Il fantasma della crescita
Venerdi 16 Ottobre 2009 alle 17:22 | 0 commenti
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Bene, bene, bene. Berlusconi sembra avercela fatta: da Washington a Bruxelles l'ottimismo e la fiducia sono diventati le nuove parole d'ordine. Il peggio è passato, la ripresa sta per arrivare, la produzione è in crescita, sarà dura ma l'economia si sta rimettendo in moto. Noi da un paio di settimane abbiamo ripreso a fare il giro del mondo del lavoro, nelle campagne come nelle industrie. E le sensazioni che abbiamo raccolto vanno nella direzione opposta: qualche segnale incoraggiante c'è, ma chi era in cassa integrazione o in mobilità c'è ancora, altri stanno per finirci, e molti stanno per terminare gli ammortizzatori sociali. Cosa succederà nei prossimi due o tre mesi, in realtà , nessuno si azzarda a dirlo.
Pare di assistere ad una di quelle situazioni tipiche dei lunghi viaggi in famiglia, con il bambino che, stanco di starsene legato ai sedili posteriori dell'auto, chiede ai genitori quanto manca, e questi che rispondono invariabilmente dieci minuti, anche quando la meta dista ancora un centinaio di chilometri. Così ce ne stiamo tutti ad aspettare che qualcosa si muova, chissà dove e chissà quando. La cosa peggiore, però, è che se anche la ripresa arrivasse, in questi due anni non è stato fatto nulla per trovare dei correttivi e per evitare di ritrovarci, tra un po' di tempo, nella stessa situazione. Solo qualche operazione di maquillage - un po' di controlli in più sulla finanza, una spruzzata di green economy -, e poi basta. Aspettiamo tutti di risalire su un treno lanciato a folle velocità , e nessuno che si chieda se ne valga la pena. Se non fosse una situazione tragica verrebbe quasi da riderci su.
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