Business riscossione tributi
Lunedi 21 Settembre 2009 alle 12:04ADICO
Riscuotere tributi un business da oltre 20 miliardi l'anno
Il business della riscossione dei tributi è di 20 miliardi l'anno. A farla da padrona c'è Equitalia, la società a capitale pubblico ( 51% Agenzie delle Entrate , 49% Inps) che possiede 21 Equitalia locali e ha convenzioni con 4637 Comuni per un totale di 30 milioni di cittadini.
Rispettando e condividendo la cultura della legalità , l'ADICO accende i riflettori sull''illegittimità dell'azione dei soggetti preposti alla riscossione, che abilitati ad agire nel "far west più totale, spesso inviano milioni di cartelle pazze, in deroga allo Statuto dei Diritti del Contribuente che impone certezza assoluta, verifiche rigorose e fondatezza formale e sostanziale del tributo da riscuotere" fanno sapere dalla segreteria dell'ADICO.
Ogni anno sono moltissime le cartelle pazze inviate dall'agenzia, costringendo i contribuenti a sostenere ulteriori spese e pazienza per far riconoscere la propria innocenza o buona fede.
Con le cartelle pazze gli esattori pretendono comunque le somme richieste applicando il principio, dichiarato incostituzionale, del "solve et repete", cioè "prima paghi e poi discutiamo", anche in presenza di sentenze dei Giudici di pace o delle Commissioni tributarie.
E per chi non paga, dopo 60 giorni scattano automaticamente le procedure esecutive con ipoteche sugli immobili che possiedi, le ganasce fiscali sulle auto e moto, i pignoramenti dello stipendio e dei conti correnti bancari e postali, e come previsto dal "decreto salva crisi", con l'aggravio di un aggio e interessi di mora del 18%.
"In pratica, i contribuenti dovranno remunerare gli Agenti della riscossione con un compenso pari al doppio di quanto previsto negli anni scorsi" afferma il presidente dell'ADICO Carlo Garofolini.
Dai bolli auto prescritti, già pagati o non dovuti; multe automobilistiche prescritte o annullate dai giudici di pace; tasse di smaltimento rifiuti richieste erroneamente ai proprietari anzichè agli affittuari; tassazione separata errata; con conseguenti ipoteche sugli immobili, ganasce fiscali su auto e moto, pignoramenti di stipendi e di conti correnti bancali e postali. Il tutto per far cassa ad ogni costo", dichiara Carlo Garofolini.
Dato che siamo in molti ad avere problemi con le cosiddette "cartelle pazze", ecco alcuni consigli realizzati dall' ADICO sul modo di come far ricorso.
Innanzitutto occorre individuare l'Ente Impositore, cioè l'ente creditore, colui che in definitiva, per il tramite di Equitalia, ci manda una richiesta di pagamento. Questo è solitamente indicato nel dettaglio degli addebiti.
Occorre prendere nota del numero di ruolo cui è stato iscritto il tributo e prendere contatto con l'ente creditore per avere delucidazioni in merito. Chiedere all'ente impositore quale è il Giudice di Pace territorialmente competente cui inoltrare ricorso entro 30 giorni dalla data di notifica della cartella, per opporre ricorso.Il ricorso può essere inoltrato al Giudice di Pace a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno. Salvo rari casi in cui sia necessario opporre ricorso a più Giudici di Pace contemporaneamente avverso la stessa cartella (per tributi iscritti a ruolo da vari enti creditori), il Giudice di Pace richiede che venga allegata al ricorso la cartella esattoriale in originale e la busta con il timbro comprovante la data di notifica. Attenzione: la mancata prova della data di notifica è causa di inammissibilità del ricorso!
Inviato il ricorso al Giudice di Pace occorre tenersi costantemente in contatto con la cancelleria sia per avere notizie circa la notifica di richieste particolari da parte del Giudice di Pace, sia per sapere la data cui è stata fissata l'udienza.
