Variati-Sartori,amore segreto:su VicenzaPiù n. 190
Domenica 2 Maggio 2010 alle 08:00 | 0 commenti
VicenzaPiù n. 190 è in edicola da sabato 1° maggio (vedi la locandina con gli 'strilli' del numero) e sarà in distribuzione presso questi punti da domani serà . Inoltre da domani mattina sarà scaricabile da QUI.
Vi anticipiamo l'articolo sulle prossime ... comunali del 2013
Achille Variati - Lia Sartori, amore segreto
di Alessio Mannino
Il sindaco e la sua ex sfidante (nella foto, vicini e lontani, in occasione della visita a Vicenza del Presidente Giorgio Napolitano, n.d.r.) pensano già alle comunali 2013 con un accordo per stoppare la comune nemica: la leghista Dal Lago.
Se da una parte Variati, sindaco insediatosi appena due anni fa, ha già pronto il logo per la prossima campagna elettorale, e se dall'altra la sua possibile sfidante, la leghista Dal Lago, sta già sondando la sua futura squadra di governo, significa che ragionare già oggi per il 2013 non è esercizio da politologi. Non trapela molto di più né sull'uno, il logo, né sull'altra, la squadra, dalle nostre fonti. Ma le due indiscrezioni ci danno il destro per analizzare la situazione politica in città .
Punta dell'iceberg
La maggioranza di centrosinistra, che di sinistra ha molto poco essendo un monocolore formalmente del Pd e di fatto variatiano, è scossa al suo interno da rivalità , gelosie, personalismi e visioni diverse. Non c'è solo il caso del consigliere Luca Balzi, finito abbondantemente sui giornali per la sua azione di guastatore. La mancata scazzottata col capogruppo Federico Formisano è stata la prova dell'insofferenza verso la sua fastidiosa posizione di grillo parlante. L'ultima che ha combinato è stata non votare (attenzione: non votare, non "votare contro") il bilancio comunale. Motivo: dipendendo questo anche dal bilancio Aim, siccome lui ha forti dubbi sulla gestione del presidente di San Biagio, mister "mille poltrone" Roberto Fazioli, meglio vederci chiaro. E così ha portato all'attenzione delle cronache vicentine lo scontro fra quest'ultimo e la sindaco di San Giuliano Milanese, Gina Greco (anche lei del Pd), infuriata col manager emiliano per il suo operato da presidente della ex municipalizzata locale, Genia.
Dentro l'Udc
Ma Balzi, dicendo urbi et orbi quello che non gli va a genio, scandalizza solo i benpensanti. Se la vedrà con la commissione interna del suo partito, che lo giudicherà per aver fatto il tifo per Zaia alle regionali e per questa sua oggettiva distanza da molte scelte qualificanti della maggioranza. Probabile che venga espulso dal Pd. Lui giura comunque fedeltà "al suo sindaco". Fatto sta che il suo sindaco ha già trovato l'uomo con cui rimpiazzarlo in aula: Massimo Pecori, consigliere dell'Udc. A Padova il partito di Casini si è unito ai peones di Zanonato, altro big democratico del Veneto. A questo punto, dato che finora Pecori ha elargito più sì che no alle delibere di giunta, pare proprio che entrerà anche lui nella "melassa variatiana" (copyright: Maurizio Franzina, capogruppo Pdl). Se poi si considera che anche Claudio Cicero e il suo fido Pigato fanno un'opposizione estremamente costruttiva e la Bottene rappresentante del Presidio non costituisce un pericolo, si vede bene come la maggioranza reale, cioè numerica, sia di fatto più larga.
Lettera anonima
A impensierire l'amministrazione, dicevamo, sono invece i mal di pancia interni. Due settimane fa nelle cassette di tutti i consiglieri comunali, e in quella postale del nostro giornale, è stata trovata una lettera anonima. Firmata "elettori di Variati pentiti", l'estensore - molto probabilmente un consigliere comunale di maggioranza, uno che deve avercela a morte con Matteo Quero - prendeva a bersaglio l'ex assessore ai giovani, oggi nel gruppo Pd in Provincia, per certe sue presunte manovre in funzione anti-Dal Lago, tese a gettare ponti verso la componente del Pdl facente capo a Lia Sartori. Il tutto con la benedizione dei salotti buoni della finanza e dell'imprenditoria berica. Quero, e non sarà certo un caso, è stato fatto oggetto di un aspro attacco sul teatro. L'assessore alla cultura Francesca Lazzari vuole sbarazzarsi di Hullweck che ne è ancora alla guida, mentre Quero, che nega di avere passione alcuna per i teatri, vorrebbe che restasse. Quero, che litiga un giorno sì e uno no coi suoi colleghi di gruppo in consiglio provinciale e che ultimato questo mandato in Provincia, della Provincia non vuole più saperne, fa politica: spregiudicata, manovriera, strategica. Evidentemente guardando ad un ritorno in Comune nel 2013.
