Se la Banca Popolare di Vicenza negli ultimi venti anni è stata sempre più frequentemente chiamata come la Banca di Gianni Zonin, lo abbiamo fatto spesso anche noi, giornalisticamente e come denuncia, ma il Prospetto informativo sull'offerta pubblica per l'aumento di capitale iniziato il 21 aprile fa apparire quella denominazione come la più appropriata visto che, lo sottolinea anche VeneziePost, "negli ultimi tre anni il cda della vicentina e il responsabile divisione crediti ha avallato operazioni con parti correlate per capitali ingenti. La maggior parte però hanno un unico destinatario, l'ex dominus della banca. Per il solo Zonin, la sua casa vinicola, le sue tenute in tutto sono 178 milioni di euro di finanziamenti concessi dal 2013 al 2015".
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Imprenditore edile, 53 anni, il suo nome era stato fatto un mese fa dalla giunta dell’associazione, che l’aveva preferito allo sfidante, il bassanese Diego Caron. Ieri pomeriggio l’assemblea degli industriali vicentini ha confermato la scelta, dopo la relazione di commiato dell’uscente Giuseppe Zigliotto. «Ci concentreremo sulle relazioni industriali e sarà fondamentale mantenere le buone relazioni con i sindacati vicentini», avverte Vescovi. Che tocca solo marginalmente il tema (caldo) della Banca Popolare, ma dopo aver dato nei giorni scorsi un segnale preciso, dimettendosi dal Cda della siciliana Banca Nuova (controllata da Bpvi): «Il vero cambio di marcia sarà parlare di industria e competitività delle aziende». (Leggi in rassegna stampa il resto dell'articolo)
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Imprenditore edile, 53 anni, il suo nome era stato fatto un mese fa dalla giunta dell’associazione, che l’aveva preferito allo sfidante, il bassanese Diego Caron. Ieri pomeriggio l’assemblea degli industriali vicentini ha confermato la scelta, dopo la relazione di commiato dell’uscente Giuseppe Zigliotto. «Ci concentreremo sulle relazioni industriali e sarà fondamentale mantenere le buone relazioni con i sindacati vicentini», avverte Vescovi. Che tocca solo marginalmente il tema (caldo) della Banca Popolare, ma dopo aver dato nei giorni scorsi un segnale preciso, dimettendosi dal Cda della siciliana Banca Nuova (controllata da Bpvi): «Il vero cambio di marcia sarà parlare di industria e competitività delle aziende».
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Ci scusiamo subito con i lettori che oggi si aspettavamo la pubblicazione della parte restante dei "soci top 999 della BPVi" con messagi come quello tipo dell'altro giorno su Fb ("Buonasera, chiedo scusa.... Ma la lista degli azionisti quando viene pubblicata?") a quali, dopo la razione quasi quotidiana di nomi su cui riflettere, nel bene ma talvolta anche nel male, ne seguivano altri come "Bravi! Pensavo che la casta fosse riuscita a condizionarvi!". Oggi chiediamo, infatti, di pazientare sull'ultima, scabrosa, lista, a quelle migliaia di lettori che già ci seguivano dal 2010 quando, unici a Vicenza, iniziammo a metterli in guardia contro la cricca Zonin, Zigliotto & c.
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Se è vero che Luciano Vescovi, indicato dai Saggi e dalla Giunta come prossimo presidente di Confindustria Vicenza, è il figliastro, non potendo esserne il figlio naturale, di Giuseppe Zigliotto e Gianni Zonin, le due Z che Vicenza ricorderà , male, per anni, il candidato battuto, "per ora" dice un combattivo Zamperla, non è di certo propriamente il "nuovo" Diego Caron, portatore, comunque, di un programma espressione di una parte degli industriali vicentini che volevano rompere con l'intreccio malefico Confindustria Vicenza - Banca Popolare di Vicenza. È, infatti, nota, e per la verità non nascosta, la sua vicinanza a quegli Amenduni sconfitti in passato da Zonin (difficilmente a Vicenza e in Italia vincono se non i migliori almeno i meno peggiori).
A Vicenza la giunta indica come presidente di Confindustria Luciano Vescovi, l'attuale tesoriere e delegato alla finanza, che siede nel cda di Banca Nuova, controllatata al 100% dalla Popolare di Vicenza nel cui Cda ha dato il meglio di sè il presidente uscente dell'associazione degli indutriuali vicentini. Sicuramente è una brava persona Luciano Vescovi, ma è così "buono" da non capire che rappresenta la continuità con un passato che ha fatto a Vicenza del gran male, in buona parte ancora non "misurato" nella sua enormità ?
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Ci fa piacere proporvi, nella nostra rassegna stampa pressochè quotidiana, l'articolo sulla prossima elezione del presidente di Confindustria Vicenza scritto dal collega Federico Nicoletti sul Corriere del Veneto che, titolandolo "Confindustria Vicenza, il caso Bpvi agita l'elezione del presidente", fa sue, aggiungendovi il suo contributo sulla lettera di alcuni industriali vicentini a Confindustria nazionale e non trattando il "dettaglio" sulle possibili ricadute politiche locali, le considerazioni del nostro direttore che erano titolate mercoledì scorso così: "Dopo il flop mangiasoldi di BPVi e delle 3 Z, per Confindustria Vicenza compromesso su Caron e Vescovi? Si profila un... Variati ter".
La clessidra è un orologio a sabbia (ma originariamente anche ad acqua) la cui forma caratteristica è quella di "due ampolle (con sezione verticale a 8) comunicanti fra loro mediante un sottile orifizio attraverso cui fluisce la sabbia o l’acqua". All'inizio della misurazione del tempo l'ampolla superiore è piena di sabbia. Il pieno da sempre è simbolo di ricchezza e il vuoto di povertà . L'ampolla piena la immagino raccogliere la felice serenità della gente che lavora, risparmia e cresce leggendo e informandosi da tante fonti. Ci vuole tempo perchè l'ampolla si riempia ma appena riempita qualcuno si preoccupa ciclicamente e storicamente di svuotarla.
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Siamo stati tra i primi, se non i primi, a fare il nome di Diego Caron come candidato alternativo a Luciano Vescovi come nuovo presidente di Confindustria Vicenza al posto dello "scaduto" Giuseppe Zigliotto, già fuori dal Cda della Banca Popolare di Vicenza, ruolo che ricopriva dal 2003 con così grande "eticità " da essere oggi indagato insieme al suo mentore Gianni Zonin, lui che non ammise la nostra società editrice, Media Choice, all'iscrizione alla sua associazione per essere così poco rispettosa del codice etico di Confindustria Vicenza da avere l'impudenza di condannare le malefatte (di alcuni) degli imprenditori di Vicenza (e dei politici loro sodali).
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