è italiano, mentre tra gli stranieri prevalgono le origini africane per gli uomini e le provenienze dall'Est Europa per le donne.
Se le richieste sono formulate principalmente da adulti di età compresa tra i 40 e i 49 anni (36,9%), va però annotato che nel corso del triennio la domanda arriva da persone sempre più i giovani: se nel 2006 c'era un giovane con meno di 40 anni ogni quattro persone ascoltate (26,2%), nel 2008 il rapporto cresce a quasi due giovani su cinque.
Il vissuto di solitudine (per separazioni/divorzi, vedovanza o il non aver mai costruito una famiglia propria) riguarda ben due donne su tre (64,2%). Per converso, nella componente maschile la condizione di legame coniugale o relazionale riguarda il 64,4% degli ascolti.
«La domanda di prestiti al femminile si annida tipicamente nei nuclei monoparentali, per il 38,6%, ed unidimensionali, per il 22,6%, mentre quella maschile coinvolge coppie con figli nel 55,1% dei casi. Va sottolineato anche come nel corso del triennio si assista alla progressiva accentuazione delle situazioni di solitudine» spiega il ricercatore Nicola Doppio.
Un quarto delle persone ascoltate vive una condizione di inattività rispetto al mercato del lavoro (25,7%) e più di un quinto presenta un'occupazione precaria (21,6%). Ma crescono le richieste di un aiuto di chi ha un'occupazione a tempo indeterminato (48,7%).
Posto che agli sportelli si rivolgono persone in una situazione temporanea di difficoltà economica, il 60,7 per cento delle richieste riguarda la conduzione della vita domestica (spese per affitto, bollette, riparazioni improvvise, acquisti per l'abitazione). Tra le altre motivazioni, quelle legate all'accensione di precedenti debiti (17,7%) e nel 16,4 per cento dei casi a spese specifiche (mediche, legali, scolastiche o inerenti ai mezzo di trasporto).
Se fra gli italiani a pesare sono soprattutto i problemi legati a debiti pregressi (22,7%), per gli stranieri assume maggior rilievo le difficoltà di pagare l'affitto (23,7%).
Quasi metà delle richieste di prestiti viene formulata da persone che sostengono di non essersi rivolte a nessun altro in precedenza (49,2%), ma una persona ascoltata su tre dichiara di aver avuto almeno un contatto con i servizi pubblici (33,8%).



Le dimensioni della vulnerabilità e i fattori di impoverimento
«Un primo dato che emerge dalla ricerca - sottolinea il direttore della Caritas Vicentina, don Giovanni Sandonà - è che la fragilità delle persone è una condizione biografica che dipende da diversi fattori: eventi che possono verificarsi nell'ambito del lavoro, dei rapporti sociali, della salute, e infine, culturale. Si nota quasi sempre un concatenarsi di fattori che se presi singolarmente possono anche considerarsi non negativi, ma che rendono profondamente vulnerabili quando si presentano contemporaneamente. I singoli fattori hanno ovviamente pesi diversi e sicuramente quello che determina spesso l'avvio di una spirale negativa è legato al lavoro e alla mancanza del reddito relativo».

Riflessioni e percorso possibili
Che tipo di sostegno ricevono dalla nostra società le persone in difficoltà economica? Dallo spaccato che emerge dalla ricerca della Caritas Vicentina si evidenzia anzitutto che le politiche di aiuto sembrano non riuscire a considerare la vulnerabilità delle persone come un processo ed infatti prevedono forme di contrasto che si limitano ad intervenire su una singola dimensione fra quelle che mettono in difficoltà la persona. «Le politiche sociali, oggi, insomma, non tengono conto degli effetti sistemici, riuscendo così ad incidere davvero poco sulle cause dei problemi» sottolinea Nicola Doppio. Gli interventi delle istituzioni si caratterizzano poi per essere "di bassa soglia": proteggono solo dal degrado e dalla miseria più totale.
«Ci sono problemi anche di fruibilità dei servizi erogati dal pubblico, legati alla difficoltà di accesso alle informazioni giuste, in particolare per chi è povero di strumenti o le cui reti di supporto sono poco estese» avverte Doppio.
A volte, addirittura, il rischio è di aggravare la situazione: «la mancata presa in carico delle persone e la percezione di queste di dover negoziare ogni singolo aiuto, le mette in una condizione di umiliazione. Senza contare l'atteggiamento di molte amministrazioni locali verso gli stranieri: pare che l'etica comune si stia rimodellando in chiave discriminatoria, che vede cittadini di seria A e cittadini di serie B». Il povero sembra portatore di una precisa colpa anche per altri soggetti istituzionali: non aver saputo fare tesoro delle risorse che aveva a disposizione. «Ma sono queste rappresentazioni che mantengono chi è nel bisogno il più possibile lontano da un aggancio istituzionale» aggiunge don Sandonà.
Quanto alle reti di sostegno informali, dalla ricerca emerge come gli sportelli Caritas analizzati risultino efficaci perché di confine, policentrici rispetto al territorio, ma soprattutto perché si privilegia la relazione, «tanto che a volte il volte e il nome del volontario rimane così indelebile nel ricordo delle persone, da far passare quasi in secondo piano il soggetto istituzionale Caritas» evidenzia Doppio.

