Termini Imerese, meglio pazzi che schiavi
Venerdi 15 Gennaio 2010 alle 22:19 | 0 commenti
Giorgio Langella, PdCI - PRC Vicenza  Â
Le dichiarazioni dell'Amministratore Delegato del Gruppo Fiat, Marchionne sono indicative di come i padroni considerano i lavoratori e di cosa è il "capitalismo reale". Marchionne dice che "la Fiat è una multinazionale e i sindacati devono rendersi conto dell'equilibrio necessario fra domanda e offerta. Siamo disposti al confronto, ma nessuno può ignorare la realtà " e afferma che "in questo mercato qua parlare di riabilitare lo stabilimento di Termini Imerese è da pazzi. Non lo farebbe nessuno".
Ma noi, forse, siamo così "pazzi" da essere convinti che la fabbrica FIAT debba continuare a produrre e che i lavoratori abbiano il diritto a un lavoro continuativo, sicuro e giustamente retribuito.
Marchionne, invece, ci annuncia che migliaia di persone perderanno il posto e saranno gettate sul lastrico migliaia di famiglie. Ma, queste, devono capire, non devono protestare. Se non venissero licenziate si perderebbe l'equilibrio tra domanda e offerta. Se si tenesse aperta la produzione in Sicilia, i padroni privati della FIAT, non potrebbero più accumulare quelle ricchezze alle quali sono abituati. Perderebbero, forse, qualche centesimo del proprio smisurato profitto.
Il "signor" Marchionne (che forse si sente democratico per via del maglioncino) dovrebbe ricordare sempre quanto lo Stato (e quindi ogni cittadino, ogni lavoratore, ogni pensionato ... cioè chi paga le tasse) ha dato alla FIAT per garantire occupazione e lavoro. Il "signor" Marchionne ignora forse quanti incentivi, finanziamenti a fondo perduto, privilegi sono stati dati negli anni ai padroni privati della FIAT, alla famiglia Agnelli? Non crediamo. Lo sa benissimo.
La verità è che lorsignori utilizzano lo Stato (cioè ognuno di noi) per i propri profitti. Adesso, dopo aver ricevuto, chiudono gli stabilimenti e azzerano la produzione perché in Italia "costa troppo".
La chiudono perché vorrebbero sfruttare ancora di più chi lavora. La loro società è quella nella quale i lavoratori possono essere scartati a fine produzione, quando non servono più, tutto in nome del profitto, di maggiori guadagni, di accumulo di ricchezza.
I lavoratori ideali per questi signori sono gli sfruttati, sono gli immigrati di Rosarno, sono gli schiavi. E poi, se i lavoratori vengono licenziati ci sono gli ammortizzatori sociali (pagati dai lavoratori stessi). Comunque, il futuro dei nuovi disoccupati non è né di competenza né è interessante per Marchionne e soci.
Lorsignori diranno, forse, che licenziano con la "morte nel cuore", che "è il destino", che è colpa della crisi (che hanno creato loro), ma noi sappiamo che lo fanno perché (come scriveva il poeta Ignazio Buttitta) l'abuso e lo sfruttamento, a lorsignori, piace.
Marchionne dice che tenere aperta Termini Imerese è da pazzi. Ebbene, noi siamo talmente pazzi da rifiutarci di essere schiavi.
Finalmente è stato indetto lo sciopero del gruppo FIAT per il 3 febbraio.
Noi comunisti siamo con i lavoratori FIAT e con tutti quelli che stanno lottando per il diritto al lavoro.
Siamo convinti che è giusto scioperare e gridare con forza "la FIAT è nostra!".
Giorgio Langella
Federazione della Sinistra - coordinamento PdCI-PRC Vicenza
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