Poleo: il libro inchiesta sulla Marlane Marzotto e denuncia delle morti bianche nel Vicentino
Domenica 13 Marzo 2011 alle 01:34 | 1 commenti
All'iniziativa "Il lavoro è ancora un diritto? Storie di diritti negati", svoltasi sabato pomeriggio a Poleo-Schio al Circolo operaio, si è ricordato come anche parlare di lavoro significa partecipare alla giornata per la difesa della Costituzione. All'iniziativa hanno partecipato Francesco Cirillo giornalista e Luigi Pacchiano ex operaio della Marlane Marzotto di Praia a Mare, dirigente Si-Cobas e coautore con Cirillo del libro inchiesta "Marlane la fabbrica dei veleni", dedicato alle decine dei lavoratori morti per tumori causati dalle condizioni di lavoro e a quelli che ancora ne attendono le conseguenze.
Ha introdotto e chiuso l'assemblea Giorgio Langella, mentre Gloria Berton della Fiom Cgil regionale ha allargato la visuale ai casi simili vicentini, tra cui la Tricom di Tezze, e alle involuzioni dei contratti in Italia (la Cgil Vicenza era presente con delegati di Marina Bergamin).
Molti e coinvolgenti gli interventi dei presenti col coordinamento di Giovanni Coviello, direttore di VicenzaPiù, l'unico giornale locale cha da tempo segue le vicende Marlane Marzotto (nella prima foto VicenzaPiù da sx Cirillo, Pacchiano, Langella, Berton, Coviello). Gli autori hanno evidenziato ad una sala gremita la realtà in cui si è sviluppata la Marlane passando dalla gestione del conte Rivetti a quella della Marzotto che ha acquistato le aziende della Lanerossi e della Marlane per 173 miliardi delle vecchie lire. Il lavoro all'interno della Marlane era svolto in assenza delle più banali norme di sicurezza e in una situazione dominata dall'affarismo e dalla ‘ndrangheta. Ai lavoratori che operavano a contatto con i vapori tossici e le amine aromatiche, nichel e cadmio, ma soprattutto cromo esavalente, non furono mai forniti dei dispositivi di protezione individuali quali mascherine e guanti. E anche nel travaso e svuotamento delle vasche dovevano era disponibile un'unica mascherina per tutti gli operatori. Essendo considerati gli odori e i fumi non nocivi l'unica "precauzione" era quella della distribuzione di mezzo litro di latte per lavoratore, il palliativo per la loro salvaguardia.
In 40 anni di attività le vite di oltre 140 dipendenti si sono mano a mano esaurite fino ad arrivare alla morte nella indifferenza dei titolari della fabbrica, delle autorità locali colluse e dei sindacati, i cui dirigenti avevano addirittura attività in essere come sub fornitori dell'azienda i cui operai avrebbero dovuto tutelare. E molti altri di loro verranno ancora colpiti: a ieri risale un'altra morte. Come se non bastasse i lavoratori non risultavano neanche morti non sul lavoro, poiché i dirigenti erano molto accorti nel far risultare i decessi fuori dall'attività lavorativa inducendo con promesse alle loro famiglie i malati terminali a firmare le dimissioni poco prima del loro decesso. Nel libro è forte e documentata anche la denuncia dell'utilizzo dei terreni per sotterrarvi i rifiuti tossici.
Per capire il contesto di Praia a Mare è necessario comprendere la Marlane Marzotto e tutto quello che ci sta dietro, dalla ‘ndrangheta alle speculazioni immobiliari, dai finanziamenti statali senza controlli ai potentati politici, dallo sfruttamento dell'ignoranza all'uso del sud come discarica dei rifiuti tossici del nord. Per non parlare della censura permanente della stampa, locale e nazionale, e dell'atteggiamento ostile della Magistartura di Paola, vicina ai potentati mafiosi e solo da poco "ripulita" e pronta a giudicare con equlilibrio gli imputati, tra i cui difensori spicca significativamente Niccolò Ghedini.
Al convegno si è evidenziato come non esista solo il problema nell'ormai chiusa fabbrica Marzotto di Praia a Mare, ma che anche qui, nei reparti di fissatura e tintura, si siano usati in passato i prodotti chimici prima elencati e l'amianto per coprire le tubature e i freni delle macchine. E anche oggi, è stato denunciato in alcuni interventi, in quello che rimane della fabbrica Marzotto a Valdagno anche i rivelatori di incendio siano non più ammessi e pericolosi per il loro futuro smaltimento.
Il 19 aprile ci sarà finalmente il processo alla Marlane, ha sottolineato l'ex operaio Luigi Pacchiano, una data che coincide con quella della "caduta" della statua raffigurante il conte Marzotto avvenuta il 19 aprile del 1968.
Chissà che la data non sia di buon buon auspicio per ribadire i diritti negati dei lavoratori e smascherare il paternalismo della famiglia Marzotto.
Domani gli autori saranno a Milano nella sede centrale del SI-Cobas in via Marco Aurelio 31, alle ore 10,30, per proseguire nel loro tour per l'Italia fino al 19 aprile 2011, data della prima udienza.
Irene Rui per VicenzaPiù
N.B. In seguito pubblicheremo video e testimonianze degli interventi.
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Se questo fosse realmente fatto...ci sarebbero in Italia meno infortuni e meno morti bianche..!
Sarà portato questo ad udienze al Tribunale di Mondovì.
Morando