Le direzioni da percorrere
Tre gli ambiti di progettazione ed intervento che i risultati della ricerca invitano a "presidiare".
Il primo è quello scientifico: stabilizzare l'osservazione sociologica sui fenomeni legati alla povertà permette infatti di produrre letture attendibili.
Il secondo è quello organizzativo: creare un maggiore lavoro di rete orizzontale fra i diversi soggetti attivi nell welfare locale e dotarsi di strumenti di lavoro che producano soluzioni innovative, partendo dai problemi, dagli obiettivi e dalle risorse disponibili, non dalle prassi e dalle abitudini esistenti. Per farlo occorre ripensare le politiche sociali, che non devono essere solo trasferimenti monetari e aiuti ma attività capaci di incidere veramente e positivamente sui problemi.
Il terzo è l'ambito politico: è necessario recuperare la cultura dei diritti, rilanciare il ruolo di recezione dei nuovi bisogni, di progettualità ampia(Welfare community) e di garanzia dello Stato e delle pubbliche amministrazioni.

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Categorie: Politica

Un'opportunità per chi ha perso il lavoro

Mercoledi 11 Novembre 2009 alle 17:50

Comune di Vicenza

Manutenzioni nei parchi e nelle scuole per chi ha perso il lavoro

Piccole manutenzioni nei parchi e nelle scuole, tinteggiature di locali comunali, archiviazione di dati con il computer e sistemazione di materiali d'ufficio. Tutti lavori che il Comune di Vicenza vorrebbe affidare a persone che, a causa della crisi, hanno perso il lavoro e che non godono di ammortizzatori sociali per far fronte a una situazione di improvvisa povertà.
Il meccanismo individuato dall'assessorato alla famiglia e alla pace guidato da Giovanni Giuliari prevede di aderire a una direttiva regionale che dà all'ente locale la possibilità di proporre specifici progetti in collaborazione con cooperative.
"Assieme all'assessore ai lavori pubblici Ennio Tosetto e all'assessore alle aziende partecipate Tommaso Ruggeri - spiega Giuliari - il settore servizi sociali sta elaborando un progetto da presentare in Regione per ottenere il cofinanziamento. Il piano prevede di offrire 6 mesi di lavoro a una decina di disoccupati opportunamente assunti da una cooperativa che avrà il compito di eseguire le manutenzioni per conto del Comune. I disoccupati saranno individuati in collaborazione con il Centro per l'impiego che certificherà l'assenza di ammortizzatori sociali. Daremo la precedenza ai chi ci ha presentato domanda di sostegno del reddito solo in quest'ultimo anno e fa parte di una famiglia con minori alla quale è venuta a mancare l'unica fonte di reddito".
Il progetto in fase di definizione prevede uno stanziamento di 70 mila euro da parte del Comune; la Regione dovrebbe destinarne altrettanti.
"Se la sperimentazione sarà positiva - conclude l'assessore - potremo decidere di incrementare questo servizio, perché pensiamo sia per tutti più dignitoso mantenere la famiglia con un nuovo lavoro piuttosto che ricevere dei contributi".

