"Abbiamo chiesto al Ministro Padoan di attivarsi al fine di ottenere chiarimenti in merito alle circostanze che hanno portato alla nomina dell'ex vice direttore generale della BpVi De Francisco a direttore generale del Credito Fondiario, passaggio avvenuto a due mesi dalla vendita di crediti deteriorati (Npl) di BpVi e Veneto Banca, ad un prezzo vantaggioso, proprio ad una società del Credito Fondiario. I due istituti hanno infatti ceduto 3,6 miliardi di Npl a due società veicolo, di cui una di Credito Fondiario, per un importo pari a circa il 20% del valore iscritto a libro, quindi per una somma molto inferiore al 43% ovvero alla media di ricavo degli Npl sul mercato stimata da Bankitalia." lo afferma il Senatore Enrico Cappelletti del M5S che sull'argomento ha presentato un'interrogazione al Ministro dell'economia e delle finanze.
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Uilca in un comunicato scrive: Non bastava il dramma dei soci, ora il dramma di ben 11 miliardi di raccolta dei veneti volatilizzata verso altri lidi e due istituti di credito, come Bpvi e Veneto Banca, messi in ginocchio: e dopo tutto che ciò è accaduto, ci chiediamo, come Uilca, dove è la politica? Dove è la politica veneta mentre si consuma l'idea di tagli al personale che coinvolgono 11 mila dipendenti e quindi più di 50 mila persone di famiglie del Nord Est, Veneto e Friuli Venezia Giulia, della Lombardia, della Toscana e della Sicilia? Dov' è la politica mentre ci stanno sottraendo da sotto il naso due banche che hanno fatto la storia socio- economica del territorio? Dove è la politica mentre si consumano vendette trasversali e non si lavora ad un piano di riconciliazione tra banche venete e territorio? E dov'è la politica ora che servono risposte in tempi brevi per permettere l'arrivo dei fondi del Governo per la ricapitalizzazione? Tempo non ce n'è più e come Uilca lo affermiamo da quasi due anni!
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Pubblicato il 29 marzo 2017 alle 21.20, aggiornato il 20 aprile alle 22.35. Abbiamo intervistato in anteprima nazionale assoluta per VicenzaPiùTv, la nostra tv streaming con un palinsesto sempre più ricco e qualificato, Andrea Greco e Franco Vanni, due colleghi de "la Repubblica" autori di "Banche impopolari" che racconta in 215 pagine (edizioni Mondadori, 19 euro, versione Kindle 9.99 euro) le storie e le ragioni dei drammi che hanno colpito oltre 500.000 soci delle banche popolari italiane, non solo quelle venete, che negli ultimi anni hanno almeno dimezzato il valore delle loro azioni in Borsa e in Veneto hanno visto azzerare di fatto il valore dei propri titoli, ultime transazioni a parte. Per noi, autori del libro testimonianza "Vicenza. La città sbancata", citati da Greco e Vanni in "Banche impopolari" tra i pochi che hanno capito per tempo e raccontato prima del flop quello che stava avvenendo soprattutto a Vicenza, è stato un onore prima annunciare a marzo il libro e poi intervistare ieri, mercoledì 19 aprile, due autori in collegamento su Skype dalla redazione di Repubblica a Milano.
Pubbicato alle 13.94 del 12 aprile 2017, aggiornato alle 20.08 del 12, alle 19.10 del 17 aprile e alle 8.56 del 18 aprile. Il futuro del Vicenza Calcio resterà tutto da scrivere o, anche, riscrivere se si cancellerà oltre un decennio di insulti a quel cuore biancorosso che l'era targata dal duo Sergio Cassingena e Danilo Preto, il gatto e la volpe che hanno ferito a morte anche il gruppo Sisa badando solo ai propri interessi (e ceh interessi!), ha dissanguato lasciando ad Alfredo Pastorelli e al suo bluff da falso mecenate il compito di espiantarlo per trarne gli ultimi guadagni. Questo è quanto premettiamo all'articolo scritto solo 5 giorni fa e che, dopo la sconfitta di lunedì di pasquetta, che si vorrebbe far pagare a Pierpaolo Bisoli, l'ennesimo salvatore da buttare nel cestino e da scambiare con un altro neanche fosse una figurina, andrebbe riletto con ancora maggiore attenzione perchè tutti capiscano quello che è successo e che sta per compiersi.