Molto importante: nel ricorso specificare la richiesta non solo di annullamento della cartella ma anche la sua temporanea sospensione. Infatti le udienze vengono fissate solitamente dopo vari mesi dalla data di presentazione del ricorso. Ad udienza avvenuta, la pubblicazione della sentenza richiede altro tempo (da un mese a vari mesi...). Nel frattempo, se la cartella non è stata sospesa dal Giudice di Pace, l'Agente di Riscossione può arrivare a pignorare la vostra autovettura, la vostra casa od il vostro conto in banca. Dunque nel ricorso chiedere sempre contestualmente la sospensione dell'eventuale esecuzione del provvedimento impugnato.
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Causa per danni da allagamento
Venerdi 18 Settembre 2009 alle 16:44ADICOÂ
A seguito dei danni provocati dal violento nubifragio di questi giorni "invitiamo i cittadini e le attività commerciali a raccogliere e conservare la documentazione relativa ai danneggiamenti riportati nell'eccezionale evento meteorologico ai fini dell'eventuale richiesta di risarcimento che l'ADICO vuole avanzare nei confronti dei Comuni", annuncia il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini il quella che può definire "una causa per danni da allagamento".
Molti cittadini in queste ore hanno segnalato alla segreteria dell'ADICO allagamenti di appartamenti, seminterrati e magazzini letteralmente invasi dalla pioggia che hanno danneggiato irrimediabilmente merce ed oggetti vari, anche a causa della conseguente umidità che sta impregnato gli ambienti circostanti invasi dall'acqua
Addio a clausole incomprensibili
Martedi 15 Settembre 2009 alle 12:40ADICOÂ
Dal 25 settembre entreranno in vigore le nuove norme sulla correttezza della informazioni con la clientela scritte dalla Banca d'Italia perciò "addio a clausole in caratteri minuscoli e pagine di contratti incomprensibili" annuncia con soddisfazione il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
"Istituti di credito, mediatori finanziari e Poste dovranno rivolgersi ai clienti predisponendo fogli informativi comprensibili e facilmente confrontabili con altri prodotti" fanno sapere dalla segreteria dell'ADICO nel comunicato.
Nei contratti si dovranno quindi evitare soluzioni che compromettono la leggibilità del documento; i documenti dovranno essere organizzati con titoli, indici, sintesi e sottotitoli ; contenere semplicità sintattica e chiarezza lessicale calibrate sul livello di alfabetizzazione finanziaria delle differenti fasce di clientela, anche in relazione al prodotto proposto; preferire la forma attiva a quella passiva; esprimere il soggetto, preferire l'indicativo rispetto al congiuntivo.
"Stop quindi a parole come detto, predetto, suddetto, tale, esso, quello per riprendere o richiamare elementi precedenti; dove possibile usare parole ed espressioni d'uso comune come firmare invece che sottoscrivere, portare con se invece che asportare, questo documento al posto del presente documento o potere anziche avere la facoltà di oppure in anticipo al posto di in via anticipata.
I termini tecnici più importanti e ricorrenti, le sigle e le abbreviazioni dovranno essere spiegati con un linguaggio preciso e semplice, in un glossario o in una legenda
Continua a rallentare il prezzo delle case
Sabato 12 Settembre 2009 alle 13:11
Per il terzo anno consecutivo il prezzo delle case in Italia rallenta. Nel primo semestre dell'anno si registra una contrazione dei prezzi del 6,1% sullo stesso periodo del 2008, ma in lieve miglioramento rispetto ai primi tre mesi dell'anno che mostravano un -7,8%.
Anche le transazioni immobiliari sono scese sia nelle grandi che nelle medie città , con una stima compresa tra il -14% e il -16% rispetto al primo semestre 2008.
Questi i risultati dell'indagine resi noti dall'indagine dall'ufficio studi di Ubh - United business holding, sull'andamento del mercato residenziale italiano.
In negativo, in particolare, tutti i principali centri urbani: -8,3% Palermo, -7,6% Napoli, -6,3% Roma, -5,7% Milano, -5,4% Torino, -5,3% Bari; ma colpite sono anche le medie e piccole realtà urbane, localizzate soprattutto nella provincia delle maggiori aree metropolitane, dove a soffrire di più e' la domanda di chi deve fare ricorso a un finanziamento superiore all'80% del valore dell'abitazione.
