Trota salmonata. O figlio che sconta il nome del padre?
Martedi 20 Settembre 2011 alle 10:32 | 0 commenti
Quando ho letto della protesta dei politici locali dell'Italia dei valori del Molise per la candidatura di Cristiano Di Pietro, figlio di Antonio (foto), alle regionali, la prima reazione d'istinto è stata : "Ecco il salmone dopo la trota (perchè di trota ce n'è una sola ...)!". In un'Italia in cui basta meno per diventare parlamentare o consigliere regionale (come ha confermato, se pure avessimo avuto dubbi, la scritta sulla t-shirt esibita da Nicole Minetti: "senza questa sono meglio") il figlio di un leader che si candida fa subito pensar male a un vecchio come me che da ragazzino ha avuto la fortuna (?) di vedere suo padre parlare e cenare più volte accanto a un certo Aldo Bozzi, numero due del Pli ai tempi di Giovanni Malagodi, quando i leader non usavano la loro faccia come simbolo dei partiti, ma ci mettevano la faccia per le loro idee.
Ma poi ho letto, prima di sfogare il mio istinto, le ragioni di Di Pietro senior: "«Non è andato a fare il 'trota' di turno - dice su La Stampa, ad esempio - con un'elezione sicura in Parlamento, o in qualche listino regionale o in qualche assessorato. Si è candidato come consigliere comunale e l'ha fatto per cinque anni, senza diventare assessore nemmeno quando era in maggioranza. Poi si è candidato al consiglio provinciale e ha fatto il consigliere provinciale per altri cinque anni. Adesso si candida per andare a fare il consigliere regionale, se i cittadini lo vorranno. Perchè sia chiaro: sono state e sono tutte elezioni in cui Cristiano deve chiedere la preferenza sul suo nome, non sul mio. Non va nel listino o nella lista bloccata. È stato trattato come tutti. Ha fatto la trafila come tutti».
E allora mi sono ricordato un altro fatto con mio padre (più si è vecchi, più si ricorda). Per un anno l'ho avuto come professore di matematica al IV ginnasio e lo studente più tartassato ero io, interrogato ogni giorno non appena quache compagno di classe sbagliava qualche risposta con una verifica dell'attenzione e dello studio perenne che si traduceva sulla bocca di mio padre in questa frase: "Coviello, rispondi tu!". Chiamato per cognome e per dimostrare la sua limpidità . Da mio padre ho ereditato per lo meno quella, la limpidità , quando faccio bene e quando sbaglio. Altro non mi lascerà a causa delle "attività " da me svolte e per lui, statale incallito, incomprensibili: libero professionista, piccolo imprenditore, presidente di una squadra di volley e ora, il "peggio del peggio", giornalista. Ma per il suo "paterno integralismo" ho anche subìto l'ingiustizia di "pagare" per il suo ruolo. L'opposto di quanto avviene (ed è avvenuto) in genere. E allora, se è come dice il ruvido Antonio, Cristiano datti da fare e prendiamoti ad esempio positivo di chi mettendosi in gioco (in politica significa intanto fare esperienza e non avere la rete delle liste bloccate, significa, ad esempio, un Giorgio La Malfa dopo Ugo) ama quello che fa il padre e continua a farlo. Ma non solo perchè lo si sorregge, sia pure con amore filiale, nel suo procedere incerto. La tua strada, ricordo la mia, per questo sarà in salita. Se arriverai a percorrerla con capacità , bravo! Se non ci riuscirai, sappilo fin d'ora, nessuno cancellerà le battute che d'ora in poi dovrai subire, rischiando di essere ricordato, per l'accusa dei tuoi colleghi di partito, come il salmone di turno. Come trota, no, però. Sarebbe troppo. Lui nessuno lo ha contestato.
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