Pubblicato il 16 aprile, aggiornato il 18 alle 8.30. Gli alberghi della catena padovana Boscolo Hotel, ma non il suo marchio, diventeranno di proprietà del fondo internazionale Varde che il brand Boscolo lo userà in franchising, grazie a un'operazione, assistita da Mediobanca, che consente alla famiglia Boscolo di riscuotere 150 milioni di euro dopo che Varde aveva affrontato nei mesi scorsi anche l'acquisto del debito di Boscolo con Unicredit e Banco Popolare, due delle banche verso cui il gruppo era esposto pagandolo 210 milioni su 240 nominali. Tra le banche c'erano (ci sono?) anche Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca (l'abbiamo scritto recentemente qui per BPVi e in passato anche per Veneto Banca), a cui erano state date in pegno dai Boscolo tutte le proprie azioni e che speriamo siano rientrate almeno in parte dell'esposizione.
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«Anche dopo che il fondo Atlante aveva acquisito il controllo della banca, dopo un anno dal suo allontanamento e nonostante si trovasse agli arresti domiciliari con l'accusa di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza della Banca d'Italia e di Consob, Vincenzo Consoli, ex amministratore delegato e poi direttore generale, stava progettando di riprendersi il controllo di Veneto Banca. Dopo il suo allontanamento avrebbe continuato a "gestire" un gruppo di dirigenti a lui fedeli. Lo scrive, nero su bianco, la Cassazione, nelle motivazioni depositate giovedì in cui spiega perchè lo scorso 16 dicembre ha confermato il mantenimento degli arresti domiciliari scattati ad agosto a carico di Consoli, in relazione alla sussistenza del rischio di reiterazione dei reati e di inquinamento probatorio»: così scrive oggi su Il Sole 24 Ore Katy Mandurino dopo la sentenza ricevuta in tempo reale.
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"L'azione revocatoria verso gli ex vertici BPVi sarà presentata dopo Pasqua": lo afferma Nicola Brillo su Il Mattino di Padova e a riferirne èVeneziePost. Il collega scrive che "A preoccupare sono i repentini passaggi di proprietà che hanno visto protagonisti l'ex presidente Gianni Zonin e l'ex direttore generale Samuele Sorato. Molti dei quali sono avvenuti durante i difficili mesi del crollo delle azioni dell'istituto. Dall'istituto di via Battaglione Framarin non viene però confermata l'azione. La banca presieduta oggi da Gianni Mion ha chiesto un risarcimento danni patrimoniali e di immagine, a 32 ex manager per 2 miliardi". Brillo, ripercorrendo le vicende che hanno portato ad arrivare a tale somma, ricorda che Zonin, "il 6 dicembre scorso, ha depositato tramite i suoi legali un atto di citazione contro la banca, gli ex dirigenti Sorato e Giustini e quattro compagnie assicurative" che abbiamo pubblicato integralmente in esclusiva qui su VicenzaPiù mercoledì 22 marzo scorso.
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Riferiremo domani i passi intrapresi nei confronti del (molto) discusso prof. Giovanni Carlo Federico Villa e della sua società , Didakè sas, dall'Università di Bergamo dopo le domande da noi rivoltele (visto che il prof. non ha risposto alla nostra richiesta di chiarimenti) sul direttore tecnico del Chiericati pagato dalla Fondazione Roi da metà 2015 per un anno dopo un anno e mezzo di "attività scientifica" nell'ambito di una "convenzione" firmata a fine 2013 dall'amministrazione Variati sempre con Bergamo ma mai attuata (fu pagato? Da chi?). Villa all'Università è professore associato "a tempo pieno" mentre è direttore onorario del Museo di Piazza Matteotti, un altro "titolo" partorito per lui dai creativi Achille Variati e Jacopo Bulgarini d'Elci e convalidato sua giunta, ma di certo non è mai stato direttore tout court, l'unico incarico che gli darebbe statutariamente diritto ad essere nel Cda della Fondazione Cda in cui è entrato nel 2015.
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Pubblicato l'11 aprile alle 19.23, aggiornato il 12 alle 23.09. "L'uomo è l'unico animale che arrossisce o dovrebbe arrossire" Scrisse Mark Twain. Le gote del vescovo Priuli, nel perfetto stile dei nobili del tardo 1500, sono pallide come la luna, ma forse il quadro che lo ritrae e che si trova all'interno del Museo diocesano vicentino nasconde bene un imbarazzo postumo dato dalla storia recente del dipinto. Andiamo con ordine, il 14 febbraio del 2014, il Museo diocesano annuncia il "ritorno a casa" del ritratto del vescovo Matteo Priuli (1565-1579), figura storica di rilievo per la Chiesa vicentina. Il dipinto è attribuito a uno degli autori più illustri della scuola del Veronese, Francesco Montemezzano. Si tratta, dunque, di un'opera di grande valore.
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