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Famiglie e microimprese più povere

Giovedi 29 Ottobre 2009 alle 18:32

ADICO 

Famiglie e microimprese più povere

Dopo dieci anni le famiglie e la micro imprese, nel secondo trimestre 2009, si sono ritrovate più povere, a causa di minori guadagni, risparmi e investimenti
Lo spiega Istat, che sottolinea: il colpo più duro è stato per il reddito lordo, che nel secondo trimestre di quest'anno è sceso di quasi 11 miliardi di euro (-1%), passando da 1.094 miliardi a 1.083 miliardi.
Se si guarda ai dati reali, al netto del livello dei prezzi, tra marzo e giugno il potere d'acquisto delle famiglie e' diminuito dell'1%, ovvero di 9 miliardi.
Il rapporto su "Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società" traccia uno scenario negativo, anche perché si trova l'ennesima conferma di quanto anticipato da alcuni economisti. I redditi delle persone hanno tenuto nella fase più acuta della recessione - con un aumento della ricchezza - adesso che si inizia a uscire dal tunnel i venti della disoccupazione iniziano a colpire con maggiore durezza.
E' vero che i dati sono ancora grezzi e andrebbero uniformati - come ricordano gli esperti Istat - ma è anche vero che un quadro è già tracciato. Nel secondo trimestre del 2009, rispetto al primo, la propensione al risparmio è calata dello 0,4%, attestandosi al 15,2% (rapporto tra l'incremento del risparmio e l'incremento del reddito), un dato vicino alla media europea.
"Anni luce rispetto a 10 anni fa, quando ancora si riusciva a risparmiare, negli Anni Novanta, tanto per fare un paragone, il valore dell'indicatore che si aggirava intorno al 26%, quasi il doppio di oggi" spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.

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Categorie: Politica

Crollano gli ordinativi dell'industria italiana

Martedi 20 Ottobre 2009 alle 14:21

ADICO 

Crollano gli ordinativi dell'industria italiana

Ansa - Gli ordinativi dell'industria italiana ad agosto sono calati dell'8,6% rispetto a luglio e del 27,5% rispetto allo stesso mese del 2008. Lo comunica l'Istat, precisando che il calo su base mensile è il più ampio da quando esistono serie storiche paragonabili, ovvero, da gennaio 2000.
Si tratta di nuovi cali congiunturali sia per fatturato che per ordinativi, dopo i segnali positivi registrati a luglio. Dall'Istituto di statistica sottolineano come il calo degli ordinativi ad agosto sia stato il risultato di una diminuzione del 6,1% di quelli nazionali e del 12,8% di quelli esteri. Il calo congiunturale degli ordinativi esteri è il più forte da febbraio 2006 (quando si registrò -17,1%). I tecnici dell'Istat spiegano però che il dato di agosto costituisce un "rimbalzo" rispetto all'andamento altamente positivo degli ordini esteri registrato a luglio. Nel confronto degli ultimi tre mesi (giugno-agosto) con i tre mesi precedenti le variazioni congiunturali sono state pari a -0,8% per gli ordinativi e del 2,3% per il fatturato.
Riduzione ad agosto anche per il fatturato dell'industria italiana, che e' calato dell'1,4% rispetto al mese precedente e del 21,2% su base annua (indice corretto per le variazioni di calendario). Il calo è più sostenuto per le auto: gli ordinativi dell'industria degli autoveicoli ad agosto sono calati del 19,5% su base annua. Lo comunica sempre l'Istat, che specifica inoltre come il fatturato complessivo sia sceso del 7,3%.
"Si conferma lo stato di forte difficoltà della nostra economia, per uscire dalla quale servono politiche in grado di aumentare il reddito delle famiglie e di ridare slancio ai consumi" spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.

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Categorie: Politica

Il fantasma della crescita

Venerdi 16 Ottobre 2009 alle 17:22

In anteprima le ciacole di questa settimana, che potrete leggere sul numero 167 di VicenzaPiù in edicola da domani a 50 centesimi e in distribuzione gratuita a partire da domenica


Dal webBene, bene, bene. Berlusconi sembra avercela fatta: da Washington a Bruxelles l'ottimismo e la fiducia sono diventati le nuove parole d'ordine. Il peggio è passato, la ripresa sta per arrivare, la produzione è in crescita, sarà dura ma l'economia si sta rimettendo in moto. Noi da un paio di settimane abbiamo ripreso a fare il giro del mondo del lavoro, nelle campagne come nelle industrie. E le sensazioni che abbiamo raccolto vanno nella direzione opposta: qualche segnale incoraggiante c'è, ma chi era in cassa integrazione o in mobilità c'è ancora, altri stanno per finirci, e molti stanno per terminare gli ammortizzatori sociali. Cosa succederà nei prossimi due o tre mesi, in realtà, nessuno si azzarda a dirlo.
Pare di assistere ad una di quelle situazioni tipiche dei lunghi viaggi in famiglia, con il bambino che, stanco di starsene legato ai sedili posteriori dell'auto, chiede ai genitori quanto manca, e questi che rispondono invariabilmente dieci minuti, anche quando la meta dista ancora un centinaio di chilometri. Così ce ne stiamo tutti ad aspettare che qualcosa si muova, chissà dove e chissà quando. La cosa peggiore, però, è che se anche la ripresa arrivasse, in questi due anni non è stato fatto nulla per trovare dei correttivi e per evitare di ritrovarci, tra un po' di tempo, nella stessa situazione. Solo qualche operazione di maquillage - un po' di controlli in più sulla finanza, una spruzzata di green economy -, e poi basta. Aspettiamo tutti di risalire su un treno lanciato a folle velocità, e nessuno che si chieda se ne valga la pena. Se non fosse una situazione tragica verrebbe quasi da riderci su.

