Siamo con i lavoratori, meno con questa Cgil. Ma Renzi onori impegni su lavoro e imprese
Sabato 25 Ottobre 2014 alle 15:36 | 0 commenti
Circa un milione sono stati i partecipanti di oggi alla manifestazione a Roma della Cgil contro il governo Renzi e tra loro c'erano gli annunciati 1.500 arrivati dal Vicentino con mezzi propri, in treno e, soprattutto, con pullman messi a disposizione dalla Cgil di Vicenza (qui le foto dell'ufficio stampa, ndr). Alcuni miei ex concittadini di Roma, contattati per altri motivi, mi chiedevano stamattina al telefono come la Cgil disponga di così tanti soldi da pagare "trasferta e colazione a sacco" per una parte numerosa dei suoi iscritti con fondi di tutti gli altri, anche quelli che non si riconoscono nella protesta odierna.
La risposta, ovvia, è nei fondi, troppi, di cui i sindacati oggi, e non solo la Cgil, dispongono non solo per le tessere liberamente pagate dagli iscritti ma anche per le sovvenzioni statali a vario titolo tra cui quelle per i Caf e per le esenzioni fiscali di cui godono. Come quelle di alcune tasse sugli immobili del Vaticano e dei partiti, contro cui pure dicono di protestare.
Quell'eccesso di fondi unito all'eccesso, e agli eccessi, di chi di sindacato vive, valga al riguardo la documentata e insospettabile denuncia di Stefano Livadiotti contro la casta dei sindacati, fa capire il perchè di molti comportamenti della Cgil nazionale e vicentina, non quello di oggi da solo, ci trovino da tempo in posizione critica.
Poche volte, quasi mai, la Cgil si è realmente schierata con i lavoratori (anche quelli morti della Marlane Marzotto a Praia a Mare o a Valdagno o quelli sfruttati della cooperativa Mirror in Comune di Vicenza, due esempi nazional-locali per tutti); poche volte, quasi mai, quel sindacato, in buona compagnia con la Cisl del "pensionato d'oro" nazionale Raffaele Bonanni e la Uil del vicentino "aziendalista" Mirko Maule, ha stigmatizzato fattivamente certi comportamenti interessati, fino al percepire somme per aproavre accordi aziendali, di dirigenti sinacali confederali; poche volte, quasi mai, la Cgil ha lottato con determinazione come oggi sta facendo contro il governo Renzi, di cui è noto che non siamo particolari estimatori, quando al suo posto c'era Berlusconi e i suoi sudditi oppure Monti con la sua Fornero...
Oggi c'è come ministro del lavoro Giuliano Poletti, già presidente di Legacoop, eppure non va bene a Camusso & c.
Oggi Renzi ha dato 80 euro a una parte dei lavoratori meno benestanti, e questo non piace a chi quei lavoratori dovrebbe tutelarli.
Oggi i dipendenti possono riscuotere subito il loro Tfr, che spesso scompare nei bilanci reali delle aziende fallite e rimane a carico dello Stato, quindi dei cittadini, ma anche questa, che pure è una libera scelta del salariato o dello stipendiato, che ne avesse bisogno, non va bene alle Bergamin di turno.
Oggi il Governo Renzi ha varato misure, che, se confermate dal parlamento, aboliranno 6 miliardi di Irap, una odiosa e abominevole tassa di fatto su chi assume, e che concederanno la detassazione per tre anni dei nuovi assunti, ma anche questo non va bene a Camusso e, ci dispiace, anche a Landini, che pure ci sembrava prima più concreto della "poltronata" Susanna, la sindacalista fino a Letta tutta "panna".
Care Camusso e Bergamin, ci sta che, coerentemente col loro vero passato di lotta, protestino Usb e Cub; care Camusso e Bergamin, ci sta che, coerentemente col loro vero passato di concertazione con i vari governi a tutti i costi (dei lavoratori, ovviamente), non protestino Cisl e Uil.
Non ci sta, per chi scrive, che oggi vi solleviate voi, care Camusso e Bergamin, solo perchè c'è qualcuno che sta promettendo, con qualche premessa già attuata, di fare più di voi.
Per i lavoratori e per le imprese.
E non ci sta che vi solleviate voi quando l'alternativa sarebbe la restaurazione di quel sistema berlusconiamo-montiano-lettiano che, se foste sinceri, ha affossato i lavoratori ma ha blandito e "ricompensato" chi dice di rappresentarli.
Noi nel nostro rumoroso piccolo saremo vigili sul mantenimento degli impegni di Renzi, di cui ancora non abbiamo motivo fidarci fino in fondo, e lo saremo insieme a quelli che (e ce ne sono anche di "liberi e leali pensatori" tra il milione di manifestanti "organizzati" di oggi e tra i 1.500 arrivati dal Vicentino) credono che il sindacato debba tutelare il lavoro promuovendolo e non solo proponendosi a una ribalta mediatica che sa tanto di berlusco-renzismo in nome di una difesa ectoplasmatica di quel che rimane dello Statuto dei lavoratori, già ucciso in tempi in cui lo si è fatto fare ma ora da rivoluzionare anche, si abbia il coraggio di ammetterlo, per i tempi cambiati.
Se la Germania e gli Usa vanno meglio dell'Italia, di questa Italia che da oltre 20 anni si sta distruggendo fra corruzione e difesa di privilegi della troppe caste, lo si deve di sicuro ai loro politici e al loro sistema moderno di rapporti tra lavoroe impresa.
Ma lo si deve anche ai loro sindacati, che, sia pure in sistemi diversi e, di fatto, meno ideologicamente accondiscententi con loro, hanno fatto una cosa semplice: hanno difeso gli interessi dei lavoratori, non solo le posizioni di chi nasce sindacalista e spesso invecchia, a livello locale e nazionale, da politico o da manager di aziende pubbliche.
Ci sta o non ci sta questa verità , care Camusso e Bergamin?
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.