Con uno sguardo al futuro, Ubh prevede che il 2009 si chiuda tuttavia con una flessione meno accentuata delle compravendite rispetto al 2008: il calo dovrebbe essere compreso tra l'11% e il 13%. Mentre la dinamica di aggiustamento dei prezzi si confermera' a circa -10% su media nazionale.
"L' andamento attuale del settore immobiliare è strettamente collegato a quello dell' intera economia italiana, ormai entrata in una fase di recessione tecnica globale" spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini che conclude: "dopo nove anni di crescita, il settore è entrato in una fase recessiva, la cui dimensione e durata risulta ancora di difficile previsione".
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Bot a tasso sottozero
Venerdi 11 Settembre 2009 alle 21:35Adico                     Â
Ieri i buoni del tesoro, i Bot hanno toccato tassi al minimo storico, "talmente bassi da non essere sufficienti a coprire le commissioni dovute alle banche" spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
Una notizia che lascia "a bocca asciutta tutti i risparmiatori che investono in Bot" fanno sapere dall'ADICO; "in pratica si paga per investire".
Infatti nell'asta di ieri, nel caso dei titoli trimestrali, per la prima volta nella storia si e' verificato il passaggio in negativo proprio a causa delle commissioni. Un evento che per ora ha risparmiato i titoli annuali.
Numeri alla mano, per un investimento di 10.000 euro, l'ipotetico guadagno lordo annuo e' di 38,2 euro e si trasforma al netto in una maggiore spesa (o perdita) di 8 euro l'anno. Non scendono sotto zero, ma certo garantiscono un ritorno quasi nullo i titoli annuali. Se si applica il prelievo fiscale al rendimento lordo di 0,741% e si considera il prezzo di aggiudicazione di 99,254, il risultato netto si ferma allo 0,65%. Tolte le commissioni bancarie si scende ancora allo 0,35%, ma si rimane comunque sopra lo zero. Per 10.000 euro investiti c'e' un ritorno lordo di 74,1 euro che si riduce ad un netto di 35 euro.
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Pil in calo del 6%
Giovedi 10 Settembre 2009 alle 13:22ADICO, 10 settembre 2009
Pil: Istat conferma, - 6%. Dato peggiore dal 1980
Nel secondo trimestre del 2009 il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 6% nei confronti del secondo trimestre del 2008. Lo rende noto l'Istat confermando la stima preliminare diffusa il 7 agosto.
Nel secondo trimestre del 2009 il Pil è calato del 6% su base tendenziale, cioé rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, confermando la diminuzione che c'era stata anche nel primo trimestre. Si tratta in entrambi i casi del dato peggiore da almeno il 1980, anno in cui è cominciata la rilevazione statistica. Si rileva dai dati dell'Istat.
Il calo acquisito del Pil italiano nel 2009, ovvero la decrescita che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei prossimi due trimestri dell'anno, è pari a -5,1%.
Il Pil italiano nel secondo trimestre dell'anno è calato di più rispetto al complesso dei paesi euro. Se in Italia la diminuzione è stata dello 0,5% congiunturale e del 6% tendenziale, per i Paesi euro il calo è stato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e del 4,7% rispetto al secondo trimestre 2008. Nel secondi trimestre il Pil - scrive l'Istat - è aumentato in termini congiunturali dello 0,9% in Giappone, e dello 0,3% in Francia e Germania, mentre è diminuito dello 0,7% nel Regno Unito e dello 0,3% negli Stati Uniti. In termini tendenziali il Pil è diminuito del 6,5% in Giappone, del 5,9% in Germania, del 5,5% nel Regno Unito, del 3,9% negli Usa e del 2,6% in Francia.
"Gli italiani hanno stretto la cinghia, e tra crisi globale e timori per il posto di lavoro hanno ridotto drasticamente i consumi" spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
"I prossimi mesi per le famiglie saranno mesi difficili legati soprattutto al rischio lavoro per coloro che operano nel privato o nelle professioni. Se si vuole evitare una caduta dei consumi e una drastica riduzione del reddito il Governo deve porsi come scelta prioritaria quella del sostegno ai redditi delle famiglie con i vari ammortizzatori sociali", conclude Carlo Garofolini.