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Raddoppiano le vendite di nuda proprietà

Martedi 29 Settembre 2009 alle 15:43

ADICO

Crisi: raddoppiano le vendite di nuda proprietà

Negli ultimi anni le transazioni di nude proprietà sono raddoppiate, dalle 18 mila del 2000, alle 35 mila del 2004, per schizzare alle 50 mila del 2008.
Si tratta, spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini di "un meccanismo di acquisto della proprietà di un immobile, lasciando a chi l'ha venduta il diritto ad abitarla per tutta la vita".
Il vantaggio di chi la compra cosi è godere di un consistente sconto sul prezzo reale della casa, mentre il "venditore e' solitamente un anziano che ha voglia o bisogno di ottenere subito dei liquidi senza dover rinunciare alla sua abitazione spinto in genere dalla crisi" aggiunge Carlo Garofolini.
"Il venditore spesso agisce di nascosto dei parenti, che nella stramaggioranza dei casi si oppongono", sostengono dalla segreteria dell'ADICO.
Le città che fanno registrare le più elevate transazioni sono Genova, con il +6,1% sul totale delle compravendite, seguita da Roma 4,5%, Milano e Bologna 4%.
Un boom motivato dal trattamento fiscale e dalle agevolazioni che caratterizzano anche la nuda proprietà.

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Sempre più famiglie in difficoltà

Mercoledi 23 Settembre 2009 alle 18:37

Caritas Diocesana Vicentina

FAMIGLIE IN DIFFICOLTA' ECONOMICA: +238% A FINE ANNO LE RICHIESTE DI AIUTO IN CARITAS. URGONO NUOVI VOLONTARI AGLI SPORTELLI

In soli sette mesi giunte le stesse richieste di aiuto dei tre anni precedenti.

Un appello perché ognuno faccia la sua parte.

 

Vicenza, 23 settembre 2009. La Caritas Vicentina organizza un nuovo corso di formazione destinato a preparare nuovi volontari da affiancare a quelli già operanti nei 13 sportelli (ad Asiago, Arzignano, Bassano del Grappa, Dueville, Lonigo, Malo, Montecchio Maggiore, Noventa Vicentina, Piazzola sul Brenta, San Bonifacio, Schio, Valdagno e Vicenza) del microcredito etico-sociale. Sono per lo più persone con alle spalle anni di lavoro in banca, che si rivela particolarmente utile nell'intensa attività di accompagnamento, informazione e mediazione con i servizi sociali e le finanziarie che costituisce l'ossatura di questi due servizi. I 120 volontari infatti sono molto sotto pressione e per poter garantire l'intensa mole di lavoro dei servizi del microcredito etico-sociale e del Fondo straordinario di solidarietà per chi ha perso il lavoro servono nuove energie. «Per questo lanciamo un appello ad iscriversi a operatori bancari o comunque a persone che abbiano competenza professionale da regalare alle famiglie provate dalle difficoltà economiche» sottolinea don Giovanni Sandonà, direttore della Caritas Vicentina. Il corso inizierà il 22 ottobre a Vicenza presso la sede Caritas e prevede quattro incontri, tutti il giovedì sera. Per informazioni e iscrizioni: www.caritas.vicenza.it, [email protected], tel. 0444 304986.

Per far fronte ai mesi a venire, la Caritas Vicentina lancia anche un invito agli altri soggetti sociali: «L'incredibile mole di richieste di aiuto economico che ci sono giunte in questi ultimi mesi e la situazione economica che, per quel che riguarda il lavoro, fa intravvedere scenari molto foschi, ci induce a chiedere ancora una volta a tutti i soggetti sociali di attivarsi per sollevare tante famiglie dalla situazione drammatica in cui versano, ciascuno per le proprie competenze: dalle aziende ex municipalizzate per quel che riguarda le bollette delle utenze ai proprietari di case per dilazionamenti negli affitti, fino agli enti istituzionali preposti per quel che riguarda l'effettiva fruizione degli ammortizzatori sociali» aggiunge don Giovanni Sandonà.

