“Il referendum annunciato da Luca Zaia suscita tensioni nel Pd, dove la tentazione di sfidare il governatore sul terreno autonomista si contrappone alla volontà di denunciarne gli intenti propagandistici. Una frattura acuita dal sondaggio di Fondazione Nord Est che accredita un 85% di imprenditori veneti favorevoli (a vario titolo) alla maggiore autonomia regionale ed al federalismo fiscale; sullo sfondo – meglio, in cima alle priorità democratiche – la fase decisiva della sfida “costituzionale†che culminerà nel voto del 4 dicembre. Il viatico ufficioso del premier. Simonetta Rubinato, deputata trevigiana, non ha dubbi: «Il prossimo referendum sull’autonomia del Veneto sarà un’occasione straordinaria per migliorare la qualità della vita delle nostre famiglie, la competitività delle nostre imprese, le opportunità di lavoro dei giovani e l’attrattività del nostro territorio».
Agli amici, l’esponente cattodem esibisce l’imprimatur renziano (“Il presidente non vuole che Zaia segni un gol a porta vuotaâ€) e definisce la consultazione «un passaggio storico per il cambiamento del Veneto tanto quanto lo è per l’Italia il referendum costituzionale per superare il bicameralismo paritario», spronando i democratici a rompere gli indugi per assumere una posizione di convinto sostegno al Sì. La capogruppo lancia un altolà . «Ci sono colleghi che parlano al vento e fanno il gioco di Zaia, la smettano e si impegnino piuttosto in favore del sì alle riforme costituzionali, queste sì decisive per ridurre le poltrone della politiche e per chiarire le competenze delle Regioni rispetto allo Stato», è la frecciata di Alessandra Moretti, convinta che Rubinato – e quanti nel Pd condividono la sua linea – stia abboccando all’esca zaiana. «Non c’è bisogno di spendere 14 milioni per scoprire che il Veneto aspira ad una maggiore autonomia, lo sappiamo già , lo sappiamo tutti e a più riprese, nelle sedi istituzionali, abbiamo rivendicato uguali condizioni di partenza per il nostro territorio, stretto com’è tra due regioni a statuto speciale», le parole della capogruppo, convinta che «Zaia cerchi soltanto un plebiscito personale, funzionale al suo obiettivo di candidarsi a nuovo leader del centro destra. E il referendum, scontato e superfluo, è l’unica carta che può giocare visto il suo immobilismo su tutti i versanti – infrastrutture, Alta velocità , migrazione, perfino sanità con l’assenza scandalosa dal dibattito sulla riforma – e l’assurdo rifiuto e negoziare con il Governo, nonostante i ripetuti inviti del ministro Costa e del sottosegretario Bressa». Come voterà il Pd sul quesito dell’autonomia? «Attendiamo l’esito del 4 dicembre, poi decideremo insieme, senza fughe in avanti». Nel frattempo, lunedì 24, della questione discuterà la direzione veneta, convocata dal commissario (e vicesegretario nazionale) Lorenzo Guerini. Puppato: è la coperta di Linus. Tranchant anche l’altra primadonna trevigiana, Laura Puppato: «La vera autonomia del Veneto passa per il Sì alle riforme costituzionali che consentirà alle regioni virtuose di aumentare competenze e risorse», afferma la senatrice «il referendum di Zaia, invece, mi appare come la copertina di Linus: vorrebbe nascondere che il Veneto, targato Lega Nord, non ha mai richiesto di accedere alle competenze già previste dagli articoli 116 e 117 della Costituzione e si tradurrà in uno spreco di denaro pubblico. Ben più utile sarebber utilizzare queste risorse per finanzierà il fondo destinato agli affitti onerosi, mai rimpinguato dal 2011, oppure l’incremento ai fondi delle scuole paritarie in crisi di sopravvivenza». Finco: forse Roma ha paura… «Puppato forse confonde la battaglia per ottenere maggiore autonomia con quella per la sua riconferma a Roma, con un posto in lista, alle prossime elezioni», è la tagliente replica a distanza di Nicola Finco, il capogruppo della Lega in consiglio regionale «ricordo che il presidente Zaia ha chiesto ripetutamente al Governo di accorpare i due Referendum in un unico Election Day, soluzione che avrebbe permesso di risparmiare diversi milioni di euro ma il suo appello è caduto nel vuoto. Evidentemente a Roma hanno paura dell’opinione dei venetiâ€.
Di Filippo Tosatto da Il Mattino di Padova