Pericolo Manuela
In ballo non c'è, come ha dichiarato pubblicamente Franzina del Pdl, una innaturale alleanza dichiarata con la Sartori, che disorienterebbe gli elettori. Variati liquida l'ipotesi, testuale, come "una fesseria". C'è però, forse, l'inconfessabile desiderio di ritrovarsi di nuovo la mazziata e cornuta (dai leghisti, e anche da suoi) Sartori come sfidante. Un'opzione che spianerebbe la strada ad una riconferma tutta in discesa per Achille, che avrebbe di fronte un'europarlamentare che opposizione in città , quando è presente in consiglio, ne fa poca, e che se la fa, non la fa certo coi toni duri che servono per contrastare l'appeal mediatico del sindaco. La vera minaccia è costituita, come sempre, da Manuela Dal Lago. Alla quale Roma e il parlamento, per il suo temperamento e i suoi interessi, stanno stretti. Il suo sogno resta quello di occupare la poltrona di primo cittadino. Ed è lei, per la sua popolarità e i suoi appoggi nel mondo imprenditoriale, che Variati teme. Anche perché le contenderebbe quel campo di voti moderati che abboccano all'amo del trasversalismo, della retorica del "sindaco di tutti" e del "governo dei migliori", contro le ideologie e per un ecumenico riformismo. La filosofia, insomma, della lista civica, con la quale Achille ha superato l'innato rachitismo del Partito Democratico e delle quale la Dal Lago ha in mente di servirsi da quel dì, in modo da agguantare quel 5-6% di preferenze utili a battere l'avversario.
Sfida finta
Di qui le strizzate d'occhio, allora, fra Achille e la Lia. Un'intesa sottaciuta per sfidarsi pur di togliere di mezzo il pericolo Manuela. E così veniamo all'altra estremità del ring: il centrodestra. Non stupitevi se vi diciamo che una come la Sartori sceglierebbe di ri-candidarsi sapendo benissimo di perdere (ha già perso una volta contando, al secondo turno, su Udc e lista Cicero: figuriamoci al secondo tentativo, quando non avrebbe il sostegno neppure di questi, già variatizzati). Il candidato-sindaco del centrodestra, secondo lo schema classico, dovrebbe andare al Pdl essendo i presidenti sia della Regione che della Provincia targati Lega Nord. Questo perché nel 2012, successore del leghista Titti Schneck a Palazzo Nievo sarà il leghista Titti Schneck. A meno di elezioni politiche anticipate, a meno di scandali inauditi, a meno di sconvolgimenti impossibili da prevedere, dubbi su questo non ce ne sono. Ma contro una candidatura pidiellina per Palazzo Trissino si frappone un ostacolo mica da poco: manca una figura forte. Il neo-capogruppo Franzina, per quanto conosciuto e apprezzato dopo quindici anni di vita amministrativa, non ha il peso. Il suo diretto rivale, il sartoriano Marco Zocca pur col suo record di preferenze personali, neppure. Così, col buon motivo di aver magari ricevuto voti a valanga l'anno prima per la Provincia, nel fatidico 2013 il Carroccio potrebbe rivendicare lo stesso il candidato di coalizione. Tanto, di Vicenza, a Berlusconi (come del resto, dall'altra parte, a Bersani) non frega nulla. La Manuelona a quel punto potrebbe prenotare il posto. Ecco perché, se anche diamo per buona l'intenzione del Pdl di Berlato e Franzina di rafforzare il partito per sbarrare la strada agli alleati-concorrenti leghisti e alla Dal Lago, oggettivamente la loro posizione avvantaggia questi ultimi: perché si mette sulla loro linea. Un partito, il Pdl, che semplicemente non esiste: è solo una galassia di capetti con le loro clientele, senza una democrazia interna che li responsabilizzi, che usano il marchio berlusconiano per assicurarsi una più o meno grassa pagnotta e la propria fotina sui giornali.
Due facce
Ma la Sartori non ci sta. Pur di stoppare i sogni di gloria della Dal Lago, sarebbe disposta a mettersi di traverso e porle il veto: muoia Sansone con tutti i filistei. Stizza, rabbia, vendetta, sicuramente in lei il carattere conta più del calcolo. La Dal Lago non potrà più contare sull'appoggio incondizionato che prima aveva da parte del Giornale di Vicenza diretto da Giulio Antonacci, e questo è un handicap. Ma non insuperabile, visto che Manuela, l'importanza dei media, la capacità di rappresentarsi come personaggio, il saper parlare schietto ed efficace, sono cose che ha capito da tempo. La comunicazione incentrata sull'aspirante vincitore, in una corsa a sindaco, è la chiave del successo. Principalmente per questo Variati ce l'ha fatta, sorprendendo tutti (di contro ad una Sartori lenta, pesante, col piglio noioso da Prima Repubblica). E certamente, a leggere questo retroscena, se fossimo un elettore ci sorprenderemmo un po' nel renderci conto come ragionano per davvero i responsabili dei partiti: sempre con due facce, una pubblica e una dietro le quinte. Tutti, nessuno escluso. Sartori alleata segreta di Variati? Yes, they can.
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