I due appelli del direttore della Caritas Vicentina trovano conferma nei numeri: i volontari degli sportelli della Caritas Vicentina che seguono le famiglie in difficoltà economica hanno svolto nei primi sette mesi del 2009 un'attività di ascolto pari a quella di tutti e tre gli anni precedenti messi insieme. Un dato che dimostra quanto la crisi economica e del lavoro abbia messo in ginocchio tante persone e famiglie in diocesi.

Dal 15 aprile, infatti, in molti si sono rivolti ai 13 sportelli per il microcredito che, da quella data, fanno anche da "collettori" delle richieste di aiuto da parte di chi ha perso il lavoro e può accedere al Fondo straordinario di solidarietà per chi ha perso il lavoro, istituito dal Vescovo nel febbraio scorso. Così, se dal 2006 al 2008 si sono rivolti agli sportelli in 1.005, da gennaio a luglio 2009 gli ascolti sono stati almeno 941: 523 erano domande di piccoli prestiti da restituire in rate molto dilazionate e a interesse particolarmente conveniente, 418 erano richieste di persone che avevano perso il lavoro. «Se si manterrà questo trend, cosa non lontana dalla realtà visto che in molti dicono che il peggio da un punti di vista dell'occupazione sta arrivando adesso - spiega il coordinatore degli sportelli, Paolo Frison - a fine 2009 potremmo arrivare a 1500 ascolti complessivi, con un incremento del 238 per cento delle richieste rispetto al 2008».

Dal 15 aprile al 31 luglio 2009 gli aiuti dati dal Fondo straordinario sono stati 184, per un importo complessivo di 80.900 euro, mentre per quel che riguarda il microcredito da gennaio a luglio 2009 i prestiti effettuati sono stati 169, per un totale di 317.695 euro (erano stati 650 mila nei tre anni precedenti).

Per accedere al contributo straordinario a fondo perduto che consente a chi ha perso il lavoro di affrontare impegni economici altrimenti non superabili, occorre essere lavoratori, italiani o stranieri, residenti o che comunque operano nella diocesi di Vicenza, che si trovano in una situazione di grave difficoltà a causa della perdita del lavoro e non godono di ammortizzatori sociali, di altre provvidenze o di un aiuto da parte dei familiari. Il contributo massimo è di mille euro, una tantum oppure in più rate mensili, secondo parametri stabiliti da un regolamento interno.

Il Fondo straordinario ha potuto contare fin dall'inizio su 300 mila euro messi a disposizione dalla Curia (200 mila) e dalla Caritas diocesana (100 mila). A questa dotazione iniziale si sono aggiunte alcune generose donazioni: 300 mila sono stati messi a disposizione dalla Fondazione Cariverona, 150 mila dalla Banca Popolare di Vicenza, 31.750 da privati, 13 mila da parrocchie e 2.222 da iniziative di raccolta fondi. «Una dotazione complessiva, ad oggi, di 797.072 euro - spiega ancora Frison - che, stante gli attuali ritmi di impiego, sarà esaurita ad aprile-maggio 2010». «E' difficile pensare che ad aprile la stretta per quanto riguarda i posti di lavoro sarà terminata - aggiunge don Giovanni Sandonà - e tuttavia oltre tale data, come detto, non ce la faremo. Faccio perciò appello a chiunque, singola persona od istituzione, affinché con le sue donazioni ci permetta di continuare, se possibile per tutto il 2010, questa prossimità con le famiglie in difficoltà economica».

Per quel che riguarda il Fondo di garanzia per il microcredito, esso ammonta invece attualmente a 1.121.690 euro: vi contribuiscono la Caritas diocesana, la Diocesi e la Caritas Italiana per 107.250 euro, le 11 Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali della provincia di Vicenza con le 2 BCC delle province di Padova e Verona afferenti la diocesi di Vicenza per 500 mila euro, la Fondazione Cariverona per 300 mila, i 24 comuni convenzionati per 132.049 euro, l'Associazione Industriali della Provincia di Vicenza per 50 mila, mentre i versamenti di privati, parrocchie e la quota interessi ammontano complessivamente a 32.390 euro.

