Udienza Marlane Marzotto, l'operaio Giuseppe Console è uno dei morti: testimonia la moglie
Sabato 24 Novembre 2012 alle 09:07 | 0 commenti
E' un articolo un po' lungo, quello che mi ha mandato Francesco Cirillo, ma fa la cronaca appassionata di una storia raccontata ieri durante l'udienza. Una storia che evidenzia come, dietro ai freddi numeri della strage di Praia a Mare, ci siano persone, affetti, intelligenze ... Uomini e donne che volevano vivere normalmente e che, invece, per poter lavorare hanno dovuto subire di tutto. Vite spezzate in nome e per conto di un sistema che non bada ad altro che al profitto. A ogni costo, specialmente se a pagare sono sempre "gli altri".
Giorgio Langella
Di Francesco Cirillo
Paola, 24 Novembre 2012
Prima di "se risponderanno", bisogna chiedersi se la leggeranno la lettera aperta scritta da diverse associazioni ambientaliste della Calabria, nella quale oltre ad invitarli alla manifestazione del 1° dicembre a Praia a mare, per le bonifiche dei territori avvelenati, chiedono atti concreti. Non ci sarà alcuna passerella politica a Praia, lo annunceranno in una conferenza stampa la prossima settimana gli organizzatori del "Comitato per la bonifica dei terreni,dei fiumi e dei mari della Calabria" , ma la manifestazione sarà di sicuro una svolta per puntare il dito su quanto sta avvenendo attorno e dentro i terreni avvelenati e purtroppo dimenticati dalla politica. Gli ospedali chiudono, ma i malati di patologie tumorali continuano ad esistere e l'emigrazione calabrese verso il nord è sempre più drammatica e costosa per le casse delle Asl calabresi.
L'ultimo esempio resta il palazzetto di oncologia costruito e finito da ben otto anni a Cosenza , nell'ospedale Mariano Santo e mai attrezzato ed inaugurato. A pochi metri, da questa bella struttura ben completata, le vecchie stanze del reparto radioterapia e di chemioterapia dove si ammassano ogni giorno decine e decine di ammalati. L'unico processo in Calabria, e forse in Italia, si sta svolgendo a Paola. E' il processo alla Marlane del conte Marzotto, alcuni dei cui parenti e soci sono indagati dalla Guardia di Finanza per aver esportato ben 65 milioni di euro per non pagare le tasse in Italia.
Qui a Paola, nel silenzio della stampa nazionale è imputato per omicidio colposo, lesioni volontarie e disastro ambientale, insieme ad altri 12 dirigenti della fabbrica. Ogni udienza è un colpo allo stomaco. Parlano le vedove, le mamme, i figli degli operai che sono deceduti per aver lavorato in quella fabbrica della morte. Venerdì 23 novembre è stata la volta di Farace Rosita, vedova dell'operaio Console Giuseppe (nella foto Luigi Pacchiano mostra proprio un manifesto funebre col suo nome). E' una donna piccoletta, ma piena di energia e forza. Ha seduto, gentile e fragile, sul banco delle deposizioni e dopo aver timidamente ripetuto la formula del giuramento ha sfogato tutta la sua rabbia per quanto avvenuto a suo marito. Il racconto è terribile, commovente. Fa lacrimare gli occhi a molti presenti, non ai cinici avvocati della difesa padronale, che dalla loro trincea, cercano di contraddire la signora, ricordandole alcune dichiarazioni sue fatte nel 2002 a proposito dell'uso del latte nella fabbrica, come disintossicante. La signora Rosita, non ha paura nel dire le cose che ha detto. Un avvocato della trincea padronale ricorda cinicamente che anche suo figlio ha avuto un melanoma, per fortuna guarito, cercando di ammorbidirla, ma la signora risponde subito che "lei e suo figlio sono stati fortunati". Console Giuseppe era entrato nella Marlane il 1° novembre del 1965 e vi ha lavorato per 28 anni, fino al 20 ottobre del 1992. Lavorava in un piccolo reparto di filatura proprio a ridosso della tintoria. Ne