Pil in calo del 6%
Giovedi 10 Settembre 2009 alle 13:22 | non commentabile
ADICO, 10 settembre 2009
Pil: Istat conferma, - 6%. Dato peggiore dal 1980
Nel secondo trimestre del 2009 il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 6% nei confronti del secondo trimestre del 2008. Lo rende noto l'Istat confermando la stima preliminare diffusa il 7 agosto.
Nel secondo trimestre del 2009 il Pil è calato del 6% su base tendenziale, cioé rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, confermando la diminuzione che c'era stata anche nel primo trimestre. Si tratta in entrambi i casi del dato peggiore da almeno il 1980, anno in cui è cominciata la rilevazione statistica. Si rileva dai dati dell'Istat.
Il calo acquisito del Pil italiano nel 2009, ovvero la decrescita che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei prossimi due trimestri dell'anno, è pari a -5,1%.
Il Pil italiano nel secondo trimestre dell'anno è calato di più rispetto al complesso dei paesi euro. Se in Italia la diminuzione è stata dello 0,5% congiunturale e del 6% tendenziale, per i Paesi euro il calo è stato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e del 4,7% rispetto al secondo trimestre 2008. Nel secondi trimestre il Pil - scrive l'Istat - è aumentato in termini congiunturali dello 0,9% in Giappone, e dello 0,3% in Francia e Germania, mentre è diminuito dello 0,7% nel Regno Unito e dello 0,3% negli Stati Uniti. In termini tendenziali il Pil è diminuito del 6,5% in Giappone, del 5,9% in Germania, del 5,5% nel Regno Unito, del 3,9% negli Usa e del 2,6% in Francia.
"Gli italiani hanno stretto la cinghia, e tra crisi globale e timori per il posto di lavoro hanno ridotto drasticamente i consumi" spiega il presidente dell'ADICO, Carlo Garofolini.
"I prossimi mesi per le famiglie saranno mesi difficili legati soprattutto al rischio lavoro per coloro che operano nel privato o nelle professioni. Se si vuole evitare una caduta dei consumi e una drastica riduzione del reddito il Governo deve porsi come scelta prioritaria quella del sostegno ai redditi delle famiglie con i vari ammortizzatori sociali", conclude Carlo Garofolini.