 

«Nemmeno un lavoratore perda il posto di lavoro. All'inizio della crisi finanziaria - afferma il vescovo di Vicenza, Mons. Cesare Nosiglia - il governo ebbe modo di assicurare che nemmeno un euro sarebbe stato perso dai risparmiatori. Vorrei che con la stessa forza ed il medesimo impegno il governo dicesse oggi che nemmeno un lavoratore perderà il suo posto». Per il vescovo di Vicenza, poi, servono nuovi stili di vita «improntati alla sobrietà e a consumi strettamente necessari e non futili, ad un uso 'severo ed onesto dei soldi, ad una solidarietà effettiva di vicinato».

 

UFFICIO STAMPA CARITAS DIOCESANA VICENTINA

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Categorie: Politica

Crisi e mercato del lavoro

Mercoledi 23 Settembre 2009 alle 13:00

Provincia di Vicenza

"L'impatto della crisi sul mercato del lavoro: i dati, le prospettive e le politiche"
25 settembre 2009, ore 9.30
Villa Cordellina Lombardi
Montechio Maggiore VI


La crisi economica in provincia di Vicenza dura ormai da oltre dodici mesi. Nel Veneto, secondo l'Agenzia regionale Veneto Lavoro, i posti di lavoro persi sono stati 115 mila.
Tra i diversi soggetti impegnati a dare risposte al problema, la Provincia di Vicenza ha un ruolo di particolare rilevanza. Per questo l'Assessorato al lavoro ha organizzato il convegno "L'impatto della crisi sul mercato del lavoro: i dati, le prospettive e le politiche", che si terrà venerdì 25 ottobre, con inizio alle 9.30, a villa Cordellina Lombardi di Montecchio Maggiore.

Scopo dell'incontro è quello di fare una valutazione dettagliata degli effetti della crisi sul mercato del lavoro, con particolare attenzione alle figure sociali maggiormente colpite e alle prospettive occupazionali di breve-medio termine. "Vi è inoltre la necessità di verificare l'adeguatezza delle attuali politiche di contenimento degli effetti sociali della crisi, -spiega Morena Martini, Assessore provinciale al lavoro - Uno specifico approfondimento verrà perciò dedicato ai nuovi strumenti previsti dalla legislazione e dalle delibere regionali".

Da ultimo, il convegno proverà a indicare gli scenari futuri e le possibili traiettorie di fuoriuscita dalla crisi, in particolare per quanto riguarda gli aspetti settoriali, dimensionali e territoriali della ristrutturazione in corso. Ne parleranno, dopo il saluto del Presidente della Provincia Attilio Schneck, il prof. Paolo Feltrin, docente di Scienza dell'Amministrazione dell'Università di Trieste che analizzerà gli scenari futuri del lavoro, e Sergio Rosato, Direttore di Veneto Lavoro con il quale si approfondiranno i dati sociali di questa crisi economica.

Interverranno poi i Presidente delle associazioni di categoria vicentine: Roberto Zuccato, Presidente di Confindustria , Filippo De Marchi, Presidente di Apindustria, Giuseppe Sbalchiero, Presidente della Associazione Artigiani, Riccardo Dal Lago, Segretario generale UIL.

Saranno gli Assessori al lavoro, rispettivamente della Provincia di Vicenza, Morena Martini, e della Regione del Veneto, Elena Donazzan a parlare della programmazione e delle prospettive della nostra economia, e degli strumenti messi in atto. Coordina i lavori Antonio Dalla Pozza, Dirigente Settori Lavoro, Formazione della Provincia.

"Sarà un autunno difficile - afferma Morena Martini - e i livelli occupazionali del passato non potranno più essere raggiunti - Ma sono certa che i segnali di ripresa che già cominciano ad arrivare influiranno positivamente nel prossimo futuro".

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Categorie: Politica

Cioni: la cogestione, soluzione alla crisi

Mercoledi 16 Settembre 2009 alle 21:01
Alex Cioni (PDL)Lettera aperta al direttore


LA CRISI COME VOLANO PER LA PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI ALLA GESTIONE DELLE AZIENDE
Si è parlato e scritto tanto in questi mesi in merito alle responsabilità e sulle cause dell'attuale crisi economica che a detta di molti è la più grave dal secondo dopoguerra. Attraverso questo modesto intervento è mia intenzione invece suggerire una discussione di cui si è sempre parlato e scritto poco o male anche per via di pregiudizi ideologici o strettamente legati ad interessi di casta oggi non più difendibili: la socializzazione, ovvero la partecipazione dei lavoratori alla gestione e/o agli utili delle aziende così come previsto anche dall'articolo 46 della Carta costituzionale italiana.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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