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Vicenza Calcio in picchiata, non serve mandare a casa Bisoli: paghino Alfredo Pastorelli e chi ci ha guadagnato col cuore dei tifosi biancorossi

Di Libero Firmiani Martedi 18 Aprile 2017 alle 08:58 | 1 commenti

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Pubbicato alle 13.94 del 12 aprile 2017, aggiornato alle 20.08 del 12, alle 19.10 del 17 aprile e alle 8.56 del 18 aprile. Il futuro del Vicenza Calcio resterà tutto da scrivere o, anche, riscrivere se si cancellerà oltre un decennio di insulti a quel cuore biancorosso che l'era targata dal duo Sergio Cassingena e Danilo Preto, il gatto e la volpe che hanno ferito a morte anche il gruppo Sisa badando solo ai propri interessi (e ceh interessi!), ha dissanguato lasciando ad Alfredo Pastorelli e al suo bluff da falso mecenate il compito di espiantarlo per trarne gli ultimi guadagni. Questo è quanto premettiamo all'articolo scritto solo 5 giorni fa e che, dopo la sconfitta di lunedì di pasquetta, che si vorrebbe far pagare a Pierpaolo Bisoli, l'ennesimo salvatore da buttare nel cestino e da scambiare con un altro neanche fosse una figurina, andrebbe riletto con ancora maggiore attenzione perchè tutti capiscano quello che è successo e che sta per compiersi.

Il crollo, che non è tecnico ma gestionale, non è casuale ma tipico di una Vicenza che, dopo aver subito per colpe originarie altrui ma per propria indolenza nel combatterle l'esproprio della sua ormai ex banca e delle sue migliori aziende, pubbliche e private, ora sta per perdere oltre alla sua squadra anche l'ultimo patrimonio di orgoglio che le era rimasto: la fede nei colori della maglia biancorossa. Rileggete l'articolo, riflettete sulla premessa e vada via non Bisoli ma chi a questo punto ha fatto precipitare una società che, pur nei suoi alti e bassi, mai aveva perso la sua dignità. Quella che non hanno i soggetti che si sono impadroniti, dopo averla presa dai perfidi ma almeno dignitosi albìoni, di quel che ne resta per strizzarla fino all'ultima gocciadi sangue.

Rosso il sangue, bianca la resa... La soluzione? Che vadano a casa lorsignori e si riparta da zero, dalla dignità che loro non hanno ma i tifosi sì.

Il direttore

 

Perchè, e da qui riprensiamo il "vecchio" articolo, il cuore biancorosso della città batte più che mai; roba da infarto. Ancora una volta, i tifosi sono costretti ad incrociare le dita, forse non solo quelle, per scongiurare lo spettro della serie C. Quello che attende gli appassionati, infatti, è l'ennesimo finale di stagione dalla tensione infinita: nel girone di ritorno le vittorie sono poche e solo l'andamento lento delle rivali permette una certa speranza. A guardar bene, però, non sono solo le notizie dal campo a destare preoccupazione.

Dopo i continui annunci di un anno fa, dal nuovo stadio alla squadra che "tremare la provincia fa", la "grandeur" lasciata immaginare dall'avvento del presidente Alfredo Pastorelli stenta a concretizzarsi e si è arenata subito dopo aver ottenuto la dilazione di un debito milionario dall'erario e da mezzo milone di euro con l'amministrazione Variati, il Lane, grande società, sì, le piccole società no...

Che Vi.Fin, non fosse una Holding cinese, né la cassa profonda da cui qualche sceicco raccoglie a secchiate i petrodollari con cui pagare nuovi giocatori e vecchi debiti lo si sapeva fin da subito. A distanza di un anno dall'arrivo di Pastorelli, ora le sue chiacchiere stanno a zero.
L'era Cassingena si è chiusa lo scorso 30 maggio, alle 18.54 minuti, all'interno dello studio notarile D'Ercole in corso Palladio. Il vecchio padrone se ne andò mestamente con un assegno, simbolico, di un solo euro, uscendo dal retro per non incontrare i tifosi.

Pastorelli, invece, prima dall'alto di un balcone e poi in strada tra le tante magliette biancorosse, ricorando più volte i tanti milioni che la finanziaria nel tempo avrebbe versato al club, dettò la nuova linea: programmazione, coinvolgimento di nuovi investitori, gemellaggio con il Pescara rafforzato e, piano piano, via i debiti (6,500 milioni di euro solo quelli con l'erario rateizzati in 12 anni). Parole che non sempre o non ancora hanno trovato il riscontro dei fatti.
Detto dei mediocri risultati sul campo e del ridimensionamenro del vivaio, l'unico capitale tecnico per il futuro, a confermare che il progetto iniziale, benevolmente benedetto dai media locali, abbia subito alcune "variazioni" è stato lo stesso Pastorelli che in dirette su Tva ha però rassicurato i tifosi: "Il futuro non è a rischio, posso andare avanti anche da solo, ma senza interventi di supporto importanti, i progetti di rilancio non potranno essere perseguiti".

Un'affermazione che ha messo in chiaro due cose. La prima è che oltre agli incassi diretti ed indiretti del Vicenza Calcio (vendita biglietti, mercato giocatori, diritti televisivi, alias contributi di Lega, e sponsorizzazioni) sarebbe (ricordiamo il condizionale d'obbligo e poi ci torniamo su...) lo stesso Pastorelli attraverso la sua società la Colombo Finanziaria SpA a mettere i soldi per il mantenimento della squadra. La seconda cosa è che sembrerebbe (qui il condizionale è di cortesia) che gli altri imprenditori che dicevano di voler puntare sul Vicenza Calcio stiano lentamente tirando i remi in barca. "Franchetto e gli altri non hanno più messo soldi con l'unica eccezione della famiglia Dalla Vecchia". Ha dichiarato lo stesso Pastorelli, che in questo modo tratteggia per sé una posizione di padre padrone, su cui gravano oneri e onori e anche tutte le decisioni per il futuro. Cosa succederebbe, ad esempio, se decidesse di vendere? Chi potrebbe opporsi?
Ma andiamo allora a vedere nel dettaglio come si compone e si evolve Vi.Fin,, grazie a due visure camerali, una vecchia, l'altra aggiornata.

