Un governo ideologico e reazionario
Giovedi 9 Febbraio 2012 alle 23:18 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI FdS - Il governo Monti viene definito un governo di tecnici, di professori ed esperti che devono salvare il paese. Un governo autonomo dalla "politica". Non è così. Monti e i suoi ministri rispondono sia ai partiti che lo sostengono (senza se e senza ma, come dichiarano Berlusconi, Bersani e Casini) sia ai padroni che lo comandano. Perché questo è il punto. Il governo, oggi in Italia, non è per nulla autonomo ma agisce per nome e per conto degli stessi che ci hanno "regalato" questa crisi. A loro risponde e per il loro profitto agisce.
Non a caso i provvedimenti che il governo prende vanno tutti in un senso: colpiscono e dividono lavoratori "garantiti" e lavoratori precari, pensionati sempre più in difficoltà e giovani sempre più senza futuro. Di far pagare qualcosa a chi possiede grandi ricchezze non se ne parla neppure. Poco o nulla. Briciole e apparenza come qualche misera sovrattassa chiesta su costosissimi beni di lusso. A lorsignori si chiede qualche elemosina. Agli altri si impongono sacrifici di ogni genere: aumento delle tasse e dell'IVA, tassa sulla prima casa, aumento dell'età pensionabile, perdita di diritti, sanità sempre più cara, blocco delle pensioni, meno lavoro, precarietà sempre più diffusa. Il risultato è l'aumento della forbice tra chi non riesce ad arrivare a fine mese e chi detiene grandi ricchezze. Un modello di sviluppo non solo spaventoso ed ingiusto, ma soprattutto profondamente sbagliato perché affermando, di fatto, la supremazia della finanza sullo sviluppo produttivo costringerà il paese a un ulteriore costante ed inevitabile declino. La produzione e il lavoro vengono spostati altrove, vengono delocalizzati là dove si può sfruttare di più lavoratori e territorio. Il lavoro dei tanti ha come unico scopo creare soldi per i pochi. Deve costare il meno possibile. Così come la sicurezza nei posti di lavoro che è un costo da eliminare. In questa maniera, tagliando i diritti, si risparmieranno tanti soldi che potranno essere destinati alla speculazione finanziaria. Produrre soldi dai soldi è, per lorsignori, la "più moderna" forma di creare la propria ricchezza. Una ricchezza personale che non deve essere distribuita ma progressivamente accumulata da pochi. Gli stessi che pretendono la proprietà di qualsiasi bene pubblico. Vogliono tutta la ricchezza dello Stato (la nostra ricchezza) che viene loro svenduta (o, meglio, "regalata") da chi è al governo. Lo Stato (e, di conseguenza, ognuno di noi) viene, così, privato di qualsiasi controllo sui settori strategici, non produce più nulla, si impoverisce e diventa solo un elargitore di denaro e privilegio a chi si ritiene possa essere "riconoscente". È la "notte" della politica e della democrazia. Il trionfo della corruzione e del malaffare. Il governo è controllato da quei pochi che detengono la ricchezza e, con essa, ogni potere. I ricchi saranno sempre meno ma sempre più ricchi. Gli altri saranno sempre più divisi, poveri e ricattabili. Una società sbagliata perché fondata sull'ignoranza, la debolezza e la rassegnazione dei propri cittadini. Una società sbagliata perché non ci sarà nessuna speranza di "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese" (art. 3 della nostra Costituzione). Non c'è nulla di "moderno" in un modello di sviluppo che non porta a nessun progresso se non quello del conto in banca di qualcuno. È un modello vecchio, ottocentesco. Una società costituita da "ricchi signori" con tutti i privilegi e da "miserabili" senza alcun diritto non può avere nessuna speranza. Per questo, definire il governo Monti "un governo reazionario" è giusto e ben motivato.
Pessimismo? No, realismo. Basta vedere alcuni segnali inequivocabili di quale è il comportamento dei membri del governo e di quali interessi essi sono fedeli portatori.
Sabato 11 febbraio 2012 il ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero sarà a Padova. Parteciperà e concluderà un convegno promosso dall'Opera Immacolata Concezione con la collaborazione di Intesa Sanpaolo Assicura e della Cassa di Risparmio del Veneto (sempre del gruppo Intesa Sanpaolo). In questo convegno verrà proposta una polizza assicurativa (privata) per le persone non autosufficienti. Non c'è nulla di "sociale", nulla di solidale. Il governo, attraverso la presenza di un suo autorevole esponente, ci fa sapere che ognuno dovrà arrangiarsi. Che sarà meglio comprare una polizza assicurativa da qualche gruppo bancario privato perché lo Stato non aiuterà più chi non è autosufficiente e le loro famiglie. Per lorsignori tutto ha un prezzo. La presenza del ministro Fornero in un convegno che serve a vendere un prodotto ci fa capire che questo governo vuole privatizzare anche la salute e l'assistenza sociale. Ci dicono che non si può fare altrimenti perché non ci sono più soldi per garantire quanto previsto dalla Costituzione. Soldi, tanti soldi, miliardi di euro per acquistare caccia-bombardieri, invece, il governo li trova. Ci mancherebbe ... servono ad arricchire qualche multinazionale, mantenere il controllo di interi territori ricchi di risorse e, potenzialmente, distruggere qualche paese "non in linea". Tanto poi qualche privato lo ricostruirà guadagnando immense fortune.
Da questi segnali si capisce come questo governo di sedicenti tecnici sia, in realtà , un governo di "feudatari" asservito all'ideologia di quel "capitalismo trionfante" che ci ha "regalato" la crisi. È un governo, di fatto, reazionario.
Vengono alla mente alcuni versi scritti tanti anni fa da un grande poeta siciliano. Ne "U rancuri (discorso ai feudatari)", Ignazio Buttitta scriveva: "Io vi considero,/ e forse arrivo a scusarvi:/ il privilegio piace,/ la tradizione dell'abuso/ la disumanità / lo sfruttamento piace,/ l'avete nel sangue;/ e vorreste rimanere a cavallo/ con elmo e scudo/ e le spade puntate;/ crociati dell'ingiustizia,/ a massacrare i poveri" e poi continua:"Facevate le guerre,/ (le fate ancora/ ai poveri di dentro/ e ai popoli di fuori)".
È compito nostro opporci, tenere alta la testa e lottare.
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