respirava le nebbie, i fumi, le polveri, tutto. La moglie ricorda, che quando ritornava a casa doveva togliersi la tuta fuori dall'abitazione e lei glie e lavava nel cortile per non portare le polveri in casa. Doveva farsi la doccia ogni giorno. La puzza che portava in casa era terribile. Il marito diceva tutto alla moglie di quanto avveniva in fabbrica. LE PARLAVA DI BIDONI AI QUALI TOGLIEVANO LE ETICHETTE DI PERICOLO. Di quando da uno di questi bidoni uscì un liquido che gli finì sulla gamba procurandogli delle bruciature. Delle continue lamentele fatte ai capi dell'azienda, essendo anche diventato un sindacalista della Cisl. Gli dicevano fatti i fatti tuoi. Poi nel 91 si è ammalato. La donna mostra commossa ed in lacrime la foto del marito. Aveva 43 anni quando morì, lasciando lei vedova ed un figlio di 12 Anni. Rosita, alza la voce, a questo punto, si vede che è molto arrabbiata con i padroni, vorrebbe gridare forse in quella triste sala del tribunale. Poi sviscera piano piano tutto il calvario del marito. L'enucleazione dell'occhio sinistro, i vari ricoveri fra l'ospedale del Cardarelli di Napoli e quello di Praia. Le umiliazioni avute nella fabbrica quando chiese di essere allontanato da quel reparto pieno di veleni e messo a sollevare con un carrello le merci di lavorazione. Console Giuseppe amava il figlio e non voleva farsi vedere in quelle condizioni di malato terminale. Quando per l'ultima volta venne ricoverato al Cardarelli di Napoli, non volle ritornare a casa. Non voleva che il figlio lo vedesse in quelle condizioni e nell'ospedale di Praia spirò. La signora Rosita quando esce dalla sala lascia un'aula raggelata dalle sue parole. C'è quasi difficoltà a riprendere le testimonianze ed il presidente da dieci minuti di sospensione quasi per riprendere fiato.
Fuori dal tribunale gli ambientalisti hanno affisso i manifesti della manifestazione indetta per il prossimo 1 dicembre a Praia a mare. Una manifestazione per chiedere la bonifica di quei luoghi di Praia a mare e della Calabria ancora infettati dai veleni. Hanno scritto una lettera aperta a tutti i sindaci della Calabria e della Basilicata chiedendo un loro impegno. Chissà se questa lettera verrà letta , chissà se qualcuno si impegnerà . Nella lettera parole dirette e chiare.
"Onorevoli presidenti e sindaci della nostra Calabria. Forse siete troppo presi dai vostri innumerevoli impegni per poter leggere queste poche righe che noi cittadini di uno sconosciuto Comitato da poco formatosi a Praia a Mare vi scriviamo. Ma ci proviamo lo stesso presi dalla nostra caparbietà calabrese a voler sollevare e cercare di risolvere i nostri problemi partendo dal basso. Purtroppo la nostra regione come ben sapete è attraversata da mille problemi che sembrano irrisolvibili. Ne poniamo alcuni che ci stanno davvero a cuore, quello dei rifiuti tossici disseminati un po' ovunque e quello correlato a questi, delle malattie tumorali. Avrete letto senz'altro l'ultimo rapporto dell'Istituto Superiore della sanità denominato "Sentieri" dove è provato scientificamente la relazione fra luoghi inquinati quali discariche e fabbriche e malattie tumorali. Ebbene noi vogliamo partire proprio da questi dati e porre le questioni territoriali legati a questi. Parliamo di siti inquinati accertati e sui quali vi sono processi in corso, o indagini da parte della magistratura che hanno accertato la presenza di materiali altamente tossici. Purtroppo all'interno della relazione "Sentieri" troviamo come siti da bonificare solo quelli della sibaritide e di Crotone, e avremmo certamente voluto una levata di scudi da parte vostra per gli altri siti mancanti. Cosa che non è avvenuto, presi forse da problematiche politiche riguardanti la vostra stessa casta .