Il capitale sociale è di 2.646.000 euro, ogni singola azione è da un euro. Nel luglio 2016, la Colombo finanziaria deteneva il 17,59% delle azioni, Adamo Leonardo l'11,45%, la stessa quota di Metrolettrica Srl, mentre Gianluigi Polato manteneva il 9,56% e le restanti azioni venivano divise tra una serie di soci, tra cui i discussi Dario Cassingena, con una condanna "lasciatagli in eredità" dal padre, e la "discutibile" Unilabor scarl, sotto inchiesta fiscale stando ai media locali (N.B. la società si era "infiltrata" anche tra i nostri soci con una quota fatta da noi diventare minimale con un aumento di capitale ai primi cenni di nubi e ha ricevuto una "ferma" richiesta di uscire dalla compagine societaria appena rese note dalla stampa le sue vidende, nota del direttore), e, soprattutto, la società Marc-one Spa, (23.47%), quella della famiglia Franchetto.

Nel febbraio 2017, le cose sono cambiate per alcune quote ma, come vedremo, non per la "cassa".

La Colombo ha, infatti, portato al 20,52% la sua partecipazione, compensando la "discesa" al 20.63% dei Franchetto, mentre a un ex presidente, e "portavoce" storico dei Franchetto, Gianluigi Polato, che anche lui è sceso al 5.78%, fa da sponda un altro ex presidente del Vicenza Calcio Massimo Masolo, che da zero è salito al 9.45% e di fatto assorbe il disimpegno parziale di Polato e di Morato pane, che non è più socio avendo ceduto il suo 6.67% forse anche per le ben note vicende delle baciate della Banca Popolare di Vicenza in cui è rimasto coinvolto.
Ma, a parte questi movimenti percentuali di quote, non risultano dai bilanci di Vi.Fin. i milioni di euro che Pastorelli diceva di aver versato nella casse del club di via Schio e più volte "accarezzati" cin benevolenza da tifosa dalla collega che al Giornale di Vicenza si occupa, con capacità nota, di calcio e dintorni anche se, in questo caso, con scarsa dimestichezza per numeri che non siano quelli del calcio giocato. In quei bilanci e nei dati societari aggiornati non risulta, infatti, neanche l'aumento di capitale strombazzato tante volte per varie assemblee convocate per deliberarlo, ma sempre e solo mediaticamente.

Se sono arrivati al Vicenza Calcio soldi non iscritti in bilanci chiari a noi noti e da noi leggibili non è compito nostro occuparcene... nel bene e nel male ma ci piacerebbe sapere dal club e dagli eventuali benefattori qualcosa di più, magari perchè i tifosi possano ringraziare chi di dovere sulla base di fatti e non di tanto vicentine frasi ad effetto.

Ma se questo non è successo e il Lane va ancora avanti, intendiamo economicamente e anche se a fatica, beh, allora basta con l'esibire meriti da "mecenate" che non ci risultano e diciamo bravo a Pastorelli che, "giocando" su crediti e debiti, la sua attività professionale, non solo fa tirare avanti la società ma magari ci guadagna per le sue attività.

Bravo, sempre che ci guadagni anche il futuro del Vicenza Calcio, per il quale, se non verranno forniti veri e chiari dati, rimane la nostra idea di partenza.

È inutile salvare, per pochi mesi e per i vantaggi di pochi, la non salvabile barca che è tutta un buco ma sarebbe meglio fare come hanno fatto i veri presidenti che i soldi, veri, ce li hanno messi ma ripartendo da zero.

De Laurentiis e Della Valle ad alto livello, il Parma un po' più giù, la vera e limpida strada l'hanno indicata: lasciare che il vecchio chiuda con un chiaro fallimento e  ripartire da una categoria inferiore ma usando soldi veri, non "giri conto", per un progetto di crescita vero.

Tutto l'altro sa di fuffa come dimostrano i dati, non quelli della stampa amica, ma dei bilanci e del capitale della società di controllo.

A pagare, se non si butta via la fuffa, saranno ancora una volta i tifosi, che rischiano di fare una fine peggiore di quella dei soci della BPVi, anche questa all'epoca ben vista dai media locali e oggi, tra l'altro, impegnata non poco sul fronte crediti col club e con i suoi gestori.

Una fine peggiore perchè ai soci della ex Popolare da una gestione lacrime e sangue sono , almeno, tornati in tasca 9 euro per ogni 62.50 o giù di lì versati, mentre ai tifosi traditi e illusi torneranno solo gli sfottò, immeritati, per un club disossato da gestioni fallimentari che offendono la storia da nobile provinciale che ben altri e veri presidenti, uno su tutti Pieraldo Dalle Carbonare, avevano fatto meritare al Vicenza!


Commenti

Inviato Martedi 18 Aprile 2017 alle 13:56

La messa è finita andate in Pace. Il cuore dei tifosi? Ai mercenari, non gliene frega niente. A quando i 500 mila € di arretrati verranno pagati alla Città? Il calcio di oggi s.p.a. Intanto il Berlusca vende il Milan a Mao, Moratti invece pure a Ciang Kai sek. E noi poveracci, li paghiamo pure! Mala tempora currunt.
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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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