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Regione, l'empasse del consiglio scelte bloccate dal duello Zaia-Tosi

Di Rassegna Stampa Mercoledi 25 Febbraio 2015 alle 20:17 | 0 commenti

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Mentre va in scena l'ennesima puntata della sfida tra governatore, segretario della Liga e il segretario federale Salvini, oggi con toni più cauti, in commissione non passa più una legge, tra assenze tattiche e numero legale che manca: stop alle cave e al provvedimento sulla cementificazione.

Tosi, Salvini e Zaia continuano il loro balletto di dichiarazioni (oggi in generale più caute e quasi concilianti), mentre sullo sfondo la legislatura veneta scivola verso l’epilogo bloccata dallo scontro in casa Lega, senza più riuscire a produrre scelte sugli argomenti ancora in discussione, dalle cave alla cementificazione passando per il bilancio. La politica che blocca la politica: quale delle due meriti la maiuscola, se quella degli uomini e delle posizioni di forza o quella intesa come amministrazione, è giudizio che spetta all’opinione di ognuno. 
Per dare conto dell’ennesima puntata del duello leghista, che resta al calor bianco in attesa del consiglio federale di lunedì prossimo che chiarirà se la segreteria veneta di Tosi sarà commissariata o meno, oggi i toni dei contendenti sono stati meno armati, tanto da far pensare ad un lieve allargamento dello spiraglio verso una pace, pur sempre provvisoria, in vista del voto. Ha aperto le danze il sindaco di Verona con “La telefonata” di Maurizio Belpietro al mattino, lo ha seguito di pochi minuti Matteo Salvini su Rai Tre, mentre Tosi ha poi replicato a Radio 24 prima di essere ospite, stasera, del salotto di Bruno Vespa. Ma anche il governatore Luca Zaia è tornato a parlare, per il secondo giorno consecutivo dopo un lungo silenzio, della disfida tutta interna al Carroccio. 
La prima affermazione distensiva, almeno in apparenza, è stata di Salvini, che ha escluso un’espulsione imminente di Tosi: “Il sindaco di Verona fuori dalla Lega? No, e non rischia di esserlo”, ha detto il segretario federale rispondendo a domanda. Ed ha aggiunto: “Flavio potrà fare il governatore in Veneto dopo il secondo mandato di Zaia”, affermazione che sa per la verità più di rinvio sine die della questione che di investitura anticipata. “Alla manifestazione di sabato a Roma hanno aderito centinaia di sindaci, Tosi è un ottimo sindaco e immagino che ci sarà – ha poi detto Salvini - se non viene, non va bene. Con lui non c'era nessun patto per i ruoli politici dentro la Lega”. 
Tosi ha replicato più tardi rimpiangendo addirittura Umberto Bossi (“Quando c’era lui, per il Veneto decideva la Liga, io non ho mai contestato la candidatura di Zaia ma solo le imposizioni da Milano, per Salvini la Liga non serve a nulla”), ma astenendosi elegantemente dalla polemica montante sul recente battibecco tv tra Isabella Isoardi e Roberto Bolis, portavoce del sindaco veronese, che aveva fatto nascere sospetti visto che la Isoardi ha un feeling dichiarato con Salvini: “Non ha fatto quel servizio per attaccarmi, e poi non faccio polemiche su questioni private”.
Insomma, segnali di pace all’orizzonte? Troppo presto per dirlo, anche perché qualche fiammella di polemica l’ha riaccesa Zaia, passando dal termine galaniano “abominevole”, usato ieri per la eventuale candidatura di Tosi, ad una metafora calcistica: “Non è mai accaduto che un allenatore di calcio si schieri con la squadra avversaria”. Terreno sul quale il calciatore Tosi si trova a suo agio: “Vedo piuttosto qualche presidente di società calcistica che pretende di fare la formazione da solo, in barba all'allenatore e ai giocatori”, è la risposta del segretario della Liga. Il cui destino si gioca anche sui numeri: lui ha ricordato che su 18 consiglieri veneti della Liga, 14 hanno votato un documento pro autonomia delle scelte nelle alleanze e nelle candidature. Lunedì si capirà se quella truppa, che può salvare Tosi dal commissariamento, si è assottigliata e di quanto. Le ipotesi restano tutte aperte, anche quella di una pace pro forma mirata a far vincere Zaia contro la Moretti e a regolare i conti in seguito. 
Intanto, però, i lavori del consiglio regionale sono impantanati tra assenze strategiche e numero legale che puntualmente viene a cadere. E’ accaduto ieri per la legge elettorale, con il doppio turno approdato in commissione Affari istituzionali e subito bocciato (è la seconda volta) per le uscite tattiche dall’aula sia di parte della Lega che di parte di Fi, ma con anche il Pd orientato a votare scheda bianca. E’ riaccaduto oggi: in commissione Urbanistica è arrivata la certezza che le due proposte di legge sullo stop alla cementificazione del suolo in Veneto, una dell’assessore Marino Zorzato e l’altra del Pd, non arriveranno al voto in consiglio prima della fine della legislatura. “L’obiettivo è urgente, ma le modalità vanno approfondite per evitare contraddizioni” ha spiegato il presidente Andrea Bassi (Lega, ma fronte antitosiano), mentre per il suo vice Bruno Pigozzo, del Pd, “Non abbiamo proposto all’aula un provvedimento condiviso perché la maggioranza è divisa: una parte della Lega era più propensa alla nostra proposta che a quella dell’assessore Zorzato, il resto del centrodestra si è imballato per le divisioni interne”. 
Situazione analoga per la disciplina delle cave, altro tema ambientale urgente, che ha visto la commissione Attività produttive sospendere per l’ennesima volta il provvedimento: il presidente Luca Baggio, anche lui leghista, ha invitato l’assessore competente Maurizio Conte a riferire in commissione per dirimere i punti contrastati, suscitando le polemiche dell’opposizione: “Siamo alle comiche – dicono i consiglieri del Pd Fasoli, Bortoli e Niero – la maggioranza porta in commissione provvedimenti cruciali in articulo mortis e non è in grado di avere i voti per le divisioni interne e lo scontro tra Tosi e Zaia. La situazione è fuori controllo”. Toccherà al prossimo consiglio occuparsene. Politica (con la “p” minuscola) permettendo.

di Giovanni Salvatori, da Venezie Post 


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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