Parliamo quindi della sibaritide dove ancora esistono terreni inquinati oltre a quelli in parte già bonificati , della Pertusola di Crotone e di interi quartieri della stessa città , parliamo dei terreni della Marlane completamente avvelenati e posti a confine fra due cittadine quali Tortora e Praia a Mare, del Fiume Noce dove scaricano liquami interi paesi e dove insiste un impianto di depurazione molto controverso, del Fiume Oliva e di tutti i paesi che questo attraversa, e poi ancora di Rossano e delle sue frazioni del Bucita e dell'Olivellosa, di Motta San Giovanni, di Ciminà ,di Palizzi, di Cariati, di San Calogero a Vibo. E' un elenco certamente non esaustivo, ben sapendo della presenza di altre centinaia di siti sfruttati come discariche , tutti terreni e fiumi con tonnellate e tonnellate di rifiuti tossici sotterrati dalla ‘ndrangheta spesso in combutta con politici, funzionari statali dai quali ricevono facili autorizzazioni o dai padroni stessi della fabbrica come nel caso della Marlane.
Attorno a questi luoghi l'incidenza tumorale è altissima. Per questo al problema di natura ambientale leghiamo quello della salute. Avrete senz'altro letto della presa di coraggio fatta qualche giorno fa dalla Regione Campania che ha istituito un registro dei tumori. In Calabria come ben sapete gli ospedali chiudono e quelli esistenti sono sottostimati. Occorrono più servizi sanitari, più legame con il territorio e con i suoi mali. Quello dei tumori è un argomento mai affrontato come si dovrebbe e tutto il carico delle malattie è sulle famiglie. Chi viene colpito da un tumore vive il male in piena solitudine confortato sia economicamente che moralmente solo dalla propria famiglia. E' questo che vogliamo porre con forza nella MANIFESTAZIONE CHE ABBIAMO ORGANIZZATO per il 1° Dicembre a partire dalle ore 15 a Praia a Mare, alla quale abbiamo già ricevuto un ampio sostegno da comitati locali e territoriali. Abbiamo scelto Praia a Mare perché racchiude simbolicamente tutto ciò che abbiamo sopra descritto. Un terreno pieno di rifiuti tossici, centinaia di operai ammalati da tumore per i coloranti usati nella fabbrica, un ospedale chiuso.
COSA CHIEDIAMO: Chiediamo la bonifica di tutti terreni e fiumi inquinati con la creazione di una COMMISSIONE REGIONALE CHE IDENTIFICHI TUTTI I TERRENI ED I FIUMI COMUNE PER COMUNE.
Un indagine epidemiologica di tutti gli abitanti che vivono in prossimità di siti inquinati.L'istituzione del registro dei tumori, provincia per provincia ed un registro dei tumori speciali per i bambini che ne vengono colpiti. Che l'Ospedale di Praia diventi un centro oncologico con macchinari, strumenti e ricerca sui territori della Calabria,così come venga potenziato il reparto oncologico di Paola.
COSA VOGLIAMO DA VOI: Un impegno per queste tematiche con dei consigli comunali ,provinciali,regionali aperti , dove siano ascoltati esperti del settore, ambientalisti, cittadini colpiti dalle malattie. "
Qualcosa intanto si muove nella palude. Il sindaco di Praia Antonio Praticò in una delibera di giunta conferisce la tutela legale degli interessi vantati dal comune nei confronti delle contaminazioni nelle aree ex Marlane e ad esse limitrofe. Il sindaco Praticò ne sa di cose avvenute in quella fabbrica. Ne è stato dirigente sindacale e sindaco durante tutto il periodo di lavorazione. Avrebbe potuto essere testimone di quanto avvenuto, ma nessuno si è premunito di farlo. Ora potrà ripagare di quanto avvenuto e di quanto non fatto da un altro sindaco, come Carlo Lomonaco, suo eterno avversario, che invece da dirigente della fabbrica e da tecnico chimico è diventato uno dei principali imputati. Si muove anche il Movimento politico per L'alternativa di Praia a mare. I suoi dirigenti hanno richiesto al governatore Scopelliti di inserire il sito della Marlane nel piano delle bonifiche.
su Mezzoeuro del 24 novembre 2012
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