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La recessione economica non è ancora finita
Mercoledi 9 Settembre 2009 alle 15:53ADICO, 9 settembre 2009Â
"Anche se la recessione è ormai alle spalle - afferma il Csc negli ‘Scenari economici' - le conseguenze della più grave crisi degli ultimi 80 anni si faranno sentire a lungo. Si profilano anni per recuperare i livelli di produzione toccati nel 2007 e in alcuni settori ciò potrebbe non avvenire mai".
Il tasso di disoccupazione per quest'anno salirà all'8,3% e nel 2010 toccherà la punta del 9,5%, resta la difficoltà di ottenere credito, ma c'è anche il ridimensionamento del prezzo delle abitazioni.
"Alla faccia delle previsioni ottimistiche ventilate in questi giorni dal Governo" commenta sarcastico il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini e di quanti hanno il coraggio di sostenere che la recessione è alle spalle.
"In un'Italia in cui non si fa altro che sperare nella ripresa economica, supportati anche dai dati che parlerebbero di lenta risalita, le aziende locali fanno ancora registrare grosse difficoltà e, una per una, si arrendono al ricorso alla cassa integrazione" continua Carlo Garofolini.
Dalla segreteria dell'ADICO affermano quanto sia "pericoloso che passi l'idea di aver ormai svoltato il punto peggiore della crisi; in questo modo si sceglie di indulgere su una politica che non affronta i problemi come sarebbe necessario".
Il rimedio contro la causa principale della crisi attuale, "l'unico che ci può garantire una crescita stabile e di lungo periodo è che tornino a crescere i redditi da lavoro" conclude il presidente dell'ADICO.
Truffe al bancomat: + 149% i reati
Mercoledi 9 Settembre 2009 alle 10:44ADICO, 9 settembre 2009Â
"La disattenzione costa cara e quando si tratta di carte di pagamento lo scotto è carissimo" fa sapere il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
Il rapido aumento del numero di sportelli automatici, unitamente alle sempre piu' sofisticate tecniche di clonazione e frode, si e' tradotto infatti in un preoccupante aumento del 149% dei reati commessi tramite gli Atm nel corso del 2008 spiega l'Enisa.
Gli attacchi agli sportelli bancari automatizzati sono sostanzialmente di tre tipi: quelli finalizzati a rubare le informazioni della carta di un singolo utente; quelli mirati ai computer e che hanno l'obiettivo di raccogliere i dati delle banche; quelli più tradizionali e preferiti dai criminali come le rapine e gli scippi compiuti davanti agli sportelli delle banche.
"I continui appelli lanciati, le campagne di promozione promesse e i decaloghi ad hoc diffusi sembrano non arginare il fenomeno delle truffe a discapito di malcapitati titolari delle preziose tesserine" dichiara Carlo Garofolini.
Da ADICO ricordano sempre di adottare le necessarie precauzioni per evitare di rimanere vittime di tali reati quali "evitare di usare gli Atm che mostrino qualsiasi segno di manomissione; utilizzare sportelli automatici in posizione visibile e ben illuminata; controllare attentamente che il lettore di carte non presenti segni di dispositivi supplementari; quando si digita il Pin proteggere la tastiera per non far vedere il codice segreto. Se la carta viene trattenuta dallo sportello informare immediatamente la banca e l'emittente della carta".
Gli italiani e l'evasione fiscale
Martedi 8 Settembre 2009 alle 14:59ADICO, 8 settembre 2009
Nel 2008 ogni italiano ha denunciato 12.900 euro, ma ne ha spesi 15.400 euro, ciò sta a significare che ogi anno al fisco sfuggono 2.500 euro a testa, circa 150 miliardi di euro l'anno.
"Il solito vizio degli italiani di evadere le tasse", spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini se pensiamo "che la forbice cresce fino al 50%, calcolando gli importi dichiarati al netto delle tasse".
La strana fotografia fiscale, che emerge da un'inchiesta condotta dal Sole 24 Ore, mostra anche un altro dato: e' al Sud che questo divario raggiunge valori record.
Il primato, in particolare, tocca alla Calabria che registra la distanza maggiore fra le uscite e i guadagni che tradotto in soldini equivale a dire che un calabrese spende in media 12.095 euro, pur avendo un reddito annuo ufficiale di 8.154 euro. In Sicilia la forbice e' al 38,6% e si mantiene sopra quota 30% anche in Campania e Puglia.
Valori meno sgranati, invece, al Centro-Nord. In Lombardia si spende solo il 5,8% in più di quello che si dichiara, in Piemonte il 13,3% e in Emilia Romagna il 14,6%. Il Lazio con il 19,5% e le Marche con il 18,8% sono in linea con la media nazionale del 19%.
Discorso a parte - sottolinea il Sole 24 Ore - per Trentino Alto Adige e Valle d'Aosta, dove la forbice fra consumi e redditi ufficiali e' aperta come nei territori del Mezzogiorno, ma il fenomeno si spiega anche con altri fattori. Occorre considerare, infatti, che queste Regioni autonome offrono ai residenti contributi e incentivi per l'acquisto di beni di valore importante per cui in realtà l'entità dei consumi e' da riferire non solo a redditi prodotti dalle famiglie ma anche agli aiuti ricevuti dagli enti.
Un confronto impietoso quello tra consumi e reddito dichiarato che sta tornando a essere un pilastro centrale nel contrasto all'evasione fiscale, inserendosi certamente nella nuova strategia adottata dall'amministrazione finanziaria nel contrasto all'evasione fiscale e caratterizzata da un piu' intenso ricorso al redditometro.
E' la circolare n. 49/E dell'8 agosto 2007 dell'Agenzia delle Entrate che ha rivitalizzato e riabilitato questo strumento che tanto semplice, quanto efficace. In sostanza, dice il Fisco, non si può spendere più di ciò che si e' guadagnato. Salvo, naturalmente, che non si sia ricorso a forme di indebitamento, all'utilizzo del risparmio o a somme comunque già tassate o esenti da imposizione.
Ponte di Calatrava: indaga l'Autorità
Domenica 6 Settembre 2009 alle 16:59
Non ha pace il quarto ponte di Venezia, opera dell'architetto Santiago Calatrava: secondo quanto si ha appreso dai giornali in questi giorni, l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici in un documento datato 15 luglio 2009 e firmato dal presidente Luigi Giampaolino e dal relatore Andrea Camanzi, il ponte non è un'opera «pienamente funzionate»: è stato collaudato, ma non ha passato l'esame a pieni voti e lo stesso collaudatore per utilizzarlo si è raccomandato che venga continuamente monitorato per garantire «i livelli di sicurezza minimi della norma».
Nel documento si insiste sui presunti errori progettuali di Calatrava, che il Comune di Venezia non avrebbe voluto prendere in considerazione per «un'azione di rivalsa». L'Autorità punta l'indice, in particolare sulla questione dei collaudi dell'opera, inaugurata ormai un anno fa. Un collaudo, viene rilevato, che «evidenzia non pochi lati oscuri». Si ricorda come esistano due livelli di collaudabilità : rispetto agli «stati limite ultimi» e agli «stati limiti di esercizio», ovvero condizioni capaci di garantire le prestazioni previste nell'esercizio di un'opera senza comprometterne l'uso.
È proprio questo secondo tipo di collaudabilità che non convince l'Autorità , ritenuta dal «carattere incerto, ossia si può perdere anche repentinamente la funzionalità del ponte». «Il collaudatore - si legge ancora nella relazione - ha ravvisato una serie di riserve affatto secondarie sulle condizioni di sicurezza in esercizio dell'opera, tanto da non potersi escludere anche interventi tempestivi per ripristinare i livelli di sicurezza minimi della norma».
"Una situazione che, se venisse confermata, ovviamente causerà ancora rilevanti danni erariali" spiega il presidente dell'ADICO Carlo Garofolini, che come al solito "andranno a ricadere sulle tasche